Coldiretti: produzione quasi azzerata per l’alternarsi di siccità e maltempo

Nella Giornata mondiale delle api l’Italia si ritrova senza miele

Il 40% della popolazione di impollinatori invertebrati è a rischio estinzione, mettendo a repentaglio anche il nostro approvvigionamento di cibo

[20 Maggio 2019]

Gli animali impollinatori sono essenziali per aiutare le piante a riprodursi: api, farfalle, falene, coleotteri ma anche alcuni pipistrelli e uccelli, visitando un fiore dopo l’altro, portano avanti un lavoro fondamentale per mantenere in equilibrio l’ecosistema, e al contempo per garantirci l’apporto di cibo. Oltre il 75% delle colture alimentari mondiali dipende infatti, in una qualche misura, dagli impollinatori. Eppure si tratta di un patrimonio che stiamo mettendo a serio rischio.

L’Onu ha istituito per il 20 maggio di ogni anno la Giornata mondiale della api, in modo da ricordare all’intera umanità l’enorme valore di questi impollinatori, e per invitare a intraprendere azioni concrete per preservarle e proteggerle. Ma a causa di molteplici rischi, che spaziano dall’avanzata dei cambiamenti climatici all’uso intensivo di pesticidi sui suoli agricoli, le cose non stanno andando come dovrebbero. Anzi. Gli insetti probabilmente costituiranno il grosso della futura perdita di biodiversità con il 40% delle specie di impollinatori invertebrati – in particolare api e farfalle – che si trovano già oggi ad affrontare il rischio dell’estinzione, mettendo così a repentaglio anche il nostro approvvigionamento di cibo.

Il miele rappresenta infatti solo la punta dell’iceberg dei servizi che le api ci rendono gratuitamente ogni giorno, ma anche questa è a rischio. Come denuncia infatti la Coldiretti da Nord a Sud del Paese è infatti «praticamente azzerata» quest’anno la produzione di miele, a causa dell’andamento climatico siccitoso del mese di marzo seguito da un mese di aprile e maggio dal meteo particolarmente capriccioso caratterizzato da vento, pioggia e sbalzi termici che non ha consentito alle api neanche di trovare nettare sufficiente da portare nell’alveare.

«La pazza primavera – spiega la Coldiretti – ha creato gravi problemi agli alveari con il maltempo che ha compromesso molte fioriture e le api che non hanno la possibilità di raccogliere il nettare. Il poco miele che sono riuscite a produrre se lo mangiano per sopravvivere. La sofferenza delle api è uno degli effetti dei cambiamenti climatici in atto che sconvolgono la natura e si manifestano con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo. La pioggia no stop compromette il duro lavoro delle api e serve ora un rapido cambiamento del tempo per salvare gli alveari».