Palio della Costa Etrusca, perché Legambiente dice no alla corsa di cavalli sulla spiaggia di Cecina
IHP: «La Regione Toscana si ricordi anche di chi salva i cavalli. Il primo centro di recupero italiano rischia di chiudere»
[29 Dicembre 2021]
La Regione Toscana ha annunciato che il Palio della Costa Etrusca non si correrà più a San Vincenzo ma a Cecina e, dopo una serie di articoli sui giornali locali e dichiarazioni di amministratori comunali e regionali, Angelo Ferrara, presidente di Legambiente Costa Etrusca fa alcune considerazioni in tre punti: «1) Intanto troviamo sbagliata la data perché per Pasquetta se non pioverà di gente sulla costa, ed a Cecina in particolare (covid permettendo), ce ne sarà anche troppa. 2) il fatto di non utilizzare le spiagge per questi scopi viene da ricerche scientifiche…poi certamente l’uomo può fare tutto quello che vuole…”anche portare il Pianeta nel baratro”. 3) troviamo anche scorretto il modo con cui questa iniziativa viene portata avanti tra Comuni , ciò ci fa sorgere un dubbio : ci sono altri motivi per cui si vuole a tutti i costi fare questa corsa di cavalli sulla spiaggia?»
Le motivazioni che hanno spinto Legambiente a dire no al Palio della Costa Etrusca a Cecina sono le stesse che spinsero a ottobre il Cigno Verde a dire no allo stesso Palio a San Vincenzo: «E’ una sconfitta doppia: per l’ambiente e l’economia».
Motivazioni che evidentemente hanno convinto la nuova amministrazione comunale sanvincenzina a chiudere con l’esperienza del Palio sulla spiaggia ma che non sono ritenute valide dall’amministrazione comunale di Cecina. Eppure gli ambientalisti sottolineavano: «Siamo fortemente contrari a questa manifestazione come già sottolineammo alla sua ripresa dopo i lunghi anni di stop ,contrari non solo per l’ambiente, ma anche sul piano economico, se è vero che sono destinati a questa manifestazione più di 30.000 euro pubblici, cioé soldi di tutti i cittadini che pagano le tasse…no di privati imprenditori che ce li mettono di tasca loro , che comunque non cambierebbe la nostra opposizione. Non crediamo che questo tipo di manifestazioni abbiano un ritorno economico che le giustifichi, tanto meno se le vediamo proiettate nel tempo oltre che ad essere dannose per l’Ambiente».
Legambiente Costa Etrusca ricordava per San Vincenzo qualcosa che vale sicuramente anche per Cecina: «La ricchezza di San Vincenzo sta nel suo patrimonio naturale, bellissime spiagge, il mare, boschi, pinete, il suo paesaggio retrostante, la cultura e la storia di questi territori. Non possiamo che fare una critica a tutto tondo della manifestazione che vuole riportare cavalli e fantini sul litorale sanvincenzino. A San Vincenzo, nei locali della Torre , c’era stata una conferenza con tecnici e professori di tutto rilievo che avevano spiegato perchè le spiagge non vanno manomesse ma rispettate, protette».
Legambiente non è contraria a una corsa di cavalli a San Vincenzo o a Cecina ma «Basta che non sia sulla spiaggia, ma in altro luogo». Legambiente Costa Etrusca ricordava a tutti, ma sopratutto agli imprenditori, che «Stiamo già navigando dentro il Cambiamento Climatico della cosiddetta era “ Antropocene” , che tutti dobbiamo dare un contributo affinchè il pianeta Terra non superi la soglia che porterebbe all’autodistruzione prima di tutto della civiltà umana. Gli imprenditori hanno una responsabilità diretta su quello che lasceremo alle Nuove Generazioni, ai giovani».
Sulla questione interviene anche Sonny Richichi, presidente di Italian Horse Protection (IHP): «Apprendiamo che il Palio della Costa Etrusca ha trovato “una nuova casa”, a Cecina, dove si correrà il prossimo 18 aprile, dopo che le ultime edizioni si erano svolte a San Vincenzo. Al presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, che ha presentato la novità come “un grande evento che suscita emozione ed entusiasmo” e al quale l’Ente che presiede ha concesso il proprio patrocinio, ricordiamo che purtroppo i cavalli impiegati in questo tipo di manifestazioni storiche sono dei protagonisti passivi che a volte fanno anche una brutta fine. E ricordiamo anche che proprio in Toscana è attiva IHP, la prima associazione italiana di tutela dei cavalli che a Montaione gestisce il primo Centro di recupero per cavalli maltrattati riconosciuto in Italia dal ministero della Salute. Ricordiamo che la sede del Centro di recupero di IHP era a Tignano, vicino Volterra, dove dal gennaio 2019 si sono verificate morti ripetute e improvvise che hanno ucciso 19 dei nostri cavalli, senza che ancora oggi l’intero mondo veterinario sia riuscito a tirare fuori una spiegazione. Le istituzioni ci hanno lasciati soli, così come soli ci siamo ritrovati quando abbiamo deciso di lasciare Tignano per trasferirci a Montaione nella speranza che cambiare luogo avrebbe fermato la catena di morti. Così è stato: abbiamo spostato la sede del Centro a Montaione e nessun cavallo da allora è morto. Ma questa decisione ha letteralmente dissanguato le casse dell’associazione che adesso rischia di non sopravvivere al 2022. Se oltre alle manifestazioni storiche dove si sfruttano i cavalli la Regione Toscana ha a cuore anche il benessere di questi animali lo dimostri e aiuti concretamente anche chi ogni giorno si impegna per salvarli da situazioni di maltrattamento, abuso e sfruttamento. La Toscana ospita il primo Centro di recupero per equidi maltrattati autorizzato in Italia dal ministero della Salute, dove trovano accoglienza e assistenza anche molti animali sottoposti a sequestro giudiziario e inviati a Montaione dalle Procure di mezza Italia: crediamo che anche questa sia una realtà che può suscitare “emozione ed entusiasmo”, meritevole dell’attenzione e dell’aiuto delle Istituzioni».