Tutte le barriere coralline dell’Oceano Indiano occidentale sono ad alto rischio collasso entro 50 anni
Per salvarle bisogna istituire nuove aree marine protette e combattere il riscaldamento globale e la pesca illegale
[9 Dicembre 2021]
Dopo un’analisi durata 18 mesi, i ricercatori di Coastal Oceans Research and Development in the Indian Ocean (CORDIO East Africa) in collaborazione con scienziati di oltre 35 organizzazioni in tutto il mondo hanno pubblicato su Nature Sustainability lo studio “Vulnerability to collapse of coral reef ecosystems in the Western Indian Ocean” che dimostra che le barriere coralline dell’Oceano Indiano occidentale sono tutte ad alto rischio di collasso entro i prossimi 50 anni e che identifica nel riscaldamento degli oceani e nella pesca eccessiva le principa10 Paesi dell’Oceano Indiano occidentale e le suddivide in 11 sottoregioni che sono state valutate utilizzando i criteri della Lista rossa degli ecosistemi dell’ International Union for Conservation of Nature (IUCN), un quadro sviluppato valutare quanto gli ecosistemi siano prossimi al collasso, e «Le barriere coralline in tutte le sottoregioni sono risultate ad alto rischio di completo collasso dell’ecosistema e danni irreversibili».
Proprio come la Lista rossa IUCN delle specie minacciate, che valuta il rischio di estinzione delle specie, la Lista rossa degli ecosistemi IUCN valuta oggettivamente i pericoli per il nostro mondo naturale in un modo standardizzato che può essere applicato a tutti gli ecosistemi a livello globale e Radhika Murti, direttrice del Center for Society and Governance dell’IUCN. Evidenzia che «Questo studio è stato progettato in modo che possa essere applicato alle barriere coralline di tutto il mondo, basandosi sul rapporto sulle barriere coralline del Global Coral Reef Monitoring Network pubblicato di recente. Se i criteri della Lista rossa degli ecosistemi dell’IUCN possono essere applicati a tutte le regioni della barriera corallina in tutto il mondo, avremo un quadro chiaro e coerente dello stato di questi ecosistemi vitali a livello globale e delle misure politiche più urgenti che i decisori devono adottare».
Gli autori dello studio hanno analizzato dati che risalgono a 35 anni fa e proiezioni della temperatura della superficie del mare che si spingono a 50 anni nel futuro. La loro area di studio includeva la costa orientale dell’Africa continentale dal Kenya al Sud Africa e ad est degli Stati insulari delle Seychelles e delle Mauritius. In totale, comprendeva circa il 5% delle barriere coralline del mondo. Il lavoro è stato condotto da ricercatori di CORDIO East Africa e ha coinvolto i contributi di ricercatori di 9 paesi dell’Oceano Indiano occidentale. .
Il principale autore dello studio, David Obura, direttore fondatore di CORDIO East Africa e presidente dell’IUCN SSC Corals Specialist Group. Ricorda che «Sappiamo da tempo che le barriere coralline sono in declino, ma ora sappiamo con maggiore precisione fino a che punto e perché. Questa valutazione riafferma l’urgenza delle crisi interconnesse del clima e della biodiversità affrontate dalla COP26 il mese scorso a Glasgow e dalla COP15 tra pochi mesi a Kunming. Dobbiamo intraprendere azioni decisive per affrontare sia le minacce globali ai coralli dovute ai cambiamenti climatici, sia quelle locali, come la pesca eccessiva».
Delle 11 sottoregioni, le barriere coralline in quattro delle sottoregioni sono in pericolo critico di estinzione , tre sono in pericolo e quattro sono vulnerabili al collasso. Nel complesso, le barriere coralline WIO sono classificate come vulnerabili.
Ad essere particolarmente minacciate sono le barriere coralline dei Paesi insulari dell’Oceano Indiano occidentale (WIO): «In quattro delle sottoregioni (Madagascar orientale e meridionale, Isole Comore e Isole Mascarene), le barriere coralline sono state valutate come “in pericolo critico” secondo i criteri della Lista rossa degli ecosistemi dell’IUCN, mentre sono state trovate “in pericolo” nell’ovest e Madagascar settentrionale e Seychelles esterne. L’aumento delle temperature dell’acqua di mare a causa del cambiamento climatico è stato identificato come la più grande minaccia per le barriere coralline in queste nazioni insulari», dicono i ricercatori.
Nelle restanti quattro sottoregioni, nelle Seychelles del nord e lungo l’intera costa continentale dell’Africa orientale dal Sudafrica al Kenya, le barriere coralline sono state classificate come “Vulnerabili” al collasso, E gli scienziati sottolineano che «Si è scoperto che la pesca eccessiva, alterando l’ecologia delle barriere coralline e promuovendo l’acquisizione di alghe, rappresenta la più grande minaccia complessiva nei Paesi dell’Africa continentale.
Un altro autore dello studio, Mishal Gudka, scienziato senior e responsabile programma a CORDIO East Africa, conferma: «Abbiamo rilevato la pesca eccessiva dei principali predatori su tutte le barriere coralline di cui avevamo dati. Questi risultati evidenziano la necessità di migliorare la gestione della pesca locale per garantire la salute dei sistemi di barriera corallina e garantire stock ittici sostenibili, che supportano i posti di lavoro per un quarto di milione di persone nella regione».
Lo studio formula alcune raccomandazioni per mettere in atto azioni per proteggere le barriere coralline nella regione dell’Oceano Indiano occidentale:
1 Sostenere le azioni mirate ad alleviare la pressione della pesca attraverso la cogestione della pesca su piccola scala e l’istituzione di zone vietate per consentire di avere risorse per la pesca.
2 Incorporare la mitigazione del clima e l’adattamento come priorità nazionali all’interno dei quadri di sviluppo e pianificazione, comprese azioni specifiche per i sistemi costieri e marini e le persone legate alle barriere coralline. Ridurre i fattori di stress per le barriere coralline da fonti terrestri adiacenti alle barriere coralline (ad esempio inquinamento) per migliorare la resilienza alle temperature di riscaldamento.
4 Aumentare l’area delle barriere coralline sotto protezione efficace per raggiungere gli obiettivi internazionali nell’Oceano Indiano occidentale (probabilmente del 30% entro il 2030) in modo compatibile con l’uso sostenibile e l’equità a livello locale.
5 Promuovere l’applicazione della Lista Rossa degli ecosistemi ad altri ecosistemi costieri e marini critici nell’Oceano Indiano occidentale, in particolare mangrovie e fanerogame.
6 Investire in analisi ad alta risoluzione a livello nazionale per soddisfare i requisiti delle politiche nazionali per la gestione e la conservazione delle barriere coralline.
7 Aumentare il supporto (finanziamenti e sviluppo delle capacità) per il monitoraggio della barriera corallina, collegato ai nodi della rete globale di monitoraggio della barriera corallina nazionale e regionale
8 Promuovere l’inclusione della Lista Rossa degli Ecosistemi come indicatore nel Global Biodiversity Framework della Convention on Biological Diversity e, attraverso questo, per gli Obiettivi 14 e 15 degli Obiettivi di sviluppo sostenibile.