La coesistenza tra le grandi scimmie può informarci sulle interazioni tra i primi ominidi

Scimpanzé e gorilla possono fare amicizia

Prime prove di relazioni sociali, tra scimpanzé e gorilla durate anni e in tutti i contesti, dal gioco all'aggressività

[13 Ottobre 2022]

Lo studio “Interspecific interactions between sympatric apes”, pubblicato su iScience da un team di ricercatori di Washington University – Saint Louis, Wildlife Conservation Society –  Congo rivela le prime prove di relazioni sociali durature tra scimpanzé e gorilla in natura.

Lo studio realizzato dal team condotto dalla primatologa Crickette Sanz della Washington University – St. Louis si basa su oltre 20 anni di osservazioni nel Parc National de Nouabalé-Ndoki nella Repubblica del Congo che hanno permesso di documentare legami sociali tra singoli scimpanzé e gorilla che sono duratinegli anni e in contesti diversi.

La Sanz ha sottolineato che «Ci sono pochi (se non nessuno) studi sulle interazioni tra specie di primati che sono stati in grado di prendere in considerazione l’identità degli individui. E’ noto da tempo che queste scimmie possono riconoscere i singoli membri della propria specie e formare relazioni a lungo termine, ma non sapevamo che questo si estendesse ad altre specie. Un esempio di ciò che abbiamo scoperto potrebbe essere un individuo che si spostava in un gruppo dell’altra specie per cercare un altro individuo in particolare. In questo studio, siamo stati anche in grado di documentare tali interazioni nel tempo e in diversi contesti».

La maggior parte delle persone non si rende conto che la molti dei gorilla e degli scimpanzé sopravvissuti in natura vivono insieme: vaste aree di foresta nel bacino del Congo sono una roccaforte della conservazione non solo per queste due grandi scimmie in via di estinzione, ma anche per elefanti, leopardi e molte altre specie. Da quasi 30 anni il governo della Repubblica del Congo e la Wildlife Conservation Society lavorano nsieme per per salvare luoghi selvaggi che sostengono la popolazione locale, proteggono le risorse naturali e attenuano il cambiamento climatico globale.

Grazie a una revisione dei rapporti pubblicati, combinati con una sintesi di dati inediti sugli avvistamenti uotidiani di scimpanzé e gorilla dal 1999 al 2020 nel triangolo di Goualougo, gli scienziati statunitensi e congolesi  hanno documentato le due specie di grandi scimmie antropomorfe impegnate in un’ampia gamma di interazioni sociali, dal gioco all’aggressività. I ricercatori hanno studiato diversi possibili vantaggi di questi incontri tra specie, tra i quali la protezione dalla predazione, migliori opzioni di foraggiamento e altri vantaggi sociali derivanti dalla condivisione delle informazioni. Quello che hanno imparato ci dimostra che nessuna scimmia è un’isola. Uno degli autori dello studio, David Morgan del Lincoln Park Zoo, sottolinea: «Invece di pensare agli scimpanzé da soli, dovremmo pensare a loro all’interno di habitat diversi e dinamici in cui sono attivamente coinvolti con altre specie e svolgono un ruolo fondamentale nella persistenza degli ecosistemi unici in cui vivono».

Il comportamento di amicizia tra scimpanzè e gorilla suggerirebbe che potrebbero scegliere di associarsi a membri di specie diverse per evitare i predatori. Ma secondo le informazioni raccolte in questo nuovo studio «Queste interazioni sociali non possono essere ricondotte alla riduzione delle minacce. Gli scienziati hanno trovato scarso supporto all’idea che gli scimpanzé o i gorilla si stiano associando per ridurre i tentativi di predazione di leopardi, serpenti o rapaci».

La Sanz fa notare che «La predazione è certamente una minaccia in questa regione, poiché abbiamo casi in cui gli scimpanzé sono stati uccisi dai leopardi. Tuttavia, il numero di scimpanzé nei sottogruppi giornalieri rimane relativamente piccolo e i gorilla all’interno dei gruppi si avventurano lontano dal silverback che si pensa sia un protettore dalla predazione».

Invece, sembrano essere più importanti le migliori opportunità di foraggiamento: i ricercatori hanno scoperto che la co-alimentazione dallo stesso albero rappresenta il 34% delle associazioni interspecifiche che hanno documentato, con un altro 18% delle osservazioni che coinvolgono scimmie che si nutrono in stretta prossimità spaziale ma di cibi diversi.

