Vaccinare i condor della California per salvarli dall’influenza aviaria

Ma per proteggere la salute della fauna selvatica sarà più importante salvaguardare habitat e specie

[31 Maggio 2023]

L’Incident Command Team del US Fish and Wildlife Service (FWS), in collaborazione con le agenzie partner sta intervenendo perché l’influenza aviaria altamente patogena (HPAI) non decimi lo stormo del sud-ovest di condor della California  Gymnogyps californianus)  e ha reso noto che «I partner e gli stakeholders hanno avviato sperimentazioni sui vaccini e stanno lavorando per migliorare la capacità dei gestori degli allevamenti di rispondere rapidamente a potenziali futuri focolai di HPAI attraverso la gestione degli allevamenti e il miglioramento delle strutture e delle infrastrutture».

Il 16 maggio sono iniziati i test di vaccinazione HPAI con 20 avvoltoi neri (Coragyps atratus), mentre 8 avvoltoi non vaccinati sono utilizzati come controllo. Gli avvoltoi neri fanno parte della stessa famiglia dei condor ma non sono in pericolo di estinzione. L’Incident Command Team assicura che «Tutti gli avvoltoi che hanno ricevuto il vaccino sembrano essere in buona salute senza reazioni al vaccino».  Il 26 maggio è stato eseguito un prelievo di sangue come parte di un controllo preliminare e sarà analizzato presso il Southeast Poultry Research Center dell’USDA per gli anticorpi HPAI per valutare la risposta immunitaria. È troppo presto per rilevare l’efficacia del vaccino, ma speriamo di osservare un certo livello di risposta immunitaria. A seconda dei risultati di questa sperimentazione, il secondo passo sarà implementare la sperimentazione su 25 condor della California in cattività. Il progetto di prova è stato sviluppato in collaborazione dal Servizio, USDA APHIS e US Geological Survey».

Dopo verranno vaccinati anche i condor della California in cattività, prima di vaccinare la popolazione selvatica durante un controllo sanitario di routine annuale.

E’ la prima volta che gli Stati Uniti hanno approvato l’inoculazione di un vaccino contro l’influenza aviaria HPAI in qualsiasi specie di uccello e si tratta di una decisione volta a non permettere che questo ceppo H5N1 dell’influenza aviaria, che si è diffuso in un numero senza precedenti di Paesi, che sta durando più a lungo di un normale focolaio e che ha ucciso centinaia di milioni di uccelli, oltre a molti mammiferi, in tutto il mondo, estingua i condor della California.

Alcuni Paesi vaccinano  già gli uccelli contro l’influenza aviaria, compresi quelli degli allevamenti,. La gravità dell’epidemia sta spingendo a farlo anche chi finora non l’ha fatto, compresi gli Usa.

Ma, come spiega Max Kozlov su Nature, «La decisione di vaccinare i condor della California, una specie attentamente monitorata, non significa che le autorità stiano pianificando di vaccinare il pollame del Paese». Tuttavia, i ricercatori osserveranno come procede la campagna di vaccinazione dei condor guardando anche as una più ampia somministrazione dei vaccini ad altre specie.  Ashleigh Blackford, coordinatrice per i condor della California al FWS, conferma: «Questa autorizzazione offre l’opportunità di aggiungere un altro strumento per affrontare questa minaccia».

L’attuale ceppo di HPAI è stato trovato nel 21996 in alcuni uccelli infetti in Cina e da allora ha causato epidemie sporadiche che di solito esplodono in autunno e svaniscono nella primavera successiva. Ma dalla fine del 2021, le epidemie sono perdurate anche durante l’estate in un numero record di specie di uccelli e il virus ha cominciato anche a colpire mammiferi come procioni, volpi e foche. L’H5N1 può infettare le persone, ma i casi sono rari e in genere comportano uno stretto contatto con il pollame infetto. Finora non si sono verificati casi documentati di trasmissione da uomo a uomo di questo ceppo del virus, ma i ricercatori temono che, con maggiori opportunità di infettare i mammiferi, il virus potrebbe eventualmente sviluppare la capacità di diffondersi tra le persone.

