Risolto dopo 50 anni il mistero di Manu, l’albero senza famiglia

Con il restringimento dell'habitat, la specie è probabilmente in pericolo. Darle un nome è un passo importante per la conservazione

[12 Ottobre 2021]

Lo studio “Aenigmanu, a new genus of Picramniaceae from Western Amazonia”, pubblicato su Taxon da  un team di ricercatori statunitensi e brasilian giudati da Wayt Thomas del New York Botanical Garden (NYBG), ha risolto un mistero botanico vecchio di 50 anni e, sulla base di un’analisi del DNA dell’albero, identificato una nuova specie della foresta pluviale amazzonica, mettendola finalmente da solo su un ramo dell’albero della vita e chiamandolo “mistero di Manu” (Aenigmanu alvareziae), dal nome del  parco nazionale del Perù dove è stato raccolto per la prima volta nel 1973.

Thomas e i suoi coautori hanno poi assegnato l’Aenigmanu alvareziae  alla famiglia dei bitterbush (Picramniaceae), un gruppo di alberi e arbusti tropicali che vivono soprattutto nel Centro e Sud America, molti dei quali vengono utilizzati nella medicina tradizionale per curare i disturbi della pelle.

I ricercatori scrivono che l’habitat della specie, una pianura raramente allagata, è «estremamente raro, in rapida scomparsa e protetto solo in poche riserve», come il Parque Nacional Manu. Valutando lo stato di conservazione della specie, crediamo che, tenendo conto dell’habitat limitato, la categoria di minaccia più accurata in questo momento sia quella di Endangered».

Ma determinare l’identità della nuova specie potrebbe aiutare a proteggerla insieme al suo habitat di fronte alla deforestazione e ai cambiamenti climatici. Thomas, la cui ricerca si concentra sulle piante dei tropici americani, inclusa la famiglia delle Picramniaceae, sottolinea che «Il modo più efficace per conservare un habitat è conoscere la diversità biologica all’interno di quell’ecosistema, identificare le specie e determinarne la rarità. Quindi.  hai i dati per sostenere la conservazione, come ad esempio: ‘Questa foresta ha 14 specie in via di estinzione e 8 che sono nuove per la scienza».

Al NYBG  spiegano che «La specie peruviana è rimasta un enigma per quasi 50 anni perché non sembrava essere imparentata con nessuna specie conosciuta. Non solo gli scienziati non erano stati in grado di identificare la pianta come una specie che era già stata descritta, ma non serano stati in grado di determinare a quale famiglia di piante appartenesse».

Uno degli autori dello studio, Robin Foster del Field Museum di Chicago e ora ricercatore allo Smithsonian Tropical Research Institute, ha raccolto il primo esemplare conosciuto dell’albero nel 1973 durante una gita nel Parque Nacional Manu, che fa parte della foresta pluviale amazzonica occidentale. L’albero, alto circa 6 metri, aveva piccoli frutti arancioni a forma di lanterne di carta. Foster ricorda che «Quando ho visto per la prima volta questo piccolo albero, mentre ero su un sentiero nel bosco che portava dalla stazione sul campo, è stato il frutto, che sembrava una lanterna cinese di colore arancione e succoso quando è maturo con diversi semi, che ha attirato la mia attenzione. Aveva le caratteristiche delle piante di diverse famiglie di piante e non rientrava perfettamente in nessuna famiglia».

Diversi  tentativi di identificare la pianta, compreso lo studio del suo polline, non hanno avuto successo e la pianta misteriosa è rimasta per anni nella collezione di esemplari di piante essiccate del Field Museum. Una borsa di studio ha rilanciato gli sforzi per risolvere il puzzle botanico analizzando il DNA della pianta, ma i campioni essiccati non hanno prodotto materiale molecolare utilizzabile. Nel 2015, Patricia Álvarez-Loayza, una scienziata che conduce ricerche nel Parque Nacional Manu, ha inviato un nuovo esemplare della pianta al Field Museum e l’analisi del DNA ha rivelato che «I parenti più stretti della pianta misteriosa appartenevano alla famiglia delle Picramniaceae», il che ha sorpreso i ricercatori perché il suo aspetto generale non corrispondeva ad altre specie della famiglia. Il team sul campo ha inviato altri campioni a  Thomas per la valutazione e lo scienziato ricorda che «Quando ho aperto il pacco e ho guardato i campioni, la mia prima reazione è stata: “Che diamine è?” Queste piante non assomigliavano a nient’altro della famiglia. Una volta che ho guardato molto attentamente i piccoli fiori, che erano lunghi solo due o tre millimetri, le cose sono andate al loro posto».

Thomas ei suoi colleghi hanno scoperto che la pianta non era solo una nuova specie, ma rappresentava anche un nuovo genere, un gruppo di specie strettamente correlate. Il nome del genere, Aenigmanu, significa “mistero di Manu”, mentre il nome della specie, alvareziae, è in onore della Álvarez-Loayza, che ha trascorso anni a ricercare e monitorare la foresta nel Parque Nacional Manu.