Scoperta in Cile una nuova specie di dinosauro corazzato con una coda armata micidiale

E’ la Stele di Rosetta degli Anchilosauri dell’emisfero australe

[2 Dicembre 2021]

Un enigmatico fossile sorprendentemente conservato ha rivelato l’esistenza di una stirpe finora sconosciuta di dinosauri, con caratteristiche associate sia agli stegosauri che agli anchilosauri. La nuova specie di dinosauro, lo Stegouros elengassen,  è descritta nello studio “Bizarre tail weaponry in a transitional ankylosaur from subantarctic Chile”, pubblicato su Nature da un team di ricercatori della Facultad de Ciencias, Universidad de Chile guidato da Sergio Soto e Alexander Vargas,  Si tratta di una specie davvero strana che viveva circa 74 milioni in quella che è l’attuale Patagonia cilena e che è stata descritta come la “Stele di Rosetta” degli Anchilosauri dell’emisfero australe e che avrebbe un legame evolutivo con il  gruppo Parankylosauria, distinguendosi dai loro parenti che vivevano nell’emisfero settentrionale.

All’Universidad de Chile raccontano la storia di questa eccezionale scoperta: «Nel febbraio 2018, un team di paleontologi (con un membro fratturato e un altro slogato) ha estratto con grande difficoltà un blocco di roccia con alcune ossa fossili esposte da una ripida collina nella Valle del Río las Chinas, una zona inospitale della regione di Magallanes vicino al Parque nacional de las Torres del Paine. Il blocco venne  stato trasferito al Laboratorio de la Red Paleontológica de la Universidad de Chile, a Santiago, dove iniziò a rivelarsi una scoperta sorprendente». Una delle prime cose  che ha stupito i ricercatori è stata la straordinaria conservazione del fossile che avevano riportato alla luce: dopo 74 milioni di anni, mentre la roccia veniva lentamente rimossa, hanno trovato praticamente tutte le ossa dell’esemplare e l’area posteriore era intatta e completamente articolata, compresa la sua stranissima coda. Ed è stata proprio la coda ad attrarre fin dall’inizio maggiormente l’attenzione del team di ricerca: non somigliava a quella di nessun dinosauro conosciuto fino ad oggi e, spiegano i ricercatori cileni, «Nella sua metà posteriore, aveva sette paia di ossa dermiche sporgenti lateralmente che gli davano un aspetto simile a una fronda di felce o a un macuahuitl, la temibile mazza da guerra usata dagli antichi aztechi. La rarità di questa coda ha permesso di identificarlo chiaramente come un nuovo tipo di dinosauro corazzato». Una scoperta così singolare da venire pubblicata sulla rivista scientifica più influente al mondo .

La specie particolare, la cui lunghezza sarebbe stata di circa 2 metri, era denominata Lo Stegouros elengassen che prende il nome dal Elengassen, il nome di un mitico mostro corazzato nella tradizione degli indigeni locali Aonik’enk, conosciuti anche come Patagones o Tehuelches del Sur, era lungo circa due metri e la straordinaria conservazione del fossile ha permesso inoltre di capire che aveva caratteristiche sia degli stegosauri che degli anchilosauri, come se si trattasse di una specie ibrida unica.

Vargas ricorda che «Gli spettacolari stegosauri sono tra i dinosauri più riconoscibili, sia per le loro famose placche dorsali verticali che per la loro coda armata chiodata. Gli anchilosauri avanzati, d’altra parte, sono famosi per i loro ampi dorsi corazzati da file di osteodermi e per avere un’enorme mazza arrotondata all’estremità della coda. Chiaramente, l’arma della coda sul nostro dinosauro non era simile a nessuna delle precedenti».

Soto aggiunge che «Lo studio ha permesso di stabilire che l’esemplare era un anchilosauro di transizione, cioè un collegamento evolutivo tra anchilosauri e altri ceppi più antichi di dinosauri corazzati. Stegouros ha solo alcune delle caratteristiche che si trovano normalmente negli anchilosauri, in particolare il cranio, ma molte altre sono assenti. Ha anche alcuni tratti simili agli stegosauri, ereditati da un antenato comune con lui, ma che altri anchilosauri hanno perso nell’evoluzione. Per questo i ricercatori sostengono che il ritrovamento rappresenti una vera e propria “Stele di Rosetta” di questo gruppo di animali, un tassello che ci permette di dare un senso all’evoluzione dei pochi resti identificati come anchilosauri nell’emisfero australe».

I ricercatori fanno notare che gli anchilosauri erano quasi sconosciuti in Sud America. Fino ad ora erano stati trovati ossa e frammenti isolati che non erano sufficientemente esaustivi. Ecco perché la scoperta dello Stegouros è andata oltre ogni più ottimistica previsione: «Non solo ha permesso l’identificazione di questa nuova specie – dicono gli scienziati cileni –  ma l’ha anche messa in relazione con altre due precedenti scoperte di dinosauri corazzati con cui condivide importanti somiglianze: Antarctopelta dall’Antartide e Kunbarrasaurus dell’Australia. In questo modo, Stegouros riunisce numerose informazioni sugli anchilosauri dell’emisfero australe e sulle differenze con i loro parenti settentrionali: tendevano  ad essere più piccoli, con armature più leggere, arti più snelli, e almeno alcune forme presenterebbero anche il caratteristico macuahuitl».

