Il pesce palla maculato trovato a San Vincenzo non sarebbe della specie più tossica

Arpat: in Toscana Lagocephalus lagocephalus e Sphoeroides pachygaster, meno tossici di L. sceleratus.

[6 Giugno 2016]

Secondo l’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana (Arpat), «L’esemplare di pesce palla ritrovato sulla spiaggia di San Vincenzo l’11 maggio 2016 potrebbe appartenere ad una specie dello stesso genere di quello inizialmente determinato pesce palla maculato, altamente tossico al consumo, ma meno pericolosa. La notizia, comparsa sulla stampa l’11 maggio 2016, del ritrovamento sulla spiaggia di San Vincenzo di un esemplare di pesce palla maculato, Lagocephalus sceleratus, specie aliena di origine tropicale altamente tossica al consumo, sentito anche ISPRA, ci lascia perplessi in quanto la sola fotografia dell’esemplare non consente la determinazione esatta della specie».

Arpat sottolinea che «Per ammissione dell’autore della determinazione specifica, questa non è stata eseguita direttamente sull’esemplare ma solo attraverso la foto. La corretta determinazione tassonomica di una specie è possibile solo se esiste la possibilità di analizzare direttamente l’esemplare di cui però nessuno dispone più. Infatti, trattandosi di un pesce spiaggiato, presumibilmente non raccolto e quindi non conservato, questa possibilità è venuta meno. Da quello che si può capire dall’unica fotografia a disposizione riportata dalla stampa, l’esemplare in questione potrebbe appartenere più probabilmente alla specie dello stesso genere Lagocephalus lagocephalus, segnalata e campionata nei nostri mari in tempi recenti, che presenta caratteristiche di tossicità simili al pesce palla maculato L. sceleratus ma molto meno marcate, risultando quindi meno pericolosa».

Durante gli studi realizzati negli ultimi 30 anni al largo delle coste toscane, l’Unità operativa risorsa ittica e biodiversità marina dell’Arpat  ha campionato due diverse specie di Tetraodontidi, Lagocephalus lagocephalus e Sphoeroides pachygaster, le cui carni sono tossiche se ingerite ma con valori di tossicità sicuramente inferiori rispetto a L. sceleratus.

Nell’ottobre 2013 l’ISPRA scoprì il primo esemplare di L. sceleratus in Italia a Lampedusa, nell’ottobre 2013 e da allora ha lanciato una campagna di informazione sui rischi legati al consumo di questa specie altamente tossica e successivamente sono arrivate altre segnalazioni dalla costa meridionale della Sicilia e dalla Puglia.

Arpat ricorda che «Tutti i pesci palla sono tossici al consumo e per questo il Ministero della salute, già dal 1992, ne vieta la commercializzazione a scopo alimentare ed ha provveduto a diramare le informazioni riguardanti la specie tossica L. sceleratus segnalata dall’ISPRA, allertando i servizi veterinari delle Regioni e delle ASL per gli interventi di competenza. I pesci palla si riconoscono per la pelle senza squame e quello maculato si distingue dagli altri pesci palla per la presenza di macchie scure sul dorso. Chiunque catturi o ritrovi spiaggiato un pesce palla è invitato a fotografarlo, conservarlo congelato, separarlo da altri pesci e segnalarlo all’indirizzo di  ISPRA pescepalla@isprambiente.it».