Rimosso dai fondali di Montecristo il relitto del Bora Bora

In corso al largo di Montecristo le ultime operazioni di recupero del peschereccio affondato nel 2019

[3 Agosto 2021]

Nel mare di Montecristo, nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, sono in corso le ultime operazioni di recupero delle ultime parti del relitto del motopesca Bora Bora, che naufragò sulla costa dell’isola nella notte del 12 giugno 2019, infrangendosi sulle sue pareti rocciose, nel cuore del Santuario internazionale dei mammiferi marini Pelagos.

Allora il presidente del Parco e di Federparchi, Giampiero Sammuri, disse: «Si tratta di un fatto inquietante per il quale andranno appurate le cause e stabilite le responsabilità. Un ringraziamento particolare va al direttore marittimo ammiraglio Tarzia e al comandante della Capitaneria di Porto Capitano di Fregata Agostino Petrillo che, come di consueto, sono intervenuti prontamente inviando uomini e mezzi nell’area dell’incidente. L’Isola di Montecristo è una delle sette perle dell’arcipelago toscano, caratterizzata da elementi di biodiversità a mare e a terra di valore nazionale ed internazionale. Un inestimabile patrimonio per la collettività da tutelare e salvaguardare. Alla luce di quanto accaduto è evidente la necessità di rinforzare ulteriormente le attività di presidio e di vigilanza con il contributo di tutte le forze dell’ordine che operano a mare. Uno sforzo per proteggere il nostro straordinario mare che il Parco Nazionale intende garantire con rinnovato impegno».

Dopo il naufragio Legambiente Arcipelago Toscano scrisse in un comunicato: «Resta da capire cosa ci facesse un peschereccio in un posto dove non avrebbe potuto stare e perché non abbia risposto agli avvertimenti della Capitaneria di Porto. Episodi come questi, ma anche le ripetute violazioni e la pesca nell’area protetta di Pianosa e l’ancoraggio abusivo a Giannutri dimostrano quanto sia urgente istituire nell’Arcipelago Toscano una vera Area marina protetta (prevista addirittura dal 1982!) e di quanto sia necessario rafforzare la vigilanza durante tutto l’anno nelle isole dell’Arcipelago Toscano disabitate o che si spopolano appena conclusa la stagione estiva. E’ arrivato il momento che il ministro dell’Ambiente onori gli impegni presi a livello internazionale e le leggi italiane e riavvii l’iter per istituire finalmente l’Area marina protetta dell’Arcipelago Toscano». L’area marina protetta, prevista dalla legge per la difesa del mare del 1982 e confermata dalla legge sulle Aree protette 394/91 e successive modifiche, resta ancora da istituire e Montecristo rimane con i vincoli provvisori del 1996 derivanti dall’istituzione della riserva integrale del 1971.

Le operazioni di recupero del Bora Bora avrebbero dovuto concludersi entro l’ottobre del 2020, ma imprevisti e la pandemia di Covid-19 le hanno ritardate.

Come si legge in un comunicato del ministero della Transizione Ecologica, «Il relitto – 90 tonnellate – è stato rimosso dai fondali sia nelle parti metalliche sia nelle parti in legno. Le componenti sono state affidate alla società PIM (Piombino Industrie Marittime) per il riciclo dei materiali recuperati e lo smaltimento. Un’operazione imponente, la prima di questo genere in Italia nel recupero dei relitti, che ha visto un’azione sinergica tra pubblico e privato. L’intera impresa è costata circa 80 milioni di euro, messi a disposizione da una cordata di imprenditori. Il ministero della Transizione ecologica ringrazia tutte le istituzioni che hanno contribuito alla riuscita degli interventi (Comune di Portoferraio, Capitaneria di Porto di Portoferraio e Piombino, Direzione Marittima di Livorno, Autorità di Sistema Portuale di Livorno, Comando Carabinieri per la tutela della biodiversità), le società e gli imprenditori coinvolti. Un plauso particolare al Reparto Ambientale Marino del Corpo delle Capitanerie di Porto guidato dall’ammiraglio ispettore Aurelio Caligiore che, con costanza e tenacia, ha seguito le operazioni in tutte le fasi, sia sul piano tecnico sia sul piano amministrativo».