Tracce di tartaruga marina in Maremma, tra le Rocchette e Roccamare, a Castiglione della Pescaia

Domenica fortunata per le sentinelle del mare di tartAmare. Ma non sono state deposte uova

[10 Luglio 2017]

«Eccola!!! Come la vedete in foto. Questa è la traccia del passaggio di una tartaruga marina lasciata sulla spiaggia tra le Rocchette e Roccamare», spiega Chiara Mancino, del team scientifico di tartAmare che, nonostante il transito di un mezzo meccanico per lo spianamento della spiaggia, con il suo gruppo di studenti in pattugliamento, è riuscita a cogliere chiari segni di risalita dal mare di una Caretta caretta.

La Mancino sottolinea che «Soprattutto nelle notti di luna piena, le tartarughe sondano le spiagge per nidificare. Se trovano la temperatura ideale depongono le uova, altrimenti ridiscendono in acqua per ritornare poi sulla spiaggia magari, in un posto vicino a quello già sondato, lì poi nidificheranno». Dovrebbe essere quello che è successo più a nord, all’Isola d’Elba, sulla spiaggia di Marina di Campo, dove una tartaruga marina il 20 giugno ha depositato le uova tra gli ombrelloni di due stabilimenti balneari, per poi ritornare la notte del 5 luglio  per un’ispezione la notte del 5 luglio, raggiungendo addirittura la strada asfaltata litoranea ma non deponendo le uova.

E’ stata comunque una bella sorpresa la rilevazione di quelle tracce fatta ieri all’alba dagli studenti del Polo Liceale di Grosseto che ogni mattina si svegliano  presto per l’inizio del turno di controllo, coordinati dalla professoressa Maggi, anche lei di pattuglia sulla spiaggia, con gli esperti di tartAmare onlus.

A tartAmare spiegano che «Il Progetto scientifico sulla conservazione della biodiversità, prevede monitoraggio delle spiagge della costa tirrenica da Piombino alla Feniglia, costa che è stata idealmente suddivisa in 6 settori, per il ritrovamento di nidi di tartaruga marina. Ogni zona affidata a volontari che si sono resi disponibili o a due/tre studenti con un capogruppo volontario dell’associazione o insegnante».

E’ stata una dei capo gruppi, la studentessa universitaria Chiara Mancino, ad avvistare intorno alle 7:00 le  tracce di tartaruga ed è lei  ad evidenziare che «Mamma tartaruga ha fatto la risalita della spiaggia, ma qualcosa deve averla disturbata, perché dopo le prove scientifiche messe in atto dalla dottoressa Luana Papetti, responsabile scientifico e dagli altri operatori esperti di tartAmare si è arrivati alla conclusione che le uova non sono state deposte, confortati anche dal consulto di esperti del settore della Regione Calabria, l’Associazione Caretta Calabria Conservation, nel cui territorio nidificano molte tartarughe».

A tartAmare sottolineano che «Comunque l’avvenimento ha forte rilevanza scientifica se si somma ai 2 avvistamenti all’isola d’Elba con una nidificazione particolare come quella avvenuta a Marina di Campo in mezzo ai lettini e gli ombrelloni di uno stabilimento balneare. Ogni traccia di Caretta caretta nelle nostre zone è da studiare ed approfondire scientificamente, confrontando dati e fatti, per intercettare nidi e proteggerli visto che quest’animale è in via di estinzione.Occorre sensibilizzare tutti coloro che operano sulle spiagge, compresi quelli che con mezzi meccanici sono addetti alle pulizie. TartAmare nei mesi scorsi, ha tenuto incontri proprio a questo scopo e prevede la sensibilizzazione anche dei turisti e dei fruitori delle spiagge. Così come ogni mattina di pattugliamento è prevista, da parte degli alunni e del capogruppo, la pulizia della spiaggia».

L’Onlus maremmana riprende l’appello lanciato pochi giorni fa da Legambiente Arcipelago Toscano: «Tuttavia la tutela dell’ambiente non può essere solo un fatto di passione e volontariato, e i soci di tartAmare, come quelli di molte altre associazioni che operano nel settore e che fanno un lavoro encomiabile, auspicano il sostegno da parte della Regione Toscana e degli uffici che hanno per finalità la tutela delle specie in via di estinzione e l’educazione ambientale rivolta ai giovani. Incoraggiamenti attraverso attenzione a tutte le iniziative e sostegno economico devono giungere per rendere la nostra regione il cardine della tutela della biodiversità».

TartAmare ricorda che «Ogni nido danneggiato rappresenta una perdita di 80 -100 piccoli di tartaruga che non nasceranno. Considerando che i piccoli fin dalla risalita del nido, trovano predatori e difficoltà e che statisticamente solo 2 su mille diventeranno adulti, ogni precauzione da parte di tutti è doverosa, soprattutto da parte delle autorità preposte. In questo caso è stata attivata la Capitaneria di porto e l’assessore all’ambiente, Elena Nappi, del comune di Castiglione della Pescaia, che hanno avviato ciò che è di loro competenza».

L’associazione conclude: «L’Associazione tartAmare ha ottenuto dal Ministero dell’Ambiente, l’autorizzazione in deroga per operare sui nidi, monitorarli e assistere i piccoli nati. Questa traccia è il primo frutto del primo monitoraggio organizzato regolare e continuativo compiuto in Toscana o meglio in Maremma, dicono da tartAmare, siamo i pionieri ma non per questo non faremo le cose con il rigore scientifico che ci ha sempre contraddistinto, cercando eventualmente, laddove le nostre conoscenze la nostra esperienza non arrivino, l’aiuto di altre associazioni italiane come Caretta Calabria Conservation che hanno un numero maggiore di casi e quindi una maggiore esperienza. I giovani che sono approdati da noi per questo progetto formativo ci stanno particolarmente a cuore perché saranno probabilmente la futura classe di amministratori di Italia, saranno magari quelli chiamati a fare le leggi e nel farlo non potranno ignorare di preservare il nostro territorio che è il nostro grande e più importante patrimonio».