Scoperta una barriera corallina alta 500 metri (VIDEO)

E’ staccata dalla Grande Barriera Corallina Australiana ed è la prima del genere scoperta in oltre 120 anni

[29 Ottobre 2020]

Un team di scienziati australiani ha scoperto un’enorme barriera corallina, distaccata nella Grande Barriera Corallina Australiana, la prima di questo tipo ad essere trovata da oltre 120 anni. Questa barriera corallina distaccata appena scoperta si aggiunge alle altre 7 barriere coralline distaccate dell’area, mappate dalla fine del 1800, compresa la barriera corallina di Raine Island, la più importante area di nidificazione delle tartarughe marine verdi (Chelonia mydas) del mondo.

Dando l’annuncio dell’eccezionale scoperta, lo Schmidt Ocean Institute ha spiegato che la barriera corallina sommersa si innalza dal fondale per oltre  500 metri e che è quindi più alta dell’Empire State Building di New York, della Sydney Tower e delle Petronas Twin Towers di Kuala Lumpur in Malaysia. La barriera corallina appena scoperta sorge dal  fondo dell’oceano al largo del Queensland settentrionale ed  è staccata, il che significa che non fa parte del corpo principale della Grande Barriera Corallina.

La  barriera corallina è stata scoperta da una spedizione scientifica a bordo della nave di ricerca Falkor dello Schmidt Ocean Institute, attualmente impegnata in un’esplorazione di 12 mesi dell’oceano che circonda l’Australia.

Il team di ricercatori guidato da Robin Beaman della James Cook University si è imbattuto nella barriera corallina il 20 ottobre, quando un stava conducendo mappature subacquee del fondale marino a nord della  Grande Barriera Corallina Australiana al largo di Cape York. Il 25 ottobre, , per esplorare la nuova barriera corallina, è stato inviato nelle profondità il  robot sottomarino SuBastian dello Schmidt Ocean Institute.

In base alle immagini e ai dati raccolti, gli scienziati australiani dicono che «La base della barriera corallina a forma di lama è larga 1,5 km, quindi sale per 500 metri  fino alla sua profondità minima di soli 40 m sotto la superficie del mare».

Wendy Schmidt, co-fondatrice dello Schmidt Ocean Institute, sottolinea che «Questa scoperta inaspettata conferma che continuiamo a trovare strutture sconosciute e nuove specie nel nostro oceano. Lo stato delle nostre conoscenze su cosa c’è nell’oceano è stato per lungo tempo molto limitato. Grazie alle nuove tecnologie che funzionano come i nostri occhi, orecchie e mani nell’oceano profondo, abbiamo la capacità di esplorarlo come mai prima d’ora. Nuovi paesaggi oceanici ci si stanno aprendo, rivelando gli ecosistemi e le diverse forme di vita che condividono il pianeta con noi».

Beaman  ha aggiunto: «Siamo sorpresi ed euforici per quello che abbiamo trovato. Non solo mappare in 3D la barriera corallina in dettaglio, ma anche guardare visivamente questa scoperta con SuBastian è incredibile. Questo è stato reso possibile solo dall’impegno dello Schmidt Ocean Institute di concedere agli scienziati australiani tutto il tempo necessario per la spedizione».

La Grande Barriera Corallina, la più grande barriera corallina del mondo, ospita oltre 1.500 specie di pesci, 411 specie di coralli duri e dozzine di altre specie. Si estende per oltre 2.300 km e nel 1981 è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità per la sua «enorme importanza scientifica e intrinseca», ma negli ultimi anni è stata fortemente danneggiata dal riscaldamento del mare che ha sbiancato e ucciso i coralli, disperso la vita marina e accelerato la crescita di alghe e altri organismi contaminanti. Lo studio  “Long-term shifts in the colony size structure of coral populations along the Great Barrier Reef”, pubblicato pochi giorni fa su Proceedings of the Royal Society B da un team di ricercatori dell’ARC Centre of excellence for coral reef studies della James Cook University ha rivelato che dal 1995 a oggi  la Grande Barriera Corallina ha perso più della metà dei suoi coralli a causa dei cambiamenti climatici.

La scoperta di questa nuova barriera corallina si va ad aggiunge a un anno di scoperte subacquee da parte dello Schmidt Ocean Institute che ad aprile ha scoperto nel canyon di Ningaloo la creatura marina più lunga mai registrata: un sifonoforo di 45 metri. Parenti di meduse e coralli, i sifonofori sono organismi delle acque profonde. Molti sono bioluminescenti, luminosi di colore verde o blu per attirare le prede.

Gli scienziati hanno scoperto anche una trentina di nuove specie. Ad agosto, gli scienziati hanno scoperto 5 specie non descritte di corallo nero e spugne e hanno registrato la prima osservazione australiana di rari scorfani nel Mar dei Coralli e nei Parchi marini della Grande barriera Corallina. A febbraio avevano trovato giardini e cimiteri di coralli di acque profonde nel Bremer Canyon Marine Park.

La spedizione e le immersioni nelle profondità settentrionali della Grande Barriera Corallina continueranno fino al 17 novembre come parte della più ampia campagna annuale dello Schmidt Ocean Institute in Australia. Le mappe create saranno disponibili attraverso AusSeabed, un programma nazionale di mappatura dei fondali marini australiani, e contribuiranno anche al progetto GEBCO Seabed 2030 della Nippon Foundation .

Jyotika Virmani, direttrice esecutiva dello Schmidt Ocean Institute, conclude: «Trovare una nuova barriera corallina alta mezzo chilometro nella zona di Cape York al largo della nota Grande Barriera Corallina mostra quanto misterioso sia il mondo appena oltre la nostra costa. Questa potente combinazione di dati cartografici e immagini sottomarine verrà utilizzata per comprendere questa nuova barriera corallina e il suo ruolo all’interno dell’incredibile Area del Patrimonio Mondiale della Grande Barriera Corallina».

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