Orso in Trentino, Wwf e Legambiente chiedono la revoca dell’ordinanza di abbattimento

Partite la denuncia del Cigno Verde e la diffida del Panda al presidente della Provincia di Trento

[2 Luglio 2020]

Come annunciato, Legambiente ha dato mandato ai suoi legali di denunciare il presidente pro tempore della provincia di Trento, il leghista Maurizio Fugatti,, per i reati previsti dall’art.56 del codice penale (delitto tentato) e dall’art. 544 bis codice penale (uccisione senza necessità). Nel documento, inviato anche al Ministero dell’Interno, si chiede anche  «la revoca dell’ordinanza n° A001/2020/362277 relativa a “Intervento di monitoraggio e rimozione di un orso per l’incolumità e la sicurezza pubblica” (abbattimento) firmata in data 24 giugno, in seguito all’incontro tra un orso e due uomini in provincia di Trento», sul Monte Peller. Il Cigno Verde ricorda che «In quell’occasione, l’orso aveva provocato il ferimento di uno dei due (il padre) dopo che questi si era avvicinato all’animale per difendere da lui il figlio caduto a terra».

Ieri il  Wwf Italia ha inviato una diffida formale a Maurizio Fugatti, chiedendo la revoca dell’ordinanza e sottolinea «come le cause dell’accaduto non siano ancora del tutto chiare, e le informazioni attualmente in possesso delle Autorità non possano ritenersi sufficienti a motivare (dopo il suo riconoscimento e identificazione) l’abbattimento dell’orso, la misura di gestione più estrema prevista dal PACOBACE (Piano d’Azione interregionale per la conservazione dell’Orso bruno sulle Alpi centro-orientali)».
Nella diffida il Wwf ribadisce che, «Per intraprendere eventuali azioni di gestione, è necessario ricostruire la realtà dei fatti e valutare attentamente le ipotesi previste dallo stesso PACOBACE, che distingue il caso di attacco di un orso che difende i piccoli o fonti alimentari dal caso di un attacco senza una preventiva provocazione da parte dell’uomo, oltre a prevedere criteri di proporzionalità tra il comportamento dell’orso e le azioni di gestione messe in campo. L’ordinanza della Provincia autonoma di Trento invece considera direttamente e unicamente l’opzione abbattimento».

Il Panda ricorda anche che «L’eventuale abbattimento dovrebbe in ogni caso prevedere il coinvolgimento dell’Ispra e del Ministero dell’Ambiente che fino ad oggi, per quanto risulta dalle dichiarazioni del Ministro Costa, è contrario al provvedimento. È importante infatti ribadire che la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato, e l’orso è considerato specie particolarmente protetta. L’arbitraria uccisione anche di un solo esemplare può quindi configurare il reato di furto venatorio, nonché di uccisione di animale senza necessità (ai sensi dell’art. 544-bis del Codice Penale)».

Intanto, le firme a supporto della  petizione online Stop all’uccisione “automatica” dell’orso in Trentino!”, lanciata nei giorni scorsi dal Wwf sulla piattaforma change.org,  ha superato le 63.000 firme, dimostrando come l’opinione pubblica sia chiaramente schierata a favore della salvaguardia dell’orso e di una più seria valutazione delle cause dell’accaduto.
Inoltre, il Wwf ritiene che «Sia arrivato il momento per la costituzione di un tavolo tecnico di lavoro per rivedere il PACOBACE (modificato nel 2015 su richiesta della Provincia per lasciare più libertà di azione alla Provincia stessa) affinché, pur garantendo il massimo livello di tutela per la sicurezza della persone che vivono e frequentano l’area di presenza dell’orso, preveda tuttavia opzioni di gestione “meno estreme” e semplicistiche in caso di situazioni problematiche, dando la priorità al monitoraggio intensificato con collari GPS ed altri metodi non letali. A tal fine, il Wwf si rende pienamente disponibile per incontrare i responsabili della Provincia, insieme agli esperti di Ispra e Ministero, per individuare insieme criteri sempre più adeguati, ricordando che l’accettazione si costruisce giorno per giorno con la prevenzione e l’informazione, e non con qualche abbattimento».