A Tavolara stagione negativa per la nidificazione della Berta minore, colpa dei ratti

Ma è in preparazione l’eradicazione dei roditori invasivi che predano i pulcini

[30 Giugno 2017]

Secondo il progetto Life Puffin, «La verifica del successo riproduttivo della Berta minore (Yelkouan shearwater) nell’arcipelago di Tavolara, effettuata fra il 26 e il 28 giugno, ha evidenziato una situazione di forte sofferenza della popolazione in tutta l’area, rimarcata anzitutto da un successo riproduttivo estremamente basso, con un valore massimo di 0,13 giovani/coppia nella parte alta di Tavolara (al di sopra dei 350 m circa slm, con un campione di 16 nidi occupati) e di appena 0,03 giovani/coppia nel complesso delle tre grotte controllate, su un campione di 29 nidi occupati. A Molara, su un campione di 30 nidi occupati il successo riproduttivo è stato nullo».

Il progetto Life+ “Puffinus Tavolara”, che prevede l’eradicazione dei ratti neri e il contenimento delle capre selvatiche, è cofinanziato per il 50% dall’Unione europea e per il restante 50% dal Comune di Olbia che riveste il ruolo di beneficiario coordinatore, dall’Area Marina Protetta di Tavolara e Punta Coda Cavallo e dalla Nemo srl che rivestono il ruolo di beneficiari associati.

Paolo Sposimo, di Nemo, spiega che «A Tavolara, dove nidificano 10.000-13.000 coppie di berta minore, che per quanto ne sappiamo sono la metà della popolazione mondiale della specie, le cose vanno molto peggio che a Pianosa e a Montecristo, e tanto per cambiare la colpa è della predazione da parte dei ratti … ma se tutto va bene il prossimo autunno si procede con l’eradicazione».

I ricercatori confermano che «Le cause di questa sfavorevole situazione sono certamente da ricondurre all’intensa predazione esercitata dal ratto nero su uova e pulcini della specie e, in misura minore, all’abbandono della cova/allevamento (forse per morte accidentale di uno dei partners) da parte degli adulti. A conferma di ciò si consideri che nell’unica grotta costiera caratterizzata da assenza di ratti il successo riproduttivo è stato valutato fra 0,8 e 0,9 giovani/coppia, quindi prossimo al 100%. Altro elemento di forte preoccupazione è dato da un tasso di abbandono dei nidi valutabile in circa il 14% in tre anni (a fronte di una fortissima fedeltà al nido della specie) probabilmente dovuto al fatto che la mortalità degli adulti non è compensata dal reclutamento di giovani, il che suggerisce un marcato e preoccupante declino della principale popolazione della specie a livello globale».