Un terzo delle specie di pesci di acqua dolce del mondo rischia l’estinzione

Pesci dimenticati ma vitali per la sopravvivenza di centinaia di milioni di persone e degli habitat

[23 Febbraio 2021]

I pesci d’acqua dolce sono incredibilmente biodiversi  e sono fondamentali per la salute, la sicurezza alimentare e il sostentamento di centinaia di milioni di persone, ma, secondo il  rapporto “World’s Forgotten Fishes”, «Sono sempre più minacciati e uno su tre è già minacciato di estinzione.

World’s Forgotten Fishes, frutto della collaborazione tra 16 organizzazioni e istituzioni che si occupano di ambiente  – Alliance for Freshwater Life, Alliance for Inland Fisheries, Conservation International, Fisheries Conservation Foundation, Freshwaters Illustrated, Global Wildlife Conservation, InFish, Iucn, Iucn SSC FFSG, Mahseer Trust, Shoal, Synchronicity Earth, The Nature Conservancy, World Fish Migration Foundation, Wwf e Zoological Society of London – . descrive dettagliatamente la straordinaria varietà di specie di pesci d’acqua dolce che le ultime scoperte che hanno portato il totale a 18.075, oltre la metà di tutte le specie di pesci del mondo e un quarto di tutte le specie di vertebrati sulla Terra.

«Questa ricchezza di specie è essenziale per la salute dei fiumi, dei laghi e delle zone umide del mondo e sostiene le società e le economie di tutto il mondo – sottolinea il rapporto –  La pesca d’acqua dolce fornisce la principale fonte di proteine ​​per 200 milioni di persone in Asia, Africa e Sud America, così come posti di lavoro e mezzi di sussistenza per 60 milioni di persone. Gli stock ittici d’acqua dolce sani sostengono anche due enormi industrie globali: la pesca ricreativa produce oltre 100 miliardi di dollari all’anno, mentre i pesci d’acquario sono gli animali domestici più popolari al mondo e guidano un commercio globale che arriva fino a 30 miliardi di dollari».

Eppure i pesci d’acqua dolce continuano a essere sottovalutati e trascurati e migliaia di specie stanno andando verso l’estinzione. Il rapporto lancia un dram matico allarme: «La biodiversità di acqua dolce sta diminuendo a una velocità doppia rispetto a quella dei nostri oceani o foreste. Infatti, 80 specie di pesci d’acqua dolce sono già state dichiarate “estinte” dalla Lista rossa IUCN delle specie minacciate, di cui 16 solo nel 2020. Nel frattempo, dal 1970, le popolazioni di pesci d’acqua dolce migratori sono diminuite del 76% e i mega-pesci di un catastrofico 94%».

Stuart Orr, responsabile globale freshwater del Wwf, sottolinea che «In nessun luogo nel mondo la crisi della natura è più acuta che nei nostri fiumi, laghi e zone umide e l’indicatore più chiaro dei danni che stiamo facendo è il rapido declino delle popolazioni di pesci d’acqua dolce. Sono la versione acquatica del canarino nella miniera di carbone e dobbiamo prestare attenzione all’allarme. Nonostante la loro importanza per le comunità locali e le popolazioni indigene in tutto il mondo, i pesci d’acqua dolce vengono invariabilmente dimenticati e non vengono presi in considerazione nelle decisioni sullo sviluppo sulle dighe idroelettriche o sull’utilizzo dell’acqua o sulla costruzione nelle pianure alluvionali. I pesci d’acqua dolce sono importanti per la salute delle persone e degli ecosistemi d’acqua dolce da cui dipendono tutte le persone e tutta la vita sulla terra. E’ ora che ce lo ricordiamo».

Il rapporto evidenzia il devastante mix di minacce che devono affrontare gli ecosistemi e i pesci di acqua, tra le quali la distruzione dell’habitat, le dighe idroelettriche sui fiumi a corso libero, l’estrazione di acqua per l’irrigazione e l’inquinamento domestico, agricolo e industriale. Inoltre, i pesci d’acqua dolce sono anche a rischio per la pesca eccessiva e le pratiche di pesca distruttive, per l’introduzione di specie non autoctone invasive e per gli impatti dei cambiamenti climatici, ma anche per l’estrazione insostenibile della sabbia e per il commercio illegale di fauna selvatica.