In questo studio, almeno 20 specie di piante diverse sono state prese di mira dalle grandi scimmie durante gli eventi di co-alimentazione, ampliando notevolmente la conoscenza dei ricercatori sulla diversità delle risorse per le quali scimpanzé e gorilla sono disposti a riunirsi per condividere. «Oltre a una maggiore diversità di interazioni rispetto a quanto precedentemente documentato tra le scimmie simpatriche, questo studio ha rivelato relazioni sociali tra membri di specie diverse che sono persistite nel corso degli anni – spiegano alla . Washington University – Saint Louis – Ad esempio, gli autori dello studio hanno notato che in diverse occasioni presso le fonti di cibo, hanno osservato giovani gorilla e scimpanzé alla ricerca di partner particolari con cui impegnarsi in periodi di gioco. Questi tipi di interazioni possono fornire opportunità di sviluppo uniche che estendono le competenze sociali, fisiche e cognitive di un individuo».

Secondo un altro autore dello studio, Jake Funkhouser , dottorando in antropologia biologica alla Washington University, «on possiamo più presumere che il panorama sociale di una singola scimmia sia interamente occupato da membri della sua stessa specie. La forza e la persistenza delle relazioni sociali che abbiamo osservato tra le scimmie indicano una profondità di consapevolezza sociale e una miriade di percorsi di trasmissione sociale che prima non erano immaginabili. Tali intuizioni sono fondamentali, dato che queste relazioni sociali interspecie hanno il potenziale per fungere da vie di trasmissione sia per comportamenti culturali benefici appresi socialmente che per la trasmissione di malattie infettive dannose».

Infatti, gli scambi sociali tra le scimmie hanno i loro rischi e uno di questi è proprio il potenziale di trasmissione di malattie tra specie. «Sebbene il bracconaggio e la perdita di habitat rappresentino ancora le maggiori minacce per le scimmie, le malattie infettive sono recentemente emerse come una minaccia di portata simile – ricordano i ricercatori – Poiché gli scimpanzé e i gorilla sono strettamente correlati, molti agenti patogeni possono essere trasmessi tra di loro. Ebola, ad esempio, è un virus altamente trasmissibile che ha avuto un impatto devastante sulle popolazioni di scimmie nell’Africa centrale. Poco più di 20 anni fa, Ebola è emersa nelle popolazioni di scimmie selvatiche e poi si è diffusa negli esseri umani. Secondo alcune stime, quell’ondata del virus Ebola ha spazzato via un terzo degli scimpanzé e dei gorilla del mondo».

La Sanz aggiunge: «Mentre continuiamo a essere preoccupati per molti rischi di malattie, ora sappiamo molto di più sull’origine di molti di questi agenti patogeni e sulle vie della loro trasmissione all’interno e tra le specie, compreso l’uomo. In questo studio, la sorpresa per noi è stata l’entità della sovrapposizione e dell’interazione che si è verificata tra queste scimmie che in precedenza non era stata riconosciuta o segnalata. Sulla base della letteratura, avevamo previsto che le grandi scimmie si sarebbero evitate a vicenda… e in alcuni casi sembrava essere il contrario».

Lo studio sulla coesistenza di scimpanzé e gorilla potrebbe darci preziose informazion i sul nostrio remoto passato, sulle interazioni tra alcuni dei primi ominidi. Come ricordano gli autori dello studio, «C’è stata una lunga storia nella paleoantropologia in cui si presumeva che i primi ominidi si escludessero in modo competitivo l’un l’altro dall’uso delle stesse risorse nelle stesse aree. Ma se le osservazioni moderne con scimmie non umane sono informative sul comportamento dei primi esseri umani moderni, allora questo studio suggerisce che queste interazioni molto probabilmente si sarebbero verificate in contesti sociali tolleranti».

La Sanz conclude sottolineado l’importanza di continuare con studi duraturi e ad ampio raggio per comprendere il comportamento e l’ecologia di scimpanzé e gorilla, ma anche per proteggere queste grandi scimmie e i loro habitat: «Nonostante più di 60 anni di ricerca su scimpanzé e gorilla, c’è ancora molto da imparare su queste affascinanti scimmie: la sfida principale in questo momento è garantire la conservazione di queste specie in via di estinzione in modo che tali opportunità esistano per le generazioni future».