Natura chiama turismo: in 30,5 milioni vogliono stare a contatto con l’ambiente italiano

[28 Giugno 2017]

La domanda di “natura” e di esperienze legate al contatto con l’ambiente naturale continua a far registrare un andamento decisamente positivo: sono circa 30,5 milioni le presenze legate al turismo naturalistico – generando un elevato potenziale per i parchi naturali –  secondo i dati riportati ieri a Roma durante la presentazione rapporto “Natura e cultura. Le aree protette, luoghi di turismo sostenibile”, realizzato dal ministero dell’Ambiente con la collaborazione di Unioncamere, Fondazione sviluppo sostenibile e Federparchi. Uno studio che «conferma il ruolo strategico dei parchi in questo settore che per un Paese come l’Italia rappresenta un significativo asset per lo sviluppo», dichiara il presidente di Federparchi Giampiero Sammuri.

Certo occorre in primo luogo la natura che con le sue bellezze possa fare da potente richiamo per i turisti, ma sono anche necessarie infrastrutture e servizi adeguati a reggerne il carico, nonché regole che possano frenarne gli impatti negativi qualora il turismo da sostenibile diventi di massa. Nella nostra natura, plasmata da millenni di interazioni con l’uomo, i turisti trovano poi bellezze di diverso genere:  secondo un primo censimento che emerge dal portale “Turismo nei Parchi” accessibile tramite il sito del Ministero e realizzato con il contributo della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, il patrimonio culturale presente nei Parchi nazionali italiani è rappresentato da quasi 800 tra biblioteche e musei, oltre 400 beni archeologici e più di 1.250 beni artistico architettonici.

«Quella del turismo nei Parchi – commenta il ministro Galletti – è una grandissima sfida per il Sistema Paese. La riforma che discute il Parlamento ci avvicina a questo obiettivo, ovvero quello del rafforzamento di una nuova “governance della sostenibilità” che deve partire dalla sensibilizzazione degli enti, delle imprese, della popolazione locale ed arrivare a valorizzare in maniera sostenibile i territori verdi che rappresentano la ricchezza dell’Italia». Una riforma, quella citata dal ministro e approvata dalla Camera (in attesa che ad esprimersi sia anche il Senato), definita però «conflittuale» da Legambiente.