Il rapporto fa qualche esempio: La pesca dell’ hilsa nel Gange, a monte di Farakka, è precipitata da una resa di 19 tonnellate a solo 1 tonnellata all’anno dopo la costruzione dello sbarramento di Farakka negli anni ’70; Il bracconaggio illegale per il caviale è una delle ragioni principali per cui gli storioni sono una delle famiglie di animali più minacciate al mondo, mentre le anguille europee in pericolo di estinzione sono l’animale più trafficato; Quote di pesca eccessivamente alte nel fiume Amur in Russia hanno contribuito a un calo catastrofico della più grande risalita di salmoni del Paese  e nell’estate del 2019 non sono stati visti salmoni  chum  nelle loro zone di riproduzione.

Il rapporto sottolinea che «C’è una lunga lista di minacce, ma ci sono anche soluzioni, e il 2021 offre la speranza reale che il mondo possa invertire la tendenza e iniziare a invertire decenni di declino delle popolazioni di pesci d’acqua dolce. Il mondo deve cogliere l’opportunità di garantire un accordo globale sulla biodiversità ambizioso e attuabile alla conferenza della Convention on Biological Diversity (CBD)  a Kunming, in Cina, che deve, per la prima volta, prestare la stessa attenzione alla protezione e al ripristino dei nostri sistemi di supporto vitali di acqua dolce come alle foreste e agli oceani del mondo».

Secondo Orr, «La buona notizia è che sappiamo cosa è necessario fare per salvaguardare i pesci d’acqua dolce. Garantire un New Deal per gli ecosistemi di acqua dolce del mondo riporterà la vita ai nostri fiumi, laghi e zone umide morenti. Riporterà anche le specie ittiche di acqua dolce dall’orlo del baratro, assicurando cibo e posti di lavoro a centinaia di milioni di persone, salvaguardando delle icone culturali, aumentando la biodiversità e migliorando la salute degli ecosistemi di acqua dolce che sono alla base del nostro benessere e prosperità».

Carmen Revenga di The Nature Conservancy ha confermato che i pesci d’acqua dolce «Non solo sono essenziali per il sano funzionamento dei nostri fiumi, laghi e zone umide, ma milioni di persone, in particolare i poveri, dipendono anche da loro per il loro cibo e reddito. Ora è più urgente che mai trovare la volontà politica collettiva e una collaborazione efficace con il settore privato, i governi, le ONG e le comunità, per implementare soluzioni basate sulla natura che proteggano le specie di acqua dolce, assicurando al contempo che i bisogni umani vengano soddisfatti».

Il New Deal for Nature and People dovrebbe basarsi anche  sulla freshwater transition delineata nel CBD’s 5th Global Biodiversity Outlook, che riecheggia i 6 pilastri dell’ Emergency Recovery Plan for freshwater biodiversity capeggiato dal Wwf che lo definisce «Un piano completo che può fornire soluzioni alla scala necessaria per invertire il crollo delle popolazioni di pesci d’acqua dolce».

Commentando lo studio su BBC News, Jeremy Biggs, del Freshwater Habitats Trust, ha affermato che  «Per proteggere la biodiversità dell’acqua dolce, dobbiamo tenere in considerazione sia i corsi d’acqua grandi che piccoli e proteggere tutte le nostre acque dolci: stagni, laghi, torrenti e fiumi».

Orr conclude: «Quello di cui abbiamo bisogno ora è di riconoscere il valore dei pesci e della pesca d’acqua dolce e che i governi si impegnino a realizzare nuovi obiettivi e soluzioni, oltre a dare la priorità agli ecosistemi di acqua dolce che necessitano di protezione e ripristino. Abbiamo anche bisogno di partnership e innovazione attraverso azioni collettive che coinvolgano governi, imprese, investitori, società civile e comunità».