Perché la Russia ha messo al bando Greenpeace

Greenpeace: in Russia la protezione dell'ambiente è "indesiderabile"

[22 Maggio 2023]

Il 19 maggio la Russia ha designato Greenpeace International come organizzazione indesiderabile”, e il procuratore generale federale ha detto che l’organizzazione ambientalista di «Pone una minaccia alle fondamenta dell’ordine costituzionale e alla sicurezza della Federazione Russa. Per quanto riguarda la Federazione Russa, le attività ambientaliste di Greenpeace sono di fatto accompagnate dalla promozione attiva di una posizione politica, da tentativi di ingerenza negli affari interni dello Stato e mirano a minare le sue basi economiche».

Le accuse rivolte a Greenpeace sono in particolere quelle di «Minare infrastrutture e progetti energetici vantaggiosi per la Russia incitando a proteste contro di loro» e di essere stata anche «Coinvolta nel finanziamento di agenti stranieri sul suolo russo» e di aver «Sostenuto l’isolamento economico della Russia» dopo l’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022.  Il comunicato del procuratore generale che mette al bando Greenpeace evidenzia che «Gli sforzi della fondazione sono volti alla destabilizzazione della situazione socio-politica e al tentativo di cambiare il potere nel Paese con mezzi incostituzionali».

Poi la decisione è stata notificata al ministero federale della giustizia russo che tiene un registro delle organizzazioni “indesiderabili”, status che, come spiega la putiniana Russian Television – RT, «E’ riservato alle entità straniere che il governo russo considera una minaccia. Le organizzazioni prese di mira subiscono una completa chiusura delle attività nel Paese, con la sospensione di molti diritti legali». Avere rapporti economici con una di queste organizzazioni è punibile con una multa e, per i recidivi, con un procedimento penale per i recidivi. La prima organizzazione dichiarata indesiderabile e messa al bando in Russia è stata, nel 2015, la National Endowment for Democracy, un think tank finanziato tra gli altri anche dal Congresso Usa.

Greenpeace International fa notare che la decisione di dichiararla “indesiderabile” – che si estende a cascata a Greenpeace Russia –  «Comporta il divieto di qualsiasi attività di Greenpeace in Russia, ponendo fine all’orgogliosa storia trentennale di Greenpeace Russia nella difesa dell’ambiente. Greenpeace International condanna la decisione. Questa decisione sbagliata indica in realtà che è “indesiderabile” proteggere la natura in Russia. Allora, che cos’è è desiderabile? Gestire una produzione industriale dannosa per la natura e la salute umana, sversare petrolio, scaricare rifiuti tossici nell’acqua pulita, far respirare emissioni tossiche alle persone, bruciare carbone, produrre montagne di rifiuti di plastica, abbattere foreste protette, ignorare gli incendi boschivi e non fare nulla per affrontare la crisi climatica? E’ chiaro che Greenpeace International – e successivamente Greenpeace Russia – è stata etichettata come indesiderabile perché non permettiamo la realizzazione di piani disastrosi che minacciano la natura. Ogni volta che ci opposti a questi piani, abbiamo dovuto superare l’intensa pressione di coloro che trattano la natura esclusivamente come fonte di reddito commerciale. Di conseguenza, la protezione della natura è ora falsamente presentata come una minaccia alla sicurezza nazionale e agli interessi della Russia».

Gli ambientalisti mandano a dire al procuratore generale e al governo russo che «Chiunque descriva così Greenpeace Russia, non ha idea di cosa Greenpeace Russia abbia fatto per 30 anni».  E fanno alcuni esempi:

Su iniziativa di Greenpeace Russia, nel 1995 le foreste vergini di Komi sono diventate il primo sito in Russia a ottenere la protezione dell’UNESCO. Greenpeace Russia non solo ha aiutato questi territori a ottenere il prestigioso status internazionale di Patrimonio dell’Umanità, ma ha anche fermato più di 10 tentativi di avviare lì l’estrazione distruttiva dell’oro. Da 30 anni, grazie al nostro lavoro, altri territori della Russia sono diventati Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, ad esempio i Vulcani della Kamchatka o il Lago Baikal. Insieme ai volontari, Greenpeace pianta e protegge le foreste nei parchi nazionali, combatte gli incendi boschivi nelle riserve naturali degli Urali, della Siberia e dell’Estremo Oriente.

