Un piano per gestire le popolazioni invasive di pesci scorpione nel Mediterraneo

I pesci scorpione non possono più essere eradicati dal Mediterraneo, ma vanno assolutamente contenuti

[12 Aprile 2022]

La nuova Guide to Lionfish Management in the Mediterranean  contiene una serie di raccomandazioni per consentire alle comunità costiere e ai gestori di ridurre al minimo l’impatto dei pesci scorpione (Pterois miles) nel Mar Mediterraneo. Il rapporto che accompagna la guida, presentato dal principe Albert II di Monaco ricorda che «La specie invasiva è stata notata per la prima volta al largo delle coste del Libano nel 2012, con avvistamenti da allora registrati fino all’estremo ovest della Sicilia e a nord nel Mar Adriatico al largo della Croazia. Altri sono entrati nel 2015 a causa dell’allargamento e dell’approfondimento del Canale di Suez, con la loro diffusione  che procede senza ostacoli per mancanza di predatori comuni».

Nella prefazione alla guida, Albert II di Monaco scrive: «La proliferazione del pesce scorpione nel Mediterraneo è una grave minaccia per gli ecosistemi del nostro mare. Ecco perché è importante fare tutto il possibile per prevenirlo, inibirlo e limitarlo. Questo è quel che le soluzioni presentate in questa guida hanno esposto in modo molto efficace, sulla base sia di solide competenze scientifiche che di feedback conclusivi».

I ricercatori del Regno Unito e di Cipro che hanno redatto la guida evidenziano che «L’aumento della densità di pesci scorpione, insieme alla dieta generalista della specie e al consumo di pesci importanti dal punto di vista ecologico e socioeconomico, ha il potenziale per provocare un’ulteriore perturbazione di un ambiente marino già stressato».

La nuova guida contiene una serie di raccomandazioni attraverso le quali i ricercatori sperano che le popolazioni di pesci leone possano essere gestite e che includono; prendere rapidamente di mira il pesce scorpione per ridurre il potenziale di impatti ecologici e socioeconomici; Sviluppare rapidamente opportunità per i pescatori commerciali e ricreativi di prendere di mira il pesce scorpione; Concentrarsi sulle modifiche legali necessarie per consentire la rimozione dei pesci scorpione; Creare una filiera per i prodotti del pesce scorpione; Incoraggiare l’interesse dell’opinione pubblica con opportunità di vedere, mangiare e partecipare ad attività per gestire il pesce scorpione; Fissare soglie per gli impatti ambientali, economici e sociali e valutare lo svolgimento delle attività di gestione; Monitorare il pesce scorpione nei siti sentinella; Mettere immediatamente il pesce scorpione nell’agenda per la cooperazione regionale. Devono essere inclusi nell’elenco dell’Ue delle specie invasive pericolose; Sostenere le misure di biosicurezza nel Canale di Suez.

I ricercatori chiedono anche modifiche legali per consentire le azioni necessarie per una forte diminuzione del pesce scorpione in tutto il Mediterraneo.

Le raccomandazioni sono state sviluppate nell’ambito di RELIONMED, un progetto quadriennale sostenuto da una sovvenzione di 1.676.077 euro dal programma LIFE dell’Unione Europea e che ha unito diverse organizzazioni di Cipro (tra cui l’università di Cipro, il Dipartimento pesca e ricerca marina, Enalia Physis Environmental Research Centre e Marine & Environmental Research Lab) con ricercatori marini dell’università di Plymouth.

Jason Hall-Spencer, ricercatore capo della  Plymouth per RELIONMED, sottolinea che «L’invasione del pesce scorpione è la più veloce mai segnalata nel Mar Mediterraneo. La nostra ricerca ha dimostrato che solo tra il 2018 e il 2020 si è verificato un aumento del 400% del numero di pesci scorpione nelle aree al largo di Cipro dove la pesca era limitata all’interno delle aree marine protette. Tuttavia, abbiamo anche visto che all’interno delle comunità c’è sia una comprensione della necessità di agire, sia una volontà di essere coinvolti. E’ improbabile che le popolazioni di pesci scorpione del Mar Mediterraneo vengano eradicate e il nostro clima che cambia e il riscaldamento degli oceani significano che è più probabile che si diffondano ulteriormente. Solo migliorando la biosicurezza del Canale di Suez possiamo evitare che specie sempre più invasive si riversino nel Mar Mediterraneo».

Il principale autore della guida, il ricercatore marino cipriota  Periklis Kleitou, conclude: «I corridoi degli habitat, le barriere naturali e le discontinuità hanno scarso effetto sugli organismi marini. Per aver successo, la gestione delle specie invasive richiede un approccio transfrontaliero e concertato. La produzione di questa guida è fondamentale in quanto condivide storie di successo e nuove conoscenze del progetto RELIONMED e consente l’aumento degli sforzi di gestione del pesce scorpione nella regione più ampia».