Samantha Gibbs, una veterinaria della fauna selvatica FWS specializzata in influenza aviaria, conferma su Nature che «L’H5N1 ha già ucciso uccelli, ma mai nella misura in cui lo stiamo vedendo ora in Nord America e in Europa». Dall’ottobre 2021, sono stati segnalati focolai in oltre  70 Paesi in 5 continenti e il 22 maggio il Brasile, che è il più grande esportatore mondiale di pollame, è diventato l’ottavo paese sudamericano a dichiarare l’’emergenza dopo il primo rilevamento di HPAI nei volatili selvatici.

Contro l’H5N1 sono disponibili diversi vaccini, ma la loro somministrazione agli uccelli è stata a lungo controversa: gli allevatori di pollame sono preoccupati per il costo e la difficoltà di vaccinare milioni di uccelli, nonché per le restrizioni commerciali: molti Paesi vietano l’importazione di uccelli vaccinati per timore che possano rendere difficile il monitoraggio della diffusione del virus.

Fino ad ora, le autorità statunitensi dicevano che rigorosi protocolli di biosicurezza, come procedure di disinfezione potenziate per i lavoratori agricoli o i gestori della fauna selvatica, e l’abbattimento degli uccelli infetti, sarebbero state sufficienti per mitigare i peggiori effetti dell’HPAI. a l’alto tasso di mortalità dell’attuale ceppo di H5N1 per i condor della California, che sono gli uccelli più grandi del Nord America, ha costretto i funzionari sanitari a rivalutare questo approccio.

Anche perché si rischierebbe lestinzione di una specie che era stata dichiarata estinta in natura nel 1987, quando gli ultimi 27 esemplari selvatici di condor della California vennero catturati per essere allevati in cattività – lontani dai pericoli antropici che li avevano decinati – per poi essere rimessi in libertà. Anche se oggi i condor della California restano ancora una delle specie di uccelli più rare del mondo, nel 2022 erano saliti a 537 esemplari e il 63%  viveva allo stato selvatico.

L’Incident Command Team del US Fish and Wildlife Service (FWS) ha reso noto che quest’anno sono stati trovati già 21 condor morti, 15 dei quali sono risultati positivi all’HPAI e non è stato possibile recuperare i corpi di quattro uccelli, quindi il loro stato HPAI è sconosciuto. La Blackford, riassume: « Ci sono voluti più di 20 anni per ricostruire la popolazione al livello attuale, Non vogliamo ritornare al punto di partenza»

Questa limitata campagna di vaccinazione negli Stati Uniti si inserisce in un lavoro di ricerca molto più ampio a livello globale per studiare la sicurezza e l’efficacia della vaccinazione contro l’influenza aviaria negli uccelli.

Jean-Luc Guerin dell’École Nationale Vétérinaire de Toulouse, sottolinea che «L’obiettivo del programma condor è conservare una specie in via di estinzione. In altre regioni, ci sono obiettivi per frenare del tutto la diffusione del virus. Ad esempio, il governo francese ha ordinato 80 milioni di vaccini HPAI come parte di una campagna di vaccinazione di massa per gli stock di pollame del Paese, a partire dalle anatre. Questa campagna, la prima del suo genere nell’Unione europea, dovrebbe iniziare a settembre. La Cina, nel frattempo, vaccina il suo pollame da quasi 20 anni e ha avuto un certo successo nel ridurre le infezioni nel pollame e nelle persone».

Anche il Dipartimento dell’agricoltura Usa sta testando 4 vaccini contro l’H5N1 per utilizzarli nel pollame, ma finora non prevede di attuare una campagna di vaccinazione più ampia per gli uccelli allevati a fini commerciali.

La Gibbs conclude: «Sebbene le vaccinazioni possano essere uno strumento importante per tenere sotto controllo le epidemie, i fondamenti del lavoro di conservazione saranno ancora più importanti per proteggere la salute della fauna selvatica e, in ultima analisi, delle persone. Gli sforzi per preservare e ripristinare gli habitat degli uccelli garantiranno che gli animali possano combattere non solo l’influenza aviaria, ma qualunque cosa accadrà dopo. Se li prepariamo ad avere successo attraverso gli sforzi di conservazione, allora non dobbiamo giocare a questo gioco di recupero con i prodotti farmaceutici».