Per più di vent’anni, Greenpeace Russia ha lavorato instancabilmente per difendere il Lago Baikal, combattendo i bracconieri che cacciano la foca del Baikal e aiutando a chiudere la Baikal Pulp and Paper Mill, che per decenni ha avvelenato le acque di un lago unico. Insieme a Greenpeace, i russi  che hanno a cuore l’ambiente sono riusciti a far spostare il sito di un oleodotto che era stato progettato per essere posato a soli 800 metri dalla riva del lago. Recentemente, Greenpeace ha studiato l’inquinamento da plastica del lago Baikal e la contaminazione delle sue acque con sostanze chimiche pericolose, e si è adoperata per vietare il disboscamento massiccio vicino alle sue coste.

Per molti anni, Greenpeace Russia ha combattuto il pericoloso inquinamento tossico da diossine e altre sostanze chimiche, impedendo l’importazione di rifiuti pericolosi da altri Paesi. Insieme ai volontari, le pattuglie di Greenpeace hanno identificato e bonificato il petrolio proveniente da numerosi sversamenti nel nord e in Siberia. Con l’aiuto di Greenpeace, la Norilsk Nickel è stata costretta a pagare una multa senza precedenti di circa 2 miliardi di dollari per la vasta fuoriuscita di petrolio di Norilsk nel 2020.

Greenpeace Russia è stata la prima a parlare dei problemi nel confinamento e trattamento dei rifiuti in Russia. Dopo anni di lavoro, lotta alla costruzione di inceneritori di rifiuti pericolosi, perizie e proteste, il confinamento dei rifiuti è diventata una routine quotidiana. Per aiutare le persone a condurre uno stile di vita sostenibile, Greenpeace e centinaia di volontari in tutto il Paese hanno progettato e aggiornano costantemente l’esclusiva Recyclemap , una mappa che indica circa 30.000 punti di raccolta dei rifiuti in 64 città.

Gli esperti di Greenpeace hanno condotto studi sulle coste di laghi, fiumi e mari russi, hanno effettuato un audit pubblico a livello nazionale sugli inquinanti costieri e altre ricerche e li hanno utilizzati come base per una richiesta di limitare gli imballaggi di plastica monouso. Un divieto del loro utilizzo è previsto intorno al 2025.

Insieme ai maggiori esperti, abbiamo svolto ricerche approfondite e proposto soluzioni concrete per raggiungere la climate neutrality attraverso lo sviluppo di un’economia circolare, la riduzione dei rifiuti, la protezione delle foreste, la prevenzione degli incendi, l’uso di fonti energetiche rinnovabili e l’efficienza energetica.

Greenpeace e altre organizzazioni ambientaliste in Russia hanno contribuito ad avviare il dibattito pubblico sulla crisi climatica nel Paese e sui passi per risolverla. I nostri esperti hanno studiato i siti di energia rinnovabile in Russia, hanno presentato proposte pubbliche affinché le autorità regionali includano lo sviluppo di fonti di energia rinnovabile nei loro piani di adattamento ai cambiamenti climatici e in molte regioni hanno ricevuto sostegno ufficiale.

Grazie a Greenpeace e ai suoi sostenitori è stato introdotto il divieto di bruciare l’erba; 25 gruppi di vigili del fuoco forestali volontari sono stati creati in tutto il Paese e ora un intero movimento di volontari altamente qualificati collabora da oltre un decennio con Greenpeace per salvare foreste e torbiere dagli incendi.

Greenpeace International e Russia concludono: «Questi sono solo alcuni dei risultati raggiunti da Greenpeace nella protezione della natura in Russia da oltre 30 anni. L’organizzazione ha sempre fatto affidamento sui suoi sostenitori, residenti nel Paese. Più di un milione di persone hanno firmato petizioni, messo informazioni su mappe, piantato foreste, spento incendi e contribuito a condurre ricerche. Decine di migliaia di comuni cittadini russi ci hanno sostenuto finanziariamente in modo che Greenpeace potesse esistere senza finanziamenti da parte dello Stato, dei Partiti politici o delle imprese. Con Greenpeace bandita per la sua posizione critica sulle questioni ambientali, la Russia sarà privata di uno dei suoi maggiori esperti di problemi e soluzioni ambientali, e le persone che hanno cercato di proteggere la natura saranno ora private di un forte alleato. Il divieto delle attività di Greenpeace in Russia è un assurdo, irresponsabile e distruttivo passo di fronte alle crisi climatica e della biodiversità».