Riceviamo e pubblichiamo

Nuovo appello di Legambiente sulla Parchi Val di Cornia

«La questione Parchi sembra di nuovo caduta nell’oblio ma sulla società di addensano nubi preoccupanti, a partire dalle dichiarazioni del sindaco di San Vincenzo che intenderebbe uscire dalla compagine societaria»

[24 Ottobre 2022]

Il Convegno del 15 dicembre scorso a Campiglia M. in cui si è discusso del rilancio della società Parchi Val di Cornia, si è concluso con l’impegno di tutti i comuni per organizzare un tavolo regionale finalizzato ad un rilancio ma anche ad una valutazione della natura stessa della società, superando la società per azioni “in house” per andare verso una fondazione, forma quest’ultima che, alla data odierna, sembrerebbe più consona a valorizzare le istituzioni culturali e consentire meglio di raccogliere risorse in modo più agile da privati e pubblico.

Il 17 giugno esce la notizia che i membri del Cda della Parchi Val di Cornia è scelto solo dal Comune di Piombino venendo meno, sia i normali rapporti tra più soci ma soprattutto l’essenza stessa della società quale strumento di gestione di un territorio composto da più comuni.

Il Comune di Piombino fa valere la forza dei numeri nella società partecipata di cui è il principale azionista con circa il 61 per cento del capitale. I colleghi di Campiglia Marittima, San Vincenzo e Suvereto scelgono la via dell’astensione. Ed è il segnale che c’è più di una difficoltà anzi che gli intenti sottoscritti e condivisi da tutti e messi nero su bianco mesi fa nel documento “Piano di rilancio della società Parchi Val di Cornia” sono ad oggi lettera morta. Lo strappo, specie sul piano politico, si è consumato nell’assemblea dei soci.

Nel periodo estivo appena trascorso si sono registrate alcune prese di posizione di alcuni comuni soci che non hanno avuto effetto alcuno.

La questione Parchi sembra di nuovo caduta nell’oblio ma sulla società di addensano nubi preoccupanti a partire dalle dichiarazioni del sindaco di San Vincenzo che intenderebbe uscire dalla compagine societaria elemento questo che minierebbe alla base il futuro di questa esperienza.

La Parchi è nata per governare e gestire in maniera condivisa da parte dei comuni della Val di Cornia l’inestimabile patrimonio archeologico, culturale e ambientale di questo territorio con la finalità di tutela e valorizzazione capaci di creare sviluppo e benessere della comunità locale.

Invece di una gestione condivisa stiamo assistendo alla disgregazione della società, da una parte il comune di Piombino che detiene la maggioranza delle azioni, decide di mantenere le decisioni nella propria mano e dall’altra gli altri comuni che chiedono di essere determinanti per la gestione, si astengono da nominare i propri membri del Cda e minacciano di uscire dalla Parchi.

Occorre definire su quali regole e principi possa avvenire un rilancio di questa società. È chiaro che se vogliamo che ci sia una gestione condivisa dei beni pubblici, questo deve avvenire in maniera unitaria e tutti i comuni devono contare per prendere le decisioni sulle scelte digestione, quindi a larghissima maggioranza nell’assemblea dei soci.

Il contratto di servizio che regola i contributi dei comuni che sostengono se lo si ritiene non efficace lo si modifichi nel modo che possa tenere di conto delle esigenze dei diversi soci, ma non può essere questo l’elemento per l’affossamento della Parchi.

Riteniamo un errore di alcuni comuni essersi astenuti dal nominare i membri del consiglio di amministrazione, ma speriamo che si possa percorrere la strada indicata dalla sindaca di Campiglia M.ma: «L’utilizzo della disponibilità della Regione e del Ministero della Cultura per organizzare e coordinare quanto prima un tavolo tecnico di valutazione, approfondimento e studio della eventuale nuova forma giuridica, delle regole di funzionamento e di gestione, finalizzati a rendere la società massimamente efficiente e rispondente agli obiettivi di breve e lungo periodo».

Sollecitiamo i sindaci a rendersi disponibili e passare una volta per tutte dalle parole ai fatti concreti per il bene di una esperienza che ancora oggi, con tutte le difficoltà, rimane una buona pratica per la gestione dei beni culturali del nostro paese.

Da parte nostra abbiamo, nel frattempo, sollecitato l’impegno e fatto incontri con le associazioni di categoria CNA, Confcommercio e Confesercenti, contattato le organizzazioni sindacali per farle partecipi del pericolo di un dissolvimento di un’esperienza di pianificazione unitaria, virtuosa che guardava e guarda al futuro. Entro dicembre si definisce il destino di questa esperienza pertanto chiamiamo tutti al senso di responsabilità, per il bene del nostro territorio, per le valenze culturali e naturalistiche, per il turismo ma anche per i lavoratori dipendenti e stagionali che vi operano e per le imprese che vi gravitano.

di Legambiente Val di Cornia