Negoziati per la tutela della biodiversità, per il Wwf alla Cbd mancano leadership e ambizione

Cbd: a Nairobi passi avanti per il framework post 2020. Wwf: rischio di fallimento per la COP15 CBD di Montreal

[28 Giugno 2022]

La 6 giorni di negoziati delle parti della Convention on boological diversity (Cbd) che si sono conclusi il 26 giugno a Nairobi hanno  proposto un piano globale per piegare la curva sulla perdita di biodiversità che dovrebbe essere adottato a Montreal, in Canada, a dicembre. Secondo un comunicato ufficiale della Cbd, «I delegati hanno preso il testo degli incontri di marzo tenutisi a Ginevra, ne hanno razionalizzato alcune parti, hanno raggiunto il consenso su diversi obiettivi e proposte e proposto diverse opzioni per ampie parti del framework». Le parti hanno esposto le loro ambizioni rispetto agli obiettivi del framework e perfezionato gli obiettivi essenziali relativi alla conservazione, all’uso sostenibile e alla condivisione dei benefici. Hanno lavorato per sviluppare un piano per la mobilitazione delle risorse e altri mezzi di attuazione e hanno evidenziato il contributo della natura alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici. Le parti hanno anche tracciato il percorso per un accordo sulla condivisione dei benefici del Digital Sequencing Information on genetic resources. Le loro discussioni hanno anche rafforzato il ruolo dei popoli indigeni, delle comunità locali, delle donne, dei giovani e degli altri stakeholders,  per garantire che tutte le voci siano ascoltate e nessuno resti indietro».

I delegati si sono confrontati sull’intero testo del post 2020 framework, che comprende 4 obiettivi, 23 target proposti  tutti gli elementi che consentiranno alle nazioni di raggiungerli. I delegati hanno fatto progressi sul tema delle Digital Sequence Information; un punto all’ordine del giorno separato relativo al framework. Anche i quattro importanti obiettivi del framework, da A a D, sono stati oggetto di un’intensa discussione: Obiettivo A – proteggere la biodiversità a tutti i livelli e prevenire le estinzioni; Obiettivo B: garantire che la biodiversità possa soddisfare i bisogni delle persone e sostenere i loro diritti umani; Obiettivo C – I benefici derivanti dall’uso della biodiversità e delle risorse genetiche vengano condivisi con equità e le conoscenze e i diritti tradizionali delle Comunità Indigene e Locali sianorispettati; Obiettivo D – Abilitare a un livello adeguato i mezzi di attuazione, anche finanziari e  le risorse, rafforzamento delle capacità e altri supporti all’azione.

La segretaria esecutiva della Cbd, Elizabeth Maruma Mrema, ha concluso: «Voglio ringraziare le parti per il loro duro lavoro, il loro impegno per il consenso e l’onestà impegno messi in questi negoziati. Questi sforzi sono considerevoli e hanno prodotto un testo che, con un lavoro aggiuntivo, sarà la base per raggiungere la visione 2050 della Convenzione: una vita in armonia con la natura. Invito le Parti, a impegnarsi vigorosamente nei prossimi mesi per  il testo, ad ascoltarle ciascuno gli altri e cercare il consenso e a preparare il testo finale per l’adozione alla COP 15».

Un ottimismo non condiviso dal Wwf International che esprime «Profonda preoccupazione per la mancanza di ambizione e di leadership mostrata dai governi nel dare priorità alla perdita della natura». Secondo il Panda, «I negoziati sono tenuti in ostaggio da un piccolo gruppo di Paesi che si concentrano sull’indebolimento del processo e sulla riduzione delle ambizioni» e «I governi a Nairobi hanno purtroppo compiuto progressi assai limitati lasciando appesa a un filo la possibilità di assicurarsi un accordo globale, trasformativo e in grado di affrontare l’accelerazione della crisi della natura mondiale».

Marco Lambertini, direttore generale del Wwf International, evidenzia che «Di fronte alla catastrofica perdita di  natura e alle tragiche conseguenze che ciò sta avendo sull’umanità, i governi hanno messo a repentaglio tutto il lavoro fatto finora e rimandato tutte le decisioni cruciali alla COP15. Lo stesso è accaduto a marzo ai negoziati di Ginevra, e se vogliamo che la COP di Montreal abbia successo, è essenziale che i leader diano veramente priorità ai negoziati. Se vogliamo avere qualche possibilità di sopravvivere ai drastici cambiamenti ambientali che le attività umane stanno determinando a livello globale, la natura da cui dipendiamo deve rimanere produttivo e resiliente, per mitigare gli impatti dei cambiamenti climatici, aumentare la sicurezza alimentare e ridurre la nostra vulnerabilità alle pandemie. Se intendiamo veramente risolvere le enormi differenze su questioni chiave nei negoziati, tra cui il livello generale di ambizione per tutti gli obiettivi, è necessaria una maggiore volontà politica. Allo stesso tempo, abbiamo bisogno di leader per contrastare l’influenza di un piccolo numero di paesi, il Brasile in primis, che stanno attivamente lavorando per minare i colloqui. I capi di Stato che hanno firmato la Leaders’ Pledge for Nature, che li impegna ad invertire la curva di perdita di biodiversità entro il 2030, devono ora portare avanti l’ambizione di garantire un accordo nature-positive a Montreal. La prospettiva di un fallimento alla COP15 è incredibilmente reale».

Il Wwf  «Accoglie con favore il forte sostegno nel round di negoziati di Nairobi per l’obiettivo di arrestare e invertire la perdita di biodiversità entro il 2030», ma avverte che «E’ un obiettivo comunque insufficiente. Chiudere il decennio con più natura di quanta ne avessimo all’inizio è essenziale per garantire un futuro sostenibile sia per le persone che per il pianeta.  Una mission chiara e nature-positive è fondamentale per dare la giusta direziona all’intero quadro e garantire inoltre che l’obiettivo di 1.5° C dell’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici rimanga effettivamente raggiungibile».

Il Wwf resta preoccupato per la scarsa volontà di affrontare i fattori che causano la perdita di biodiversità, in particolare «I nostri sistemi alimentari che determinano il 70% della perdita di biodiversità terrestre: una transizione verso un’agricoltura sostenibile è essenziale per garantire sicurezza alimentare e resilienza a lungo termine».

Nonostante ritenga scarsi e faticosi i progressi fatti ai summit Cbd, il Wwf «Accoglie con favore il forte sostegno per un obiettivo sull’uguaglianza di genere nel quadro globale per la biodiversità, nonché l’ampio sostegno per il riconoscimento dei diritti e dei ruoli delle popolazioni indigene e delle comunità locali». Ma aggiunge che «Per evitare di ripetere il fallimento degli obiettivi di Aichi, tuttavia, l’accordo finale deve includere un forte meccanismo di attuazione che consenta ai Paesi di rivedere i progressi rispetto agli obiettivi e rafforzare l’azione nel tempo».

Il Panda internazionale conclude: «I negoziati di Nairobi hanno avuto per protagonisti l’indebolimento del testo sull’allineamento dei flussi finanziari che sostengono la natura e il fallimento dei Paesi nel raggiungere un compromesso per colmare il divario nel finanziamento alla biodiversità. Il Wwf rimane convinto che la parte finanziaria sia il punto cruciale dei negoziati e che un aumento delle risorse finanziarie, da tutte le fonti, sia essenziale per l’attuazione del quadro globale per la biodiversità».