Pelle e ossa: in aumento il commercio illegale di tigri e parti di tigri

Oltre al bracconaggio, sono in aumento i sequestri di tigri allevate illegalmente in cattività

[22 Novembre 2022]

Secondo il rapporto “Skin and Bones: Tiger Trafficking Analysis from January 2000–June 2022” pubblicato recentemente da TRAFFIC e Wwf «Complessivamente, tigri intere, morte e vive, così come una varietà di parti di tigre pari a una stima prudenziale di 3.377 tigri sono state confiscate tra gennaio 2000 e giugno 2022 in 50 Paesi e Territori, con dati che mostrano una tendenza all’aumento».

Rilanciando il rapporto in Italia, il Wwf ricorda che « La tigre è il più grande felino vivente, simbolo di potenza e agilità. Ma la tigre è anche uno degli animali più minacciati al mondo. Rispetto ai circa 100mila individui stimati agli inizi del secolo scorso, oggi restano appena  4.500  tigri libere in natura. Dal 2010, quando i leader mondiali dei Paesi che ospitano la tigre si sono impegnati per raddoppiare il numero di questo felino, sono successe molte cose. Alcuni Paesi, come Nepal e Bhutan, stanno agendo nel modo giusto, mentre altri come Cambogia, Laos, Vietnam, Thailandia, Indonesia, Malesia e Myanmar sono in grave difficoltà».

Le tigri o loro parti sono state confiscate in 2.205 sequestri, principalmente nei 13 Tiger Range Countries (TRCs).  L’India, che ospita più della metà della popolazione mondiale di tigri selvatiche, resta il Paese al primo posto per maggior numero di sequestri e numero di tigri confiscate».   In Cina si contano 212 casi di sequestri (il 10%) e 367 tigri confiscate (11%). In Indonesia i casi di sequestri stimati sono 207, per un totale di 319 tigri confiscate (il Paese è al secondo e terzo posto per numero di casi di sequestro così come terzo e quarto posto come numero di tigri sequestrate).  La Thailandia registra un numero relativamente minore di casi di sequestro (65 – 3%), ma è al secondo posto per volume di confische con 403 tigri (12%), cui ha contribuito in gran parte un unico sequestro del 2016 al Wat Pha – Tempio della tigre di Luang Ta Bua che ha coinvolto 187 tigri. Negli ultimi dieci anni, il tasso di sequestri è rimasto stabile al di sopra dell’equivalente di 100 tigri/anno. Le tendenze più recenti sono state probabilmente influenzate dalle risposte politiche alla pandemia di Covid -19 e alle conseguenti interruzioni delle attività commerciali, lo spostamento di persone e agli sforzi e le priorità da parte delle forze dell’ordine. Le casistiche al di fuori delle Aree chiave sono aumentate di 9 volte tra il 2000 e il 2014 raggiungendo il picco di 51 casi.

Kanitha Krishnasamy, coautrice del rapporto e direttrice del TRAFFIC Southeast Asia, ha sottolineato che Le prove dimostrano chiaramente che il bracconaggio e il commercio illegale non sono minacce temporanee. A meno che non vogliamo vedere le tigri selvatiche spazzate via nel corso della nostra vita, le azioni immediate e limitate nel tempo devono essere una priorità».

I dati della prima metà del 2022, l’Anno della Tigre, dimostrano che Indonesia, Thailandia e Russia hanno registrato aumenti significativi del numero di sequestri rispetto al periodo gennaio-giugno dei 2 decenni precedenti.  In Indonesia, patria della tigre di Sumatra in grave pericolo di estinzione, nella prima metà del 2022 ci sono stati o più sequestri (18 tigri) rispetto al totale del 2021 (6 tigri).  Per l’autore del rapporto e senior wildlife crime analyst Ramacandra Wong,«E’ uno sviluppo minaccioso per una tigre in pericolo di estinzione e un ammonimento per tutte le sottospecie di tigre. In tutti gli Stati dell’areale, non c’è mai stata una maggiore urgenza di intensificare la lotta contro i crimini contro la fauna selvatica ».

Gli sforzi per salvaguardare le tigri sono stati vanificati troppo spesso dalla criminalità organizzata, dal bracconaggio e dal commercio e il consumo illegali. Mentre una maggiore copertura dei censinti e una migliore protezione sul terreno in località selezionate hanno portato all’aumento di alcune popolazioni di tigri selvatiche – questi grandi felini sonmo attualmente 4.500 in tutto il mondo, rispetto al censimento precedente di 3.900 nel 2016 – l’aumento delle tigri non riguarda tutto il loro areale.

In particolare, i TRC del sud-est asiatico faticano a proteggere le popolazioni di tigri selvatiche superstiti e devono fare i conti con nuove forme di commercio, comprese le strutture in cattività che riforniscono il commercio illegale.  Thailandia e Vietnam sembrano essere gli epicentri, rispettivamente con l’81% e il 67% delle tigri sequestrate provenienti da “prigioni” per tigri. E il Vietnam spicca ancora per aver registrato un aumento del 185% del numero di tigri confiscate nel periodo 2018-2021 rispetto ai 4 anni precedenti. Traffic fa notare che «Con solo una manciata di tigri selvatiche rimaste, i sequestri del Vietnam indicano un rifornimento illegale dall’estero, da strutture in cattività o da entrambi».

Il monitoraggio del mercato online di TRAFFIC in 6 Paesi del sud-est asiatico ha  permesso di svelare un ancora forte commercio di parti di tigre: su Facebook  c’erano 675 profili dedicati alla vendita di prodotti della tigre, per lo più con account in Vietnam. L’analisi ha anche rivelato stretti legami tra i commercianti che offrono prodotti di tigre e quelli che pubblicizzano prodotti in avorio, orso e corno di rinoceronte.

Nei quasi 23 anni coperti dallo studio, le pelli di tigre sono rimaste l’oggetto sequestrato più frequentemente, trovato in 902 sequestri, seguite da tigri intere (608 sequestri) e ossa di tigre (411 sequestri).  E il rapporto fa notare  che «Tuttavia, la frequenza dei sequestri di tigri intere, rilevate nel 39% dei sequestri, è aumentata nei primi 6 mesi del 2022 rispetto agli ultimi anni. Anche i sequestri di denti e artigli di tigre sono diventati importanti negli ultimi anni».

Heather Sohl, tiger trade leader della Tigers Alive Initiative del Wwf, conclude: «Le migliaia di parti di tigre sequestrate sono una testimonianza degli sforzi di contrasto, ma parlano anche delle continue minacce che le tigri devono affrontare. Il bracconaggio, il commercio e la domanda di tigri e delle loro parti persistono, aggravati dagli allevamenti di tigri che si aggiungono al commercio illegale. E’ necessaria un’azione forte da parte dei governi per combattere la pressione che questo esercita sulle popolazioni di tigri selvatiche».