Predatori e prede che convivono nella stessa tana

In due riserve del Kenya, iene, istrici e facoceri condividono le tane. Ma in altre tane questo non accade

[3 Maggio 2023]

Dal 2016 un team di ricercatori canadesi, keniani e britannici guidato dal biologo Marc Dupuis-Désormeaux del  Glendon College della York University – Toronto monitora co fototrappole le tane di iena maculata e ora, nello studio “Teeth, tusks, and spikes: Repeated den sharing between predator and prey in an African Savannah”, pubblicato sull’African Journal of Ecology, descrive, un nuovo fenomeno: la condivisione simultanea di tane sotterranee tra iene maculate (Crocuta crocuta), facoceri (Phacochoerus africanus) e istrici (Hystrix cristata) nella Lewa Wildlife Conservancy (LWC) e nella Borana Conservancy (BC), al confine tra le contee di Meru e Laikipia, in Kenya. I ricercatori scrivono: «Abbiamo scoperto due diversi clan di iene che nel 2016, 2017, 2018 e 2019 occasionalmente condividevano tane attive con facoceri e istrici, ma non più da allora. Riflettiamo sui motivi per cui e come è nato questo accordo di convivenza e suggeriamo che potrebbe essere basato su un “sano rispetto” per le minacce presentate dalle loro armi reciprocamente formidabili. Ci auguriamo che questa nota incoraggi altri a descrivere comportamenti simili».

Le tane servono ai mammiferi per  rifugiarsi, ripararsi e allevare la prole e la condivisione delle tane tra specie diverse è stata notata già nel Triassico inferiore, con il ritrovamento dei fossili di un cinodonte (Thrinaxodon liorhinus), un  proto-mammifero carnivoro, e una sua potenziale preda, l’anfibio (Broomistega putterilli ). Precedenti studi hanno scoperto che anche gli attuali predatori con nicchie ecologiche simili possono condividere pacificamente le tane, ma a volte anche predatori e prede possono esibire un comportamento simile, uno studio del 2018 ha rilevato che in Giappone le volpi rosse (Vulpes vulpes) condividevano tane con diverse specie di roditori. Altri studi italiani (Coppola et al.,  2022 ; Mori & Menchetti,  2019) hanno descritto la convivenza di istrici,  volpi rosse e tassi europei  (Meles meles). Quindi, ormai è noto che la condivisione delle tane si verifica tra più taxa e in vari ecosistemi, anche se resta in gran parte sconosciuto se si verifichi negli ecosistemi tropicali, come quelli dell’Africa subsahariana.

Le iene maculate sono i carnivori più numerosi nell’Africa sub-sahariana e le femmine partoriscono in tane separate prima di trasferire i loro cuccioli nella tana comune del clan 1 – 2 settimane dopo. Un clan di Iene  può utilizzare diverse tane all’interno del suo territorio e una stessa tana può essere utilizzata sporadicamente per diversi decenni. I facoceri condividono gran parte del loro areale con quello delle iene e  utilizzano le tane come rifugi notturni dai predatori (che comprendono le stesse iene). Più femmine possono usare la stessa tana per la difesa cooperativa e i cuccioli entrano nella tana prima della madre quando fuggono dai predatori. Anche gli istrici utilizzano le tane per partorire i piccoli ma per loro sono rifugi diurni.

L’occupazione delle tane di iena da parte di altre specie, inclusi facoceri e istrici, è stata accertata da uno studio del  2006, ma finora non erano mai state pubblicate osservazione su un loro utilizzo concomitante. Gli autori del ni uovo studio sottolineano: «Siamo a conoscenza di un solo evento di potenziale utilizzo simultaneo di tane (utilizzando ingressi diversi) tra iena e facocero che è stato documentato durante un’alluvione stagionale nel delta dell’Okavango, in Botswana (Joubert et al., 2019)».

Le iene sono predatori al vertice  in grado di cacciare prede molto più grandi di loro ed è noto che nelle aree delle riserve LWC e BC. predano sia facoceri che istrici. Quindi facoceri e istrici si mettono a rischio se condividono tane con iene. Ma, come fanno notare gli autori delllo studio: «Sia i facoceri che gli istrici sono ben armati contro la predazione. I facoceri hanno zanne affilate e una corporatura compatta e potente. Gli istrici  hanno aculei lunghi e rigidi (fino a 30 cm), il che li rende prede formidabili (Mori et al.,  2014 ). Per quanto pericolosi siano già questi armamenti, per un predatore la minaccia che rappresentano è amplificata dal fatto che li incontri negli spazi ristretti di una tana sotterranea». Dupuis-Desormeaux aggiunge: «Prede senza capacità difensive simili probabilmente non rischierebbero di essere quasi compagni di letto con le iene».

L’area dove è stato condotto lo studio si estende su 375 km2 (LWC 250 km2 e BC 125 km2) e i ricercatori hanno monitorato 5 clan di iene in 5 tane diverse, installando foto-trappole all’ingresso ognuna per verificare l’utilizzo simultaneo di una tana ogni volta che un facocero o di un istrice che entrava e uscivano da una tana di iena attiva. I ricercatori spiegano ancora: «Abbiamo definito le tane di iena come attive fotografando singole iene che entrano ed escono dalle tane prima e dopo il rilevamento di facoceri o istrici. Abbiamo determinato i singoli clan di iene mediante una combinazione di caratteristiche fisiche della matriarca (esaminando fotografie), monitoraggio (avevamo collari VHF su membri di diversi clan), separazione geografica e composizione individuale del clan.  Delle 5 tane di iene attive che abbiamo monitorato, abbiamo rilevato l’uso simultaneo di tane in 2 tane separate di 2 distinti clan di iene. 2 tane avevano un utilizzo come tane da parte di 3 specie, mentre le altre 3 tane di iena monitorate erano occupate solo da iene. Nella tana n. 1, i dati delle foto-trappole f hanno rivelato che c’erano 2 istrici, 3 facoceri e 7 iene che occupavano la tana tra gennaio-marzo 2016 e gennaio-marzo 2017. Nella tana n. 2, abbiamo trovato 2 istrici, 6 facoceri e 11 iene che hanno vissuto nella stessa tana tra marzo-aprile 2018 e tra marzo-maggio 2019. Queste convivenze sono durate complessivamente 24 settimane alla tana n. 1 e 20 settimane alla tana n.2  per quei periodi di tempo e talvolta con entrate a intervalli notevolmente ravvicinati (meno di 5 minuti)».

I ricercatori si sono chiesti come dare un senso a questa convivenza e rispondono che «Per prima cosa, la partizione temporale può svolgere un ruolo: iene e istrici sono per lo più notturni e i facoceri sono per lo più diurni, quindi le tane condivise potrebbero essere occupate sulla base della  “multiproprietà” (o, con una certa separazione temporale). Tuttavia, abbiamo trovato prove che tutte e tre le specie si trovassero contemporaneamente all’interno delle tane. Sebbene non abbiamo scavato le tane per verificare la presenza di camere multiple, supponiamo che queste tane abbiano una disposizione sotterranea con rami e camere occupate dalle diverse specie. L’utilizzo di attrezzature fotografiche specializzate può far luce su come le specie siano separate spazialmente».

Inoltre, il sito di studio è composto da un terreno vulcanico duro che può rendere difficile scavare nuove tane. I ricercatori hanno notato che la convivenza nelle tane tra le tre specie si verificava durante la stagione secca, «Quando il terreno indurito avrebbe potuto rendere più difficile lo scavo di nuove tane. La convivenza sembrava terminare con l’inizio delle piogge (in aprile e maggio), che avrebbero ammorbidito il terreno. Pertanto, un’altra spiegazione plausibile è che il tipo di suolo nella LWC e nella BC rende lo scavo di nuove tane uno sforzo energeticamente inefficiente. Tuttavia, anche con una prolungata siccità nel 2020, 2021 e 2022, non abbiamo visto nuovi casi di convivenza, lasciandoci alla ricerca di altre spiegazioni».

Nelle tane di iena studiate i ricercatori hanno scoperto ossa di grandi prede come il bufalo africano (Syncerus caffer) e la giraffa (Giraffa camelopardalis) e boli rigurgitati contenenti pelle e peli di bestiame, ma nessun segno di pasto a base di facocero o istrice. Secondo lo studio “The bone collector: Temporal patterns of bone-gnawing behaviour define osteophagia as a female prerogative in a large rodent”, pubblicato nel 2018 su Behavioral Ecology and Sociobiology da Mori, Lovari e Mazza, gli istrici possono cercare e consumare le ossa accumulate all’interno delle tane della iena. Altri potenziali fattori che potrebbero aiutare a spiegare la tolleranza alla convivenza tra iene, istrici e facoceri sono la selezione delle prede e i comportamenti di predazione: «Sebbene abbiamo rilevato sia il facocero che l’istrice negli escrementi di altre iene nel nostro sito di studio, non abbiamo rilevato alcun pelo di queste specie di prede negli escrementi dei due clan conviventi, sollevando dubbi sulla selettività delle prede da parte del clan- concludono i ricercatori – Sospettiamo che diversi clan di iene possano mostrare tendenze particolari per quanto riguarda le loro abitudini di foraggiamento e la selezione delle prede. Tuttavia, i clan conviventi non erano mai stati osservati cacciare o scavare, quindi questa distinzione non può ancora essere fatta. Ulteriori ricerche sulle diete e sul comportamento di foraggiamento dei diversi clan di iene residenti nella LWC e nella BC saranno utili per capire come avviene questa convivenza».