Scoperti fossili di 3,7 miliardi di anni fa: la vita prosperava sulla giovane Terra

Forme di vita simili potrebbero esserci state anche su Marte?

[1 Settembre 2016]

Quello fatto da un team di ricercatori australiani in Groenlandia è un ritrovamento davvero straordinario: hanno scoperto i fossili più antichi del mondo, inoltrandosi così nella storia più remota della vita sul nostro pianeta.

Il team, guidato da  Allen Nutman  dell’università Wollongong (Uow) e che comprendeva Vickie Bennett (Australian National University e università del New South Wales) e Martin Van Kranendonk e  Allan Chivas dell’Uow, ha pubblicato su Nature lo studio  “Rapid emergence of life shown by discovery of 3,700-million-year-old microbial structures” nel quale  racconta la scoperta di stromatoliti fossili risalenti a  3,7 miliardi di anni fa nelle più antiche rocce sedimentarie del mondo: nella Isua Greenstone Belt, lungo il bordo della calotta glaciale della Groenlandia.

I ricercatori sottolineano che «La scoperta delle stromatoliti fossili fornisce una maggiore comprensione della precoce diversità della vita sulla Terra» e secondo loro «Potrebbe avere implicazioni per la nostra comprensione della vita su Marte».

Nutman, che insegna alla  Facoltà di scienze della Terra e ambientali dell’Uow,  ha detto che «i fossili di stromatoliti di Isua predatano i precedenti fossili più antichi di stromatoliti del mondo – che sono stati trovati in Australia Occidentale – di 220 milioni di anni».

La scoperta spinge indietro la documentazione fossile  sulla presenza di vita sulla Terra che sarebbe quindi apparsa molto presto nella sua storia geologica. Le stromatoliti di Isua, che sono emerse con il recente scioglimento di  uno strato di nevi perenni, vivevano in un mare poco profondo e forniscono la prima prova che la vita prosperava  in un ambiente primordiale.

Per gran parte della storia della Terra, la vita è stata costituita solo da organismi unicellulari e i fossili di stromatoliti sono cumuli di carbonato costruiti da queste comunità di microbi.

Nutman spiega ancora: «Il significato delle stromatoliti è che non solo forniscono la prova evidente di una vita antica che è visibile ad occhio nudo, ma che sono ecosistemi complessi. Questo indica che già  3,7 miliardi anni fa la vita microbica era diversificata.  Questa diversità dimostra che la vita è emersa nei primi pochi centinaia di milioni di anni di esistenza della Terra, il che è in linea con i calcoli biologi  che dimostrano  la grande antichità del codice genetico della vita».

La Bennett aggiunge che «Questo studio ha fornito una nuova prospettiva per la storia della Terra. Questa scoperta trasforma all’origine  lo studio sull’abitabilità planetaria. Invece di speculare sui potenziali ambienti primordiali, per la prima volta abbiamo rocce dalle quali sappiamo registrare le condizioni e gli ambienti che hanno sostenuto la vita primordiale. La nostra ricerca fornirà nuove intuizioni sui cicli chimici e le  interazioni roccia-acqua-microbi su un pianeta giovane».

Per Van Kranendonk, direttore dell’ Australian Centre for Astrobiology, del quale fa parte anche  Nutman, ha detto che «E’ stato straordinario trovare qualcosa che potrebbe portare a pensare a strutture di vita simili su Marte, che 3,7 miliardi di anni fa era un ambiente umido. Le strutture e la geochimica degli affioramenti  emersi di recente in Groenlandia mostrano tutte le funzioni utilizzate nelle rocce più giovani per poter discutere a favore di una origine biologica. Questa scoperta rappresenta un nuovo punto di riferimento per la più antiche testimonianze conservatesi della vita sulla Terra. Appoggia una rapida comparsa della vita sulla Terra e sostiene la ricerca di vita sviluppatasi in modo simile nelle antiche rocce su Marte».