Ieri un tavolo di confronto per gestione emergenziale e governance, guidato dalla Regione

Orbetello, per la laguna si avvicina l’ingresso nel Parco della Maremma?

Wwf: «Gestione ambientale, estendere quella basata sulla risospensione dei sedimenti superficiali»

[6 Agosto 2015]

Continua su due binari paralleli l’approccio della Regione Toscana per il ripristino della normalità alla laguna di Orbetello, colpita da temperature anomale che hanno portato tra il 24 e 25 luglio alla morte per anossia circa 250 tonnellate di pesce. L’assessore all’Ambiente Federica Fratoni parla ora di «segnali di un cambiamento climatico profondo, rispetto al quale abbiamo tutti la responsabilità di fare i conti», e individua per la laguna la necessità nell’ immediato di far fronte all’ emergenza «e mettere in campo tutti gli strumenti utili per intervenire sui parametri ambientali e sugli aspetti legati alla filiera produttiva e al turismo. Contemporaneamente e in prospettiva, lavorare per costruire una nuova governance del sistema lagunare».

Due strade, appunto che sempre più probabilmente incroceranno l’ottica di breve con quella di lungo periodo passando dall’allargamento dei confini «del Parco della Maremma all’area di Orbetello, affinché un ecosistema tanto importante per la Toscana sia gestito insieme ad altre realtà ambientalmente importanti».

Sono queste le due principali direttive emerse dal tavolo che ha visto ieri riunirsi Regione, Provincia di Grosseto e Comune di Orbetello, enti firmatari dell’ accordo di gestione del sistema lagunare, Arpat, Wwf, Ispra, Consorzio Lamma, le Università di Firenze e Siena, l’Università Insubria di Varese e vari studiosi ed esperti. «Sono convinta – ha aggiunto Fratoni – che la laguna di Orbetello, uscita da oltre due anni da una lunga fase di commissariamento, debba essere gestita attraverso un’azione coordinata e collaborativa da parte di tutti i livelli istituzionali. Anche il governo deve fare la sua parte in questa fase. La Regione continuerà a fare la sua: è già stata attivata la procedura per lo stato di calamità naturale e procederemo con la dichiarazione dello stato di emergenza per reperire risorse e avviare da subito azioni utili».

Per quanto riguarda invece le motivazioni scatenanti l’emergenza, oltre al caldo torrido di luglio, nuovi chiarimenti arrivano dal Wwf, che interviene affermando come il motivo della crisi del bacino di Levante sia «legato alla natura stessa dell’area,  uno stagno costiero con bassa profondità e ridotto scambio d’acqua che tende alla eutrofizzazione e all’accumulo di detrito organico nei sedimenti. Tali caratteristiche portano il bacino a riscaldarsi sensibilmente quando le temperature si alzano, mentre il detrito organico subisce l’azione intensa di batteri anaerobi. La crisi che ha interessato la laguna di Levante si è manifestata durante un’ondata di caldo anomala, che ha raggiunto temperature record sia nelle acque della laguna con punte di 34°C, che in mare con 30°c».

«Finito il commissariamento, finiti i finanziamenti milionari, la gestione è passata nel 2013 alla Regione Toscana e poi al Comune di Orbetello, che hanno deciso – continuano dal Wwf –  di fare delle scelte diverse dal passato, scelte volte al futuro, al risparmio dei cittadini e basate sulla scienza vera. Così ha fatto la Regione Toscana  nello scegliere il metodo proposto dal dottor Mauro Lenzi. Il metodo di gestione ambientale che è stato adottato nel giugno 2014 dalla Regione Toscana, fin da subito appoggiato anche dal Wwf, è basato sulla risospensione dei sedimenti superficiali ricchi di detrito organico, al fine di accelerare i processi di mineralizzazione per via ossigenica, metodo applicato per un anno nel bacino di Ponente dando un’ottima dimostrazione di efficacia, poiché la crisi ambientale ad Orbetello è avvenuta proprio dove il metodo non era ancora stato applicato. Il metodo della risospensione a lungo sperimentato è oggetto di numerose pubblicazioni scientifiche, e per il Wwf rappresenta la vera ed unica soluzione per mantenere la laguna in grado di resistere al meglio anche ai problemi in parte irrisolti, come gli scarichi degli impianti di piscicoltura, oggetto da alcuni mesi di  puntuali richieste di chiarimento da parte della Ue, che si domanda come è possibile che siano tollerati in un ambiente così delicato e di pregio. Il Wwf auspica che tale risoluzione prosegua, poiché non solo si è dimostrata efficace ma anche economica».

Qualsiasi sarà la soluzione scelta per Orbetello, emergono nel mentre ulteriori conferme su quale dovrà essere – nei progetti della Regione – l’ente che dovrà occuparsi della gestione lagunare: il Parco della Maremma, appunto. «A tale proposito – ha concluso l’assessore Fratoni – con il presidente Rossi abbiamo condiviso di avviare l’ iter legislativo per estendere i confini del Parco della Maremma all’area di Orbetello». Una soluzione che riscuote i primi consensi: «Una scelta lungimirante – commenta Angelo Gentili dalla segreteria nazionale Legambiente, alla vigilia dell’inaugurazione di Festambiente proprio entro i confini del Parco (a Rispescia) – Il Parco della Maremma rappresenta uno dei migliori esempi di corretta gestione del territorio e per il suo ruolo garantisce un rapporto continuativo con gli enti locali e le comunità. Occorrono strumenti, risorse regionali e locali e un piano chiaro per intervenire in caso di nuove emergenze. E’ importante dimostrare  vicinanza e solidarietà concreta ai pescatori di Orbetello ma soprattutto la corresponsabilità di tutti per uscire dall’incertezza e dall’emergenza e dare risposte e soluzioni per il futuro della laguna».