Moment for Nature: essenziale respingere le minacce e stimolare l’azione climatica

Inger Andersen: «Non possiamo più fare il greenwashing o nascondere la mancanza di progresso che purtroppo è stata la norma»

[20 Luglio 2022]

A meno di 8 anni dalla scadenza fissata per limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius, il presidente dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, Abdulla Shahid, ha convocato l’High Level Thematic Debate “Moment for Nature” per esaminare le minacce ambientali interconnesse, come clima, desertificazione e perdita di biodiversità, stato degli oceani e trasporti sostenibili, sistemi alimentari ed energia, che ostacolano gli sforzi per raggiungere lo sviluppo sostenibile. Un evente fortemente voluto dal maldiviano Shahid che ha valutato le recenti decisioni riguardanti l’agenda ambientale globale e per presentare soluzioni a i colli di bottiglia, come i gap tra impegni e azioni, che impediscono di mettere in atto un’efficace difesa della natura e la necessità di una più ampia mobilitazione.

Shahid non ha fatto sconti alla comunità internazionale: «Sappiamo che ci siamo messi all’angolo con la nostra incoscienza. Sappiamo che questo potrà solo peggiorare e rapidamente, poiché continuiamo a ritardare le azioni necessarie. Nonostante le immense sfide che il mondo deve affrontare, l’umanità può apportare cambiamenti, come testimonia lo sviluppo di tecnologie un tempo inconcepibili.  Io stesso ricordo un periodo in cui l’energia delle energie rinnovabili era considerata troppo debole e costosa per fare la differenza. Oggi flotte di veicoli e innumerevoli case funzionano con energie rinnovabili. Intere città e Paesi aspirano a funzionare con energie rinnovabili. Le possibilità sono infinite».

Il segretario generale dell’Onu, António Guterres ha accolto con favore il meeting Moment for Nature: «Arriva mentre i paesi stanno affrontando quella che ho definito la “tripla crisi” di sconvolgimento climatico, perdita di biodiversità e inquinamento. I nostri stili di vita, basati sulla produzione, il consumo, lo scarto e l’inquinamento, ci hanno portato a questo terribile stato di cose. Ma, poiché le attività umane sono alla base di questa emergenza planetaria, ciò significa anche che noi deteniamo la chiave per le soluzioni. Ora è il momento di trasformare il nostro rapporto con la natura e tracciare un nuovo percorso».

La vice segretaria generale dell’Onu, Amina Mohammed, ha delineato le aree in cui i governi possono agire, anche nel trasformare il modo in cui vediamo e apprezziamo la natura: «Dobbiamo rafforzare la capacità della natura di proteggerci da pericoli ed eventi estremi. Questo significa accelerare l’attuazione delle politiche nazionali di ripristino, dei programmi e dei piani per gli ecosistemi marini e terrestri, creando al contempo nuovi posti di lavoro, affrontando la povertà e migliorando lo sviluppo sostenibile. I Paesi devono anche colmare entro il 2030 il gap finanziario per la biodiversità che attualmente ammonta a circa 700 miliardi di dollari all’anno. Questo può essere fatto riutilizzando e reindirizzando i 500 miliardi di dollari all’anno per le “sovvenzioni dannose” verso attività più favorevoli alla biodiversità».

Il presidente dell’Economic and Social Council dell’Onu, Collen V. Kelapile, ha sottolineato l’urgenza di «Agire sulla crescente evidenza scientifica sul cambiamento climatico. Il mondo è sull’orlo di un precipizio. Dovremmo fare tutto il possibile per cambiare i nostri modelli di consumo e produzione e apportare cambiamenti trasformativi alla crescita economica sensibile alla natura, soluzioni basate sulla natura per ricostruire le nostre società post-Covid e preservare il nostro ambiente. Oppure possiamo addentrarci ancora più in profondità nell’abisso delle continue calamità, fino a distruggere l’intera umanità».

Il documento alla base dell’High Level Thematic Debate “Moment for Nature” è stato preparato dall’United Natios environment programme (Unep)  e proprio la direttrice esecutiva dell’Unep, Inger Andersen, ha fatto l’elenco dei numerosi risultati dei meeting globali dell’ultimo anno, come la COP27 Unfccc a Glasgow e la quinta UN Environment Assembly a Nairobi.

Ma la Andersen ha avvertito che «Non abbiamo ancora raggiunto quel Moment for Nature nel quale troviamo veramente un terreno comune con la natura e manteniamo i numerosi impegni e promesse che sono stati presi. Dal 5 al 17 dicembre, il mondo si riunirà per la COP15 a Montreal, città che è sede del Biodiversity Convention Secretariat, sotto la Presidenza del governo cinese, per concludere il Global Biodiversity Framework. Con questo quadro, dobbiamo assistere a un massiccio intervento politico per la natura. Il Framework deve essere accompagnato da un pacchetto ambizioso di obiettivi e target che spinga l’azione per la natura oltre la bolla ambientale. E’ solo coinvolgendo ogni settore, azienda e investitore che ha un impatto o dipende dalla natura che affronteremo i fattori chiave della perdita della natura. La mobilitazione delle risorse sarà essenziale, poiché nulla può essere ottenuto in questo mondo senza adeguate risorse finanziarie, tecniche e umane. La trasparenza sarà essenziale. Non possiamo più fare il greenwashing o nascondere la mancanza di progresso che purtroppo è stata la norma per molte parti per così tanto tempo. Dobbiamo sapere che gli impegni vengono mantenuti e dobbiamo sapere dove è necessario ulteriore sostegno per compiere progressi. E dobbiamo vedere immediatamente l’avvio dell’implementazione. Perché un Framework non è altro che un piano. Quando costruiamo una casa, mettiamo in atto i piani e i disegni architettonici e dichiariamo che la casa è costruita? No. Consegniamo quei piani e investiamo in quel progetto fino a quando la casa non sarà completa. E parte della costruzione di quella casa sicura è proteggere e consentire a tutti di contribuire equamente alla sua consegna. Mentre parlo, gli Stati membri stanno deliberando a New York sull’adozione, in Assemblea Generale, del diritto umano universale a un ambiente pulito, sano e sostenibile. Ciò su cui gli Stati membri stanno deliberando è il fondamento stesso della vita umana, perché l’ambiente sostiene l’umanità e in effetti gli altri diritti di cui godiamo. Pertanto, invito gli Stati membri ad approvare inequivocabilmente questa risoluzione e a mettersi al lavoro per attuarla. Perché il vero momento per la natura arriverà solo quando il piano sarà consegnato, quando la casa sarà a posto e tutta l’umanità sarà in grado di rifugiarsi e vivere in armonia con la natura».