Ministero dell’Ambiente: Mediterraneo meno inquinato e più sicuro per i cetacei

Due importanti decisioni prese dal Marine Environment Protection Committee dell’IMO

[20 Dicembre 2022]

Secondo il ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica (MASE), «Il mar Mediterraneo e le sue coste saranno meno inquinate dalle emissioni di zolfo dei motori navali».  Il MASE riporta uno dei risultati della79esima sessione del Marine Environment Protection Committee (MEPC)  dell’International maritme organizatin (IMO), tenutasi a Londra dall’11 al 16 dicembre e durante la  quale il Mediterraneo è stato dichiarato Sulphur Emission Control Area (SECA) e  il Mediterraneo nord-occidentale Particularly Sensitive Sea Areas (PSSA – Area Marina particolarmente sensibile) per la prevenzione delle collisioni dei cetacei con le navi.

Il ministero dell’ambiente  sottolinea che «I due importanti documenti sono stati cosponsorizzati e fortemente voluti dall’Italia. Entrambe queste misure contribuiranno significativamente all’aumento della tutela ambientale del nostro mare.

L’Imo spiega che la designazione del Mar Mediterraneo, nel suo insieme,  come Emission Control Area for Sulphur Oxides e particolato è stata adottata ai  sensi dell’allegato VI della convenzione MARPOL e che «In tale area di controllo delle emissioni, il limite per lo zolfo nell’olio combustibile utilizzato a bordo delle navi è dello 0,10% massa per massa (m/m), mentre al di fuori di queste aree il limite è dello 0,50% m/m». L’emendamento dovrebbe entrare in vigore il 1° maggio 2024, con il nuovo limite che entrerà in vigore dal 1° maggio 2025. Le parti contraenti della convenzione per la protezione dell’ambiente marino e della regione costiera del Mediterraneo (convenzione di Barcellona) e dei relativi protocolli hanno concordato nel dicembre 2021 di presentare la proposta all’IMO. Attualmente esistono 4 aree di controllo delle emissioni designate per gli ossidi di zolfo e il particolato in tutto il mondo: l’area del Mar Baltico; l’area del Mare del Nord; l’area nordamericana (che copre aree costiere designate al largo degli Stati Uniti e del Canada); e l’area del Mar dei Caraibi degli Stati Uniti (intorno a Porto Rico e alle Isole Vergini americane)».

Secondo il ministero dell’ambiente italiano, «La designazione dell’intero bacino del mediterraneo come area “SECA” avrà anche un notevole impatto positivo sulla salute delle popolazioni che vivono lungo le coste. La SECA è infatti un’area ad emissioni di zolfo controllate, nella quale le navi devono utilizzare carburanti a bassissimo tenore di zolfo o abbattitori dei fumi, diminuendo fortemente quindi l’inquinamento atmosferico connesso al trasporto marittimo, con evidenti ed immediati benefici ambientali e sanitari».

La nota del Mase ricorda che «Il percorso che ha portato alla designazione del Mediterraneo quale area SECA, è nato durante la Conferenza delle Parti Contraenti della Convenzione di Barcellona, svoltasi a Napoli nel dicembre 2019, è stata adottata con il consenso di tutti i Paesi Mediterranei una RoadMap finalizzata alla predisposizione di una proposta all’Organizzazione Marittima Internazionale, per la “designazione del Mar Mediterraneo, nel suo insieme, come Area di Controllo delle Emissioni”. Questo lungo cammino susseguito alla COP di Napoli  è stato seguito con grande attenzione dal MASE, che ha sostenuto la