Il premier conservatore fa l’ambientalista per evitare che l’Unesco declassi la Barriera Corallina tra i siti patrimonio dell’umanità in pericolo

Un altro miliardo di dollari per salvare la Grande Barriera Corallina Australiana

Ma la salute dei coralli è strettamente legata al cambiamento climatico che l’Australia non combatte

[2 Febbraio 2022]

Secondo un’analisi realizzata dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), da metà novembre a metà dicembre, l’80% della Grande Barriera Corallina Australiana ha registrato temperature dell’acqua record. La NOAA, che monitora le temperature nella barriera corallina dal 1985, ricorda che la Grande Barriera Corallina Australiana ha già subito eventi di sbiancamento di massa nel 1998, 2002, 2016, 2017 e 2020, tutti anni insolitamente caldi. Le temperature estreme dell’acqua di dicembre suggeriscono che un altro evento di sbiancamento potrebbe arrivare quest’anno. Tuttavia, condizioni monsoniche onsoni potrebbero raffreddare la temperatura dell’acqua a sufficienza da prevenire una diffusa mortalità dei coralli e ora le autorità australiane sperano nelle tempeste, nelle nuvole e nella pioggia.

William Skirving, un ricercatore con Coral Reef Watch della NOAA, sottolinea che «Non c’è mai stato uno stress da caldo come quello nei nostri archivi climatici. Al giorno d’oggi, essere uno scienziato in questo campo a volte è un po’ da incubo. A volte vorrei saperne un po’ meno».

Di fronte a questo ennesimo esempio dei rischi del riscaldamento globale, il governo liberal-nazionalista australiano dell’ex (?) negazionista climatico Scott Morrison – con un occhio alle elezioni del prossimo maggio – ha annunciato che investirà un ulteriore miliardo di dollari australiani per proteggere la Grande Barriera Corallina, sostenendo nel contempo 64.000 abitanti del Queensland e i loro posti di lavoro nell’economia della barriera corallina.

Il governo australiano sottolinea che «I nuovi finanziamenti sosterranno la scienza marina leader a livello mondiale, l’implementazione di nuove tecnologie di adattamento climatico, importanti investimenti in programmi per la qualità dell’acqua e pratiche di gestione dell’acqua all’avanguardia per ridurre le minacce della stella marina corona di spine, proteggere le specie chiave e prevenire la pesca illegale».

Il pacchetto aggiuntivo da 1 miliardo di dollari da spendere per i prossimi 9 anni include: 579,9 milioni di dollari per la qualità dell’acqua: lavorare in modo costruttivo con i gestori del territorio per rimediare all’erosione, migliorare le condizioni del terreno e ridurre il deflusso di nutrienti e pesticidi. 252,9 milioni di dollari per la gestione e la conservazione della barriera corallina: un supporto aggiuntivo per la Great Barrier Reef Marine Park Authority per ridurre le minacce delle stelle marine corona di spine (COTS), implementare sistemi avanzati di monitoraggio sanitario e prevenire la pesca illegale. 92,7 milioni di dollari per ricercare e implementare strategie di adattamento e la scienza della resilienza delle barriere coralline leader a livello mondiale. 74,4 milioni di dollari per i proprietari tradizionali e progetti comunitari, tra  i quali protezione delle specie, ripristino dell’habitat, programmi di citizen science e rifiuti marini.

Il premier Morrison ha evidenziato che «Il nuovo investimento estenderà l’investimento del governo federale nell’ambito del Reef 2050 Plan a oltre 3 miliardi di dollari. Stiamo sostenendo la salute della barriera corallina e il futuro economico degli operatori turistici, dei fornitori di ospitalità e delle comunità del Queensland che sono al centro dell’economia della barriera corallina. Questa è già la barriera corallina meglio gestita al mondo e oggi portiamo il nostro impegno a un nuovo livello. I finanziamenti sosterranno scienziati, agricoltori e proprietari tradizionali, sostenendo la scienza marina più recente, costruendo al contempo resilienza e riducendo le minacce dall’inquinamento nei nostri oceani e dai predatori come la stella marina corona di spine».

La ministro dell’ambiente Susan Ley ha aggiunto che «Il livello record di investimenti nella barriera corallina è stato guidato dalla migliore scienza e dall’impegno con le comunità e le industrie locali e dalla collaborazione con i proprietari tradizionali. Dalla scienza rivoluzionaria nella semina e nel ripristino dei coralli, al miglioramento della qualità dell’acqua, alle ultime novità sulla gestione dell’acqua e sui sistemi di conformità, nonché alla protezione delle specie autoctone, stiamo lavorando su ogni aspetto della barriera corallina. I nostri agricoltori, operatori turistici e pescatori sono i nostri campioni della barriera corallina e li stiamo supportando attraverso strategie acquatiche e terrestri pratiche che contribuiranno in modo significativo alla salute della barriera corallina».

Il deputato federale del Liberal National Party of Queensland, e inviato speciale per la Grande Barriera Corallina, Warren Entsch, ha detto che «Il governo Morrison stava lavorando fianco a fianco con le comunità della barriera corallina. Le persone a Cairns e nell’estremo nord del Queensland si preoccupano della barriera corallina più di chiunque altro. I nostri operatori turistici, le comunità locali e i proprietari tradizionali sono coinvolti nella salute della barriera corallina e questo finanziamento sostiene il loro impegno e il futuro della più grande meraviglia naturale del mondo. The Reef è un posto fantastico da visitare e, in particolare quando le attività locali iniziano a riprendersi, incoraggio le persone a venire e vederlo di persona. Questo finanziamento ci aiuterà a mantenerlo così e ci assicurerà che rimarremo i migliori Reef Manager del mondo».

In realtà l’annuncio dello stanziamenti di un miliardo di dollari arriva  mentre il primo febbraio l’Australia ha dovuto presentare un rapporto al Comitato del Patrimonio Mondiale Unesco sulle misure che sta adottando per proteggere la Grande Barriera Corallina. Infatti, l’Unesco, nonostante i proclami di Morrison, Ley ed Entsch, aveva pesantemente bacchettato il governo australiano per la cattiva gestione della Grande Barriera Corallina  e una missione di monitoraggio Unesco visiterà la barriera corallina nella prima metà di quest’anno per aiutare a informare i membri del comitato prima che votino di nuovo sull’eventuale aggiunta della barriera corallina all’elenco del Patrimonio in pericolo a giugno. Una designazione che Morrison ha evitato nel 2021 dopo un intenso lavoro di lobbying da parte del governo conservatore australiano, guidato dalla ministro dell’ambiente Ley, che ha cercato di proteggere il turismo ed evitare ricadute politiche a causa della declassificazione della barriera corallina.

Ma, mentre Morrison ora fa l’ambientalista preoccupato per le ondate di caldo marino e il cambiamento climatico, alla COP26 Unfccc di Glasgow l’Australia è stata tra i pochi Paesi che non hanno accettato di eliminare gradualmente il carbone.

Per Martin Zavan, climate impacts campaigner di Greenpeace Australia Pacific, «E’ sbalorditivo che il governo Morrison pianifichi di destinare così tanti soldi alla barriera corallina ignorando il fattore principale del suo declino: il cambiamento climatico causato dalla combustione di combustibili fossili. In questo momento, un’ondata di caldo marino sta causando lo sbiancamento dei coralli in alcune parti della barriera corallina. Se viene dichiarato un evento di sbiancamento di massa, sarebbe il quarto in sei anni quando questi eventi si sono verificati in precedenza una volta in una generazione. Pensate come il corallo resistente al calore e più soldi per monitorare il declino della barriera corallina non faranno nulla per impedire il riscaldamento dell’oceano che sta portando la distruzione di questo ecosistema amato e di vitale importanza. È un fatto scientifico indiscutibile che il Reef sia in pericolo e che sia guidato dal cambiamento climatico. E’ imperdonabile che il governo Morrison non abbia un piano credibile per ridurre rapidamente le emissioni e continui a promuovere e sovvenzionare l’estrazione e la combustione di carbone, petrolio e gas che sono i principali motori del riscaldamento globale. Per dare al Reef la possibilità di combattere che merita di avere, il governo Morrison deve elaborare un piano per sostituire tutte le centrali elettriche a carbone con energia rinnovabile pulita e sicura entro il 2030 e impegnarsi al net zero entro il 2035».

Richard Leck, head of oceans del Wwf Australia: ha accolto con favore l’annuncio di 1 miliardo di dollari in finanziamenti federali per la Grande Barriera Corallina nei prossimi nove anni: «Questa è una notizia positiva per la nostra icona nazionale e rappresenta una continuazione del finanziamento per il reef sostanzialmente ai livelli attuali».

Ma anche il Wwf ricorda che «I progressi nella riduzione dell’inquinamento idrico sono rimasti indietro rispetto agli obiettivi del governo di proteggere la barriera corallina, quindi è fondamentale che questo investimento venga applicato in modo da migliorare notevolmente la qualità dell’acqua. Deve inoltre essere accompagnato da leggi più forti per ridurre l’inquinamento e un aumento dell’applicazione della legge e della conformità. Soprattutto, l’azione sull’inquinamento delle acque deve essere accompagnata da un’azione reale sul clima per ridurre le emissioni in questo decennio. La scienza è chiarissima sul fatto che il governo deve intensificare in modo significativo la sua azione l climatica per proteggere la barriera corallina».
Ma a dicembre. sono stati pubblicati dati shock sul dissodamento dei terreni, rivelando che nel 2018-19 nel Queensland sono stati disboscati con i bulldozer ben 680.688 ettari e che quasi un terzo di questi interventi (217.419 ettari) è avvenuto in bacini idrici bacini che scorrono verso la Grande Barriera Corallina e che l’85% è stato esentato dalle leggi statali sulla bonifica dei terreni.

Leck conclude: «I soldi da soli non risolveranno i problemi che affliggono il reef. Abbiamo bisogno di una protezione più solida degli alberi e di rafforzare gli obiettivi di qualità dell’acqua».