Perché su un’isola protetta da 100 anni scompaiono gli uccelli?

La perdita di specie sull'isola di Barro Colorado, nel Canale di Panama, dimostra l'importanza della connettività dell'habitat

[23 Agosto 2021]

Praticamente libera da un secolo da interferenze umane che non siano la ricerca scientifica, un’isola lacustre del Canale di Panama, Barro Colorado ha comunque perso oltre il 25% delle sue specie autoctone di uccelli e, secondo lo studio “Erosion of tropical bird diversity over a century is influenced by abundance, diet and subtle climatic tolerances”, pubblicato recentemente su Scientific Reports da un team di biologi e botanici dell’Oregon State University (OSU) gli scienziati affermano che la scomparsa di specie continua  e che dimostra «come la frammentazione delle foreste possa ridurre la biodiversità quando patch di habitat residuo mancano di connettività».

Gli scienziati evidenziano che «Anche quando grandi resti di foresta sono protetti, alcune specie non riescono ancora a sopravvivere a causa di sottili cambiamenti ambientali attribuibili alla frammentazione, e queste perdite continuano per molti decenni».

I risultati dello studio suggeriscono che «La popolazione di uccelli dell’isola si sta “seccando”, cioè assumendo caratteristiche comunitarie associate alle parti meno umide del centro di Panama».

Barro Colorado Island (BCI) è un’ex collina di 15,5 Km2 che sorge nel lago artificiale Gatun, creata quando il fiume Chagres  venne arginato per creare il canale di Panama più di 100 anni fa. Il lago è una componente primaria del canale e l’isola è stata dichiarata riserva naturale nel 1923 dagli Usa, che allora controllavano la zona del canale.

Secondo Doug Robinson, del College of Agricultural Sciences dell’OSU, «La BCI è probabilmente l’esempio migliore per la conservazione della diversità tropicale in territori frammentati, Gli habitat circostanti la BCI sono stabili da un lungo periodo di tempo, sono protetti dalla caccia e non c’è estrazione di risorse come la raccolta degli alberi».

Sulla BCI c’è anche la sede dello Smithsonian Tropical Research Institute e l’isola è quindi diventata la foresta tropicale più studiata al mondo. Eppure la BCI sta ancora perdendo specie anche dopo 100 anni di protezione.

Robinson, che ha condotto ricerche sull’isola per 27 anni, conferma: «La BCI è stato un sistema modello per studiare le perdite di specie come quelle che riportiamo in questo studio. L’isola è unica in quanto è stata visitata da ornitologi sin dagli anni ’20, quindi abbiamo una rara documentazione di inventari che abbracciano il secolo scorso. Nessun altro sito tropicale è stato studiato così a lungo. Ai tropici le foreste mostrano un’estrema diversità biologica. La più alta diversità di uccelli del mondo è nell’America tropicale. I territori tropicali, tuttavia, hanno subito un rapido cambiamento attraverso la deforestazione su larga scala, il che significa la perdita dell’habitat e la mancanza di connettività tra i patch forestali rimasti. Le specie scompaiono da questi resti di habitat isolati, ma le perdite non sono immediate né le cause delle perdite sono evidenti. Alcune delle sparizioni di specie impiegano più di 100 anni per materializzarsi e in molti luoghi la nostra comprensione dell’erosione della diversità è ostacolata dalla mancanza di studi tropicali che abbracciano più di qualche decennio».

Un’altra autrice dello studio, Jenna Curtis della Cornell University, ha utilizzato i dati degli inventari di uccelli della BCI e parti dei dati che Robinson e i suoi collaboratori hanno raccolto dal 1994 in poi per cercare di rispondere alle domande su quali fattori potrebbero spiegare la perdita di specie nei frammenti di foresta. Nel caso della BCI, sono scomparse il 27% delle 228 specie di uccelli inizialmente presenti sull’isola, sebbene tutte siano ancora presenti nelle aree forestali più grandi che circondano il lago Gatun. Nonostante l’aumento della copertura forestale sull’isola, sono scomparse 37 specie associate alla foresta».

Per capire il perché delle perdite tra gli uccelli residenti nelle foreste, lo studio ha escluso le specie acquatiche, erratiche e migratorie non nidificanti, nonché uccelli che si nutrono nell’aria come, rondoni, rondini e succiacapre, i cui areali si estendono bene oltre la BCI.

La Curtis spiega: «Abbiamo esaminato alcuni fattori riconosciuti in precedenza i che potrebbero aiutare a spiegare il rischio di estinzione, come la dimensione iniziale della popolazione nella zona rimanente e tratti come la preferenza per determinati alimenti e luoghi di riunione e l’altezza e il tipo del nido. Il nuovo risultato che abbiamo identificato è stato che le specie che vivevano nelle foreste più umide del centro di Panama avevano maggiori probabilità di essere scomparse dall’isola: ora la comunità di uccelli sulla BCI sembra più una comunità che si potrebbe trovare nelle località meno piovose del centro di Panama. I cambiamenti nella comunità degli uccelli riflettono quindi l’idea che la comunità degli uccelli della BCI si stia prosciugando, anche se le precipitazioni in sé non sono cambiate».

Il team di scienziati ha potuto rilevare questo trend grazie a ricerche esaurienti sugli uccelli in tutto Panama centrale che ha una gamma diversificata di precipitazioni annuali locali: «Il nord, la costa caraibica, è molto umido con più di 3 metri di pioggia all’anno – conclude la Curtis – La costa del Pacifico a sud è relativamente secca. Le comunità di uccelli nelle 24 regioni che abbiamo esaminato sono piuttosto diverse, dimostrando che potremmo utilizzare il gradiente delle precipitazioni come un modo per indicizzare le preferenze di habitat degli uccelli. Gli uccelli che vivono nelle foreste umide vicino alla costa settentrionale avevano molte più probabilità di scomparire dalla BCI rispetto alle specie che possono tollerare le foreste secche. Quando i resti dell’habitat sono collegati ad altri patch di foresta indisturbata invece di essere isolati come la BCI, gli uccelli potrebbero spostarsi quando le condizioni diventano troppo secche e tornare quando sono più favorevoli. E’ molto facile sottovalutare gli effetti che la frammentazione delle foreste ha sulla diversità tropicale. Anche quando abbiamo grandi resti di foresta protetti dai disturbi umani, perdiamo ancora specie a causa di sottili cambiamenti ambientali e tali perdite continuano a verificarsi per un tempo molto lungo. Quindi collegare i resti della foresta sarà molto importante per la conservazione a lungo termine della diversità degli uccelli tropicali».