Più del 60% delle foreste europee è vulnerabile ai rischi climatici

Le foreste europee sempre più a rischio incendi, infestazioni di insetti, tempeste di vento

[24 Febbraio 2021]

Un team di ricercatori dei Joint Research Center (JRC), Max-Planck-Institut für Biogeochemie, Universitat de València, università di Firenze e Helsingin Yliopisto, ha pubblicato su Nature Communications il nuovo studio  “Emergent vulnerability to climate-driven disturbances in European forests” fal quale emerge che  «Il cambiamento climatico ha reso le foreste europee più vulnerabili a pericoli come incendi, infestazioni di insetti, tempeste di vento o una combinazione di questi tre rischi».

Il JRC sottolinea che «Più del 60% della biomassa in queste foreste è esposta a questi rischi – oltre 33 miliardi di tonnellate in totale – mettendo in una crescente incertezza il futuro ruolo delle foreste per l’approvvigionamento di legno o il sequestro del carbonio».

Le foreste e altri terreni boschivi coprono oltre il 40% della superficie dell’Europa, rendendola una delle regioni più ricche di foreste del mondo. Oltre a fornire legname e prodotti in legno, le foreste dell’Ue ospitano molti ecosistemi e costituiscono una parte importante della biodiversità europea.

Gli impatti del cambiamento climatico, che ha portato a più incendi, parassiti e condizioni meteorologiche estreme, comprese siccità e tempeste, stanno facendo aumentare le pressioni sulle foreste. Nell’ambito dell’European Green Deal, la Commissione europea ha avviato una consultazione pubblica online sullo sviluppo di una nuova strategia forestale dell’Ue, che verrà adottata entro la fine dell’anno e si baserà sulla strategia dell’UE sulla biodiversità fino al 2030, coprirà l’intero ciclo forestale e promuoverà i numerosi servizi ecosistemici forniti dalle foreste.

Per misurare e mappare la vulnerabilità delle foreste europee a questi rischi, il team di scienziati ha applicato modelli di apprendimento automatico alle registrazioni dei rischi e ai dati satellitari disponibili dal 1979 al 2018. La “vulnerabilità” è stata definita come  «La frazione di biomassa potenzialmente persa quando un ecosistema forestale è interessato da un disturbo naturale».

Lo studio dimostra che «Le proprietà strutturali, fisiologiche e meccaniche delle foreste controllano in gran parte la vulnerabilità delle foreste agli incendi, alle epidemie di insetti e alle tempeste  di vento». E i ricercatori hanno anche scoperto che, durante questo periodo è in particolare aumentata la vulnerabilità alle infestazioni di insetti, soprattutto nelle foreste settentrionali in rapido riscaldamento in alcune aree della Scandinavia e della Russia settentrionale europea. Secondo lo studio, «Queste regioni hanno registrato un aumento della vulnerabilità agli insetti di circa il 2% ogni decennio».

Al JRC ricordano che «Quantificare gli effetti su larga scala dei disturbi naturali sulla resilienza e produttività delle foreste è una sfida importante. I risultati di questo studio contribuiscono a una migliore comprensione dei potenziali disturbi naturali causati dal clima sulle foreste europee, aiutando a indirizzare la gestione delle foreste e a definire politiche di adattamento per affrontare queste vulnerabilità».

Quantificare la vulnerabilità delle foreste ai disturbi naturali e comprenderne i meccanismi sottostanti è fondamentale anche per sviluppare strategie di mitigazione e adattamento efficaci. «Tuttavia – fanno notare i ricercatori del JRC – fino ad ora vi è stata una mancanza di prove osservative sulla vulnerabilità delle foreste su scala regionale e continentale». Lo studio cerca di colmare questa lacuna fornendo la prima valutazione completa e basata sull’osservazione della vulnerabilità ai disturbi naturali nelle foreste europee.

I ricercatori concludono: «La metodologia dello studio si basa su un approccio di apprendimento automatico, utilizzando i dati delle osservazioni della Terra, i dati climatici e i database dei disturbi delle foreste. Poiché è basato puramente sui dati, può essere riproducibile e applicabile su larga scala».