Montecristo è la prima isola rat-free del Mediterraneo

Dopo 50 mesi non c’è più un ratto e si involano più di 900 Berte minori all’anno

[26 Luglio 2016]

Oggi il Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e il Corpo forestale dello Stato hanno dichiarato ufficialmente rat-free l’isola più protetta della Toscana. Finalmente Montecristo è libera da ratti: «Sono trascorsi ormai 50 mesi dal termine delle operazioni di eradicazione condotte insieme ai tecnici della società Nemo srl di Firenze – spiegano da Montecristo Parco e Cfs – Dopo ben 4 anni di monitoraggio abbiamo la certezza di aver debellato il ratto nero, predatore alieno e nemico pubblico numero uno per gran parte delle specie di uccelli marini protetti.

Michele Baccetti, referente del progetto per l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), sottolinea che «Oggi l’isola è una vera “fabbrica” di Berte minori e molti pulcini volano via per colonizzare altri luoghi. Così la Berta minore, specie in pericolo, con il suo girovagare tra le scogliere del Mediterraneo, consegna un messaggio importante: a volte basta poco per ripristinare equilibri ecologici compromessi dall’opera dell’uomo. Le aree protette sono davvero laboratori a cielo aperto per la conservazione della natura».

Eppure questo progetto di enorme successo, che ha utilizzato e adattato a Montecristo tecnologie e sostanze che nel resto del mondo vengono usate da grandi associazioni ambientaliste come Royal Society for the Protection of Birds, BidLife, Island Conservation, dall’Iucn e da decine di governi, scatenò un’opposizione che vide una strana alleanza tra animalisti e i pochi antiparco rimasti e si parlò di uno sterminio imminente di Capre di Montecristo e uccelli e dell’avvelenamento del mare protetto, arrivando perfino alla presentazione di interrogazioni e mozioni al Comune di Portoferraio e in Palamento e a denunce contro  Parco e Cfs. Una polemica che provocò un durissimo scontro tra Legambiente, che difendeva l’eradicazione dei ratti, e associazioni animaliste che parlavano di inutile strage e di una possibile contaminazione per avvelenamento di un’isola e di un area protette.

Non è avvenuta nessuna delle catastrofi vaticinate da chi metteva in dubbio un’eradicazione gestita da scienziati ed esperti sotto il controllo di istituzioni europee e nazionali e il progetto, sostenuto da Unione europea, ministero dell’ambiente, Regione Toscana e Provincia di Livorno, ha permesso di portare gli involi delle giovani Berte minori (Puffinus yelkouan) – che prima venivano letteralmente tutte mangiate vive dai ratti nei loro nidi/cunicolo – da zero ad oltre 900 all’anno. Un successo così clamoroso ed un’eradicazione così efficace e “pulita” che è arrivato anche  un importantissimo e ambito riconoscimento dalla Commissione Europea: il progetto Montecristo 2010 – unico italiano – è entrato nei 6 finalisti per la categoria “Conservation” del “Natura 2000 Aa awards 2014″: premio istituito per «Incoraggiare le “best practices” volte alla conservazione della natura, all’impegno nella protezione della biodiversità nei siti Natura 2000 e alla garanzia di sopravvivenza a lungo termine delle specie e degli habitat più preziosi e minacciati d’Europa» prevalendo tra i 163 progetti candidati e finanziati con lo strumento Life.

Il riconoscimento della Commissione europea era arrivato – stroncando molte polemiche sterili – per «l’importanza dell’attività di eradicazione del ratto dall’Isola di Montecristo per la riproduzione e la sopravvivenza a lungo termine della berta minore (Puffinus yelkouan)».

Il presidente del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano e di Federparchi, Giampiero Sammuri allora parlò di «Un riconoscimento importante che ripaga delle difficoltà incontrate» e oggi insieme a tutti i protagonisti di quel progetto festeggia un eccezionale risultato scientifico e ambientale: «Il 12% della popolazione nidificante di berta minore nel Mediterraneo sceglie di riprodursi a Montecristo e grazie alle azioni del progetto si è passati da un successo riproduttivo praticamente nullo a ben il 95%, aumentando così le possibilità di sopravvivenza della specie, classificata come Vulnerabile nella Red list della Iucn».

Di fronte alla prima “grossa” isola rat-free del Mediterraneo (anche Giannutri e l’Isolotto della Scola a Pianosa sono state liberate dai ratti)  le polemiche se le porta il vento, proprio come  le berte minori che hanno ritrovato un nido sicuro nella più misteriosa isola dell’Arcipelago Toscano.