Torna in mare la tartaruga “Goccia”
La giovane Caretta caretta salvata da un pescatore e curata dall’Acquario di Livorno
[4 Agosto 2015]
La tartaruga Caretta caretta che il 7 Dicembre 2014 era stata ritrovata in una rete da pesca da un pescatore livornese al largo del porto di Livorno, oggi è tornata in mare.
Il rettile marino, che è stato chiamato “goccia” era stato consegnato prima alla Capitaneria di Porto di Livorno che poi aveva affidato la tartaruga alle cure dello staff dell’Acquario di Livorno- “Goccia” è stata ospitata nelle vasche di quarantena dell’acquario e i veterinari della Costa Edutainment la hanno sottoposta ad accurati controlli diagnostici per valutane lo stato di salute.
Al momento del ritrovamento, “Goccia” era un giovane esemplare di 21 Kg e lungo 55 cm, del quale non si riusciva a determinare nemmeno il sesso. La tartaruga marina è stata sottoposta ad indagine neurologica, radiografica ed ematologica «da cui è emersa un un’infezione polmonare – spiegano all’Acquario di Livorno – presumibilmente una polmonite ab ingestis (ossia una broncopolmonite) che si sviluppa a causa dell’ingresso di materiali estranei nell’albero bronchiale che, nel caso di una tartaruga marina intrappolata in una rete, è rappresentato dall’acqua, che comporta difficoltà ad effettuare apnee prolungate portando l’animale a passare quindi più tempo in superficie per poter respirare. Ulteriori esami effettuati hanno inoltre evidenziato la presenza di numerosi residui di plastica ingeriti accidentalmente dall’animale».
“Goccia” inizialmente non riusciva ad alimentarsi in maniera autonoma ma in seguito ha mostrato un graduale costante miglioramento, confermato da esami successivi dai quali è emerso una riduzione dei parametri dell’infezione. Così è diventato possibile organizzare il suo rilascio in mare. Oggi infatti “Goccia” pesa 24 kg.
Il rilascio, organizzato dall’Acquario di Livorno, in collaborazione con l’ARPAT di Livorno, è stato realuizzato con l’ausilio di una motovedetta della Capitaneria di Porto di Livorno e del Nucleo Sommozzatori Guardia Costiera di Genova. “Goccia” è stata dotata di una radiotrasmittente, connessa al sistema satellitare ARGOS e che consentirà di seguirne gli spostamenti, fornita da Arpatin collaborazione con il Dipartimento di Biologia dell’Università di Pisa e all’interno del monitoraggio effettuato dall’Osservatorio Toscano della Biodiversità.
L’Acquario di Livorno sottolinea le cause i problemi più frequenti che incontra una tartaruga in mare:
interferenze con le attività di pesca, principalmente dovute ai palamiti (è frequente la presenza di ami nella cavità boccale o nel tratto digerente, spesso evidenziato dal filo di nylon che fuoriesce ai margini della bocca) o alle reti (possono causare ferite, mutilazioni e, nel peggiore dei casi, il soffocamento degli animali); ingestione di corpi estranei, quali ad esempio sacchetti di plastica, forse scambiati per meduse (parte della dieta naturale di questi rettili) o semplicemente perché disponibili in movimento nella colonna d’acqua; impatto con imbarcazioni a motore, che arrecano traumi e ferite sul carapace o sul capo (più di rado altrove); inquinamento con petrolio»
Ogni volta che una tartaruga viene soccorsa, la cosa migliore da farsi è informare subito le autorità competenti (Capitaneria di Porto e Corpo Forestale dello Stato,), contattando la centrale operativa della Guardia Costiera al numero telefonico 0586/826.070 – Le autorità stabiliranno a quale istituto affidarla per le eventuali cure. Per l’emergenza in mare è attivo il numero blu 1530 gratuito su tutto il territorio nazionale ed attivo 24 ore su 24 per 365 giorni all’anno.