Tutte queste prove hanno portato i paleontologi a proporre formalmente il nome Parankylosauria (quasi anchilosauri) per questi strani anchilosauri meridionali che vivevano nel megacontinente Gondwana, e il nome Euankylosauria (veri anchilosauri) per le forme che vivevano  a Nord, nel megacontinente Laurasia, dove i reperti fossili di anchilosauri sono abbondanti e molto diversi.

Un’altra conclusione di questo studio è che «I dinosauri corazzati sono l’unico lignaggio di vertebrati terrestri che ha evoluto in modo indipendente tre tipi radicalmente diversi di code armate  specializzate: le spine accoppiate dello stegosauro, la mazza degli anchilosauri avanzati e il macuahuitl dello Stegouros». Vargas conferma che «I Parankylosauria mancano di molte caratteristiche dei “veri” anchilosauri che erano già presenti nel Giurassico medio, circa 165 milioni di anni fa. Pertanto, le radici dei Parankylosauria devono essere molto antiche, prima di quella data». Un altro autore dello studio, afferma David Rubilar, capo dell’ Área Paleontología del Museo Nacional de Historia Natural de Chile ricostruisce lo scenario geologico in cui visse Stegouros: «Quello che oggi conosciamo come Cile era un territorio che durante l’era dei dinosauri si trovava al margine occidentale di un grande megacontinente chiamato Gondwana, un territorio che era composto dai territori che oggi conosciamo come Sud America, Africa, Oceania e l’Australia, l’India e l’Antartide come centro. La scoperta non solo arricchisce la fauna dei dinosauri di questo Paese, ma rappresenta anche una preziosa testimonianza del collegamento tra i continenti meridionali in passato».

Marcelo Leppe , direttore dell’Instituto Antártico Chileno, che ha fatto perte del team di ricerca, aggiunge che «Il determinato momento della storia naturale in cui Stegouros si trovavava  rivela l’esistenza di un delta che era aperto in un ventaglio fluviale, come quello del fiume Nilo, con fiumi tortuosi e isole che diventavano trappole naturali. Abbiamo trovato abbondanti prove di foreste di Nothofagus, come quelle che si trovano oggi dal centro al sud del Cile, insieme a vegetazione erbacea e felci. Era un ambiente tipicamente meridionale della fine del Cretaceo e uno dei pochi depositi continentali che abbiamo in questo momento in tutto l’emisfero australe».

Era probabilmente la vegetazione della quale  si cibava questo erbivoro, la cui bocca aveva una forma peculiare: stretta verso la punta e ricurva, molto simile al becco degli uccelli. Aveva anche file di placche ossee dermiche che attraversavano la sua parte dorsale, che probabilmente servivano per difendersi dai predatori, dei quali sono stati trovati resti  nella zona,

Per Leppe, «Questo nuovo tassello paleontologico completa un puzzle piuttosto interessante, che comprende almeno altre 8 specie di dinosauri e rettili, come tartarughe e lucertole. Abbiamo anche trovato prove di anfibi e pesci nell’area acquicola».

Oltre a questi ritrovamenti, i ricercatori hanno identificato anche due nuove specie di mammiferi, i più antichi del Cile:Orretherium tzen e Magallanodon baikashkenke la cuai scoperta è stata resa nota nel 2021.

Rubilar sottolinea che la storia dei dinosauri cileni è solo all’inizio: «Solo nel 2011 è stata descritta la prima specie per il Cile, un erbivoro dal collo lungo chiamato Atacamatitan chilensis. Dieci anni dopo abbiamo nominato questa quarta specie. La cosa interessante di tutto questo è che delle quattro specie finora descritte, due sono apparse sulla prestigiosa rivista Nature: Chilesaurus diegosuarezi e Stegouros elengassen. Questo ci dice quanto poco sappiamo ancora in questa parte del mondo e l’enorme potenziale che il Paese ha per l’esplorazione paleontologica. L’esplorazione del sud del Cile e dell’Antartide sarà fondamentale in futuro per nuove e sensazionali scoperte».

In effetti, la scoperta rappresenta la ciliegiuna sulla torta di molte ricerche in corso da 10 anni, in particolare quelle sviluppate nell’ambito del progetto Anillo ACT172099 “Nuevas Fuentes de Información sobre el Registro Fósil y Evolución de Vertebrados” (2018-2021, diretto da Vargas), il più importante nella storia della paleontologia cilena, che è ciulminata in questa eccezionale scoperta finale.

Leppe conclude: «Questo lavoro ha permesso di avvicinarsi maggiormente alla vita e all’ambiente che dominavano quest’area prima dell’estinzione di massa dei dinosauri avvenuta 66 milioni di anni fa.  La Valle de las Chinas e Cerro Guido hanno davanti a sé almeno 25 o più anni di studio. Sono un luogo molto vasto. Utilizzando strumenti appropriati e il personale umano che abbiamo formato negli ultimi 10 anni, sarà possibile che questi studi continuino con un giovane gruppo di paleontologi che guiderà il fiorire della paleontologia nazionale».