Nelle foreste bruciate degli Appalachi meridionali è aumentata la diversità di avifauna

Uno studio controintuitivo sul ripopolamento degli uccelli nelle aree boschive bruciate

[23 Dicembre 2022]

Gli incendi hanno bruciato più di 235 miglia quadrate di foresta negli Appalachi  Meridionali e, nell’autunno del 2016, dopo un periodo di siccità e il susseguirsi di incendi dolosi, un team di ricercatori statunitensi guidato da  Cathryn Greenberg dell’USDA Forest Service ha monitorato diversi livelli di gravità degli incendi in tre regioni forestali della Nantahala National Forest nella North Carolina occidentale. I ricercatori hanno censito per 5 anni l’abbondanza e la diversità degli uccelli durante la stagione riproduttiva in quelle regioni forestali e poi hanno usato quei dati per confrontare le comunità di uccelli in zone bruciate a diversi gradi di gravità. Ne è venuto fuori lo studio“Breeding bird abundance and diversity greatest in high-severity wildfire patches in eastern hardwood forests”, pubblicato recentemente su Forest Ecology and Management, che ha rilevato sorprendentemente che «La diversità degli uccelli è aumentata nelle aree forestali montane della North Carolina gravemente bruciate da un incendio nel 2016, rafforzando il fatto che mentre gli incendi possono rappresentare un rischio per la sicurezza e la proprietà, possono essere vantaggiosi  per la fauna selvatica. I risultati dello studio potrebbero aiutare i gestori forestali a prevedere meglio le risposte degli uccelli agli incendi boschivi e a gestire le foreste a beneficio degli uccelli».

Uno degli autori dello studio, Chris Moorman, professore di silvicoltura e risorse ambientali alla North Carolina State University, sottolinea che «Per noi è importante comprendere le relazioni tra gli animali e le dinamiche degli incendi man mano che il clima cambia, perché le previsioni mostrano che in futuro ci saranno più di questi incendi ad elevata gravità in tutto il territorio. Gli uccelli e altri animali sono ben noti per rispondere alla struttura della vegetazione forestale, che è la distribuzione delle piante verticalmente in una foresta. Quando un incendio modifica la struttura della vegetazione, ha un impatto sugli animali che vi abitano».

Nelle aree gravemente bruciate, i ricercatori hanno documentato la perdita della maggior parte della chioma degli alberi della chioma, seguita dalla ricrescita di fitti arbusti e dalla ricrescita degli alberi. Nelle aree colpite da incendi di elevata gravità, il 44% degli alberi è morto nel primo anno e il 71% è morto entro il quinto anno. Questo rispetto al 7% di mortalità degli alberi nelle aree non bruciate.

Moorman ricorda che «Dopo gli incendi ad alta gravità, tutto era marrone e nero e sembrava morto. Ma negli Stati Uniti sudorientali i cambiamenti avvengono rapidamente e la vegetazione è ricresciuta rapidamente».

Quando gli scienziati hanno confrontato il numero di uccelli in aree con diversa gravità degli incendi, hanno riscontrato «Un aumento nel tempo del numero di uccelli, nonché una maggiore diversità di uccelli, nelle aree forestali in cui la gravità degli incendi era elevata. Entro il quinto anno, l’abbondanza totale di uccelli e la ricchezza di specie, o il numero di specie diverse presenti, nelle aree con incendi ad elevata gravità erano due volte superiori a quelle nelle aree non bruciate.

Sebbene sembri controintuitivo che le aree a elevata gravità abbiano supportato più specie di uccelli, i ricercatori fanno notare che «Questo è dovuto al fatto che poche specie hanno evitato le patch ad elevata gravità, ma diverse specie erano più abbondanti o si trovavano solo in quelle patch». Più specificamente, lo zigolo indaco (Passerina cyanea), la silvia castagna (Setophaga pensylvanica)  e il towhee orientale (Pipilo erythrophthalmus) – tutte specie che si riproducono sugli arbusti in aree con pochi o nessun albero a chioma – sono stati trovati quasi esclusivamente nelle zone percorse da incendi a elevata gravità.

Moorman aggiunge: «Quando facciamo fuoco prescritto a bassa intensità sotto alberi intatti, non ne beneficiano  queste specie di uccelli che preferiscono nidificare negli arbusti. In effetti, gli incendi di bassa gravità, siano ess’ causati da incendi boschivi o incendi prescritti, hanno scarso effetto sulle specie o comunità di uccelli nidificanti».

Una specie, il tordo acquaiolo fornaio (Seiurus aurocapilla), ha mostrato una tendenza alla minore abbondanza nelle aree gravemente bruciate, ml’abbondanza di 7 specie era maggiore nelle aree di maggiore gravità e 11 specie non differivano tra le aree.

La Greenberg ha commentato: «Penso che molti uccelli della foresta non siano così particolari come la letteratura avrebbe potuto suggerire in precedenza, purché c’è una struttura verticale – come alcuni alberi vivi o morti ma ancora in piedi – e copertura. Altri studi dimostrano che anche gli uccelli della foresta maturi portano i loro piccoli in aree recentemente disturbate, dove abbondano insetti e frutti, per imparare a foraggiarsi sotto una fitta copertura di arbusti per proteggersi».

Moorman conclude: «E’ probabile che le aree a elevata gravità fossero abbastanza piccole, o abbastanza incomplete sul territorio, da non avere un impatto sugli uccelli che vivono nella chioma o che si affidano in altro modo alla chioma degli alberi. La maggior parte del territorio della North Carolina occidentale contiene foreste a chioma vhiuse in continuità, quindi si ottiene questa nuova condizione strutturale associata alla rimozione della chioma da incendi ad elevata alta gravità che avvantaggiano le specie di uccelli arbustivi, ma si ha ancora la chioma presente nelle vicinanze per altri uccelli. A causa degli evidenti rischi per la sicurezza e la perdita di entrate del legname, non è un approccio pratico o logico gestire gli incendi boschivi ad elevata gravità in tutto il territorio, tuttavia, ci sono tipi di raccolta del legname che potrebbero creare condizioni strutturali simili a quelle create dagli incendi di elevata gravità».