Un parco australiano vuole eliminare 10.000 cavalli selvatici, gli scienziati: bisogna eradicarli tutti

I cavalli selvatici danneggiano il fragile suolo delle Alpi australiane e favoriscono l’estinzione di specie autoctone

[2 Novembre 2021]

Il piano di gestione del parco del governo del NSW è “difettoso” e ignora i danni causati dai cavalli selvatici

Con una lettera aperta al ministro dell’Ambiente del New South Wales (NSW)Matt Kean, l’Australian Academy of Science invita il governo del NSW ad eradicare al più presto tutti i cavalli selvatici da ogni area protetta dello Stato Australiano, a cominciare dal Kosciuszko National Park.

La bozza del piano pubblicata a settembre raccomanda di ridurre la popolazione di cavalli selvaggi del parco, conosciuti in Australia come brumbies, da circa 14.000 a circa 3.000 attraverso una combinazione di abbattimenti, catture e trasferimenti.

La lettera firmata da 69 tra  Fellows dell’Academy, altri ricercatori e 7 organizzazioni scientifiche, evidenzia che «Tutti i cavalli selvatici devono essere rimossi per proteggere le piante, gli animali e gli ecosistemi autoctonii australiani del Kosciuszko National Park e di altri parchi nazionali colpiti da cavalli selvatici nel NSW, come Barrington Tops, Guy Fawkes, Oxley Wild Rivers e le Blue Mountains».

Secondo i firmatari della lettera «Questo è fattibile perché i cavalli possono essere tenuti in una proprietà privata, proteggendo i valori culturali che hanno per alcune persone». La lettera cita anche lo studio “Measuring social preferences for conservation management in Australia”, pubblicato recentemente su Biological Conservation da un team di ricercatori australiani e canadesi, dal quale emerge che il 71% degli australiani pensa che sia accettabile abbattere animali selvatici se stanno danneggiando specie minacciate.

Inoltre, la lettera chiede «Misure più immediate per rafforzare il progetto di piano di gestione del patrimonio del parco nazionale di cavalli selvaggi di Kosciuszko attualmente in fase di consultazione pubblica» e raccomanda di: «Ridurre rapidamente il numero di cavalli selvatici ben al di sotto dell’obiettivo preliminare di 3.000 utilizzando tutti i metodi disponibili che siano efficaci e soddisfino gli standard di benessere degli animali: proteggere tutto il Kosciuszko National Park e non compromettere un terzo del Kosciuszko National Park designando aree di ritenzione dei cavalli: rescindere il Kosciuszko Wild Horse Heritage Act 2018  che continua ad essere un impedimento legale alla gestione efficace del parco nazionale, completamente in contrasto con il National Parks and Wildlife Act 1974 e i principi fondamentali della gestione delle aree protette».

Gli scienziati e ambientalisti fanno notare che «Le zone umide alpine continuano a degradarsi anche con un numero molto ridotto di cavalli selvatici. Kosciusko non può iniziare a riprendersi dalla siccità, dai vasti incendi boschivi e dal pascolo eccessivo se, come attualmente proposto, rimangono 3.000 cavalli selvatici».

Uno dei firmatari della lettera Il presidente dell’Australian Academy of Science, John Shine, aveva accolto con favore il precedente impegno pubblico del ministro Kean per la gestione delle aree molto sensibili dell’iconico Kosciuszko National Park  sulla base della migliore scienza disponibile e ora ribadisce: «Chiediamo al ministro di ascoltare la scienza, le ultime prove e le raccomandazioni su come proteggere al meglio il Parco dai danni significativi causati dai cavalli selvatici. Fare diversamente mostrerebbe un disprezzo per gli ecosistemi e le specie autoctone australiane minacciate di estinzione imminente e minacciate dai cavalli selvatici».

L’Australian Academy of Science ha anche pubblicato le sue osservazioni in risposta alla consultazione pubblica per il progetto di piano di gestione dei cavalli selvatici del Kosciuszko National Park, nella quale si afferma che «La gestione continua dei cavalli selvaggi nel Kosciuszko National Park  e la conservazione dei suoi ecosistemi richiederanno un monitoraggio estensivo, osservazioni e ricerche scientifiche, nonché un forte impegno nella raccolta e nell’azione di tali dati. Richiederà una gestione attiva, reattiva e ben informata dei branchi di cavalli selvatici con l’obiettivo di eradicarli completamente dal parco. L’inazione da parte del governo del NSW ha già permesso ai branchi di crescere e ai danni di continuare. La bozza del piano di gestione finge il contrario e, a causa di ciò, è gravemente viziata».

La presentazione dell’Accademy include un evidence brief  che riassume una ricerca sul Kosciuszko National Park  iniziata nel 2018 e esamina il numero di cavalli, l’impatto di cavalli e incendi e altro ancora, ribadendo che «Le strategie di gestione sono state insufficienti nell’alleviare gli impatti dei cavalli selvatici».

Secondo i ricercatori, la bozza del piano è un cedimento a un piccolo ma rumoroso gruppo di animalisti che ha esercitato pressioni sul governo del NSW per proteggere i cavalli, senza tener conto che continuare a permettere a 3.000 cavalli di continuare a vagare in un terzo del Parco, che include le paludi di sfagno alpine minacciate e gli habitat di specie autoctone in via di estinzione e vulnerabili come il pesce Galaxias tantangara, la raganella arborea alpina (Litoria verreauxii alpina) e il  ratto broad-toothed (Mastacomys fuscus).

L’Australia non ha mammiferi autoctoni con zoccoli duri, quindi i cavalli danneggiano maggiormente la vegetazione e il suolo delicati rispetto a specie dalle zampe morbide, come canguri e wallaby, oltre a creare problemi a causa del pascolo eccessivo.

Intervistato da Nature, David Watson della Charles Sturt University ha detto che «Il governo del NSW non avrebbe potuto scegliere un posto peggiore per consentire ai cavalli selvaggi di vagare. L’ambiente alpino australiano copre solo l’1% del continente e ha molte specie endemiche e minacciate che non si trovano da nessun’altra parte».  Don Driscoll, della Deakin University di Melbourne, concorda: «Queste aree sono semplicemente troppo fragili per avere grandi erbivori che le calpestano».

E da molto tempo che la gestione dei cavalli avalli selvatici è diventata un problema di nella regione alpina australiana, che si estende in tre Stati. Il Territorio della Capitale Australiana, che confina con il Kosciuszko National Park , ha un approccio a tolleranza zero per i cavalli selvatici e utilizza metodi che comprendono l’abbattimento da elicotteri. Nel suo ultimo piano di gestione pubblicato il primo novembre, lo Stato di Victoria raccomanda l’uso dell’abbattimento e altre misure per eradicare tutti i cavalli selvatici negli ambienti alpini più delicati e la costante riduzione del loro numero altrove. Il governo dello Stato del NSW aveva precedentemente cercato di controllare i brumbie ricollocandoli su terreni privati, ma non è mai stato in grado di trovare posto per più di poche centinaia di cavalli all’anno e dal 2002 ne ha ricollocati circa un migliaio. Jamie Pittock, dell’Australian National University di Canberra, evidenzia che «Il riconoscimento da parte del governo che la popolazione in crescita esponenziale non può essere gestita con il solo reinserimento è almeno un passo avanti». Ma Watson fa notare a sua volta che «3.000 cavalli si riprodurrebbero abbastanza rapidamente da fare in modo che 1.000 dovrebbero ancora essere rimossi o uccisi ogni pochi anni, il che significa che anche una piccola popolazione creerà un continuo rompicapo in termini di danni al parco e requisiti di rimozione».

Un portavoce del NSW National Parks and Wildlife Service ha ribattuto che «L’obiettivo proposto di 3.000 cavalli manterrà i valori ambientali del parco» e che l’eradicazione  dei cavalli da due terzi del parco fornirebbe «Protezione efficace per le specie minacciate», ma non ha risposto alle domande di Nature sulle critiche degli scienziati al progetto di piano.

John Derek Scasta dell’università del Wyoming a Laramie, sottolinea le differenze tra la situazione australiana e quella statunitense: «Gli Usa sono alle prese con problemi simili con i mustang nei parchi nazionali. L’obiettivo è quello di arrivare a un numero concordato di cavalli sostenibile, ma non tutti sono d’accordo su quale sia quel numero».

Dato che la legge Usa vieta l’abbattimento dei cavalli selvatici, il Bureau of Land Management Usa fa invece affidamento su raduni, sterilizzazione, reinserimento o finanziamenti per mantenere i cavalli in proprietà private o federali. Ma Scasta conclude avvertendo che «I numeri in aumento, e i costi per prendersene cura, potrebbero significare che gli Stati Uniti dovranno affrontare una resa dei conti con i cavalli selvaggi in un futuro non troppo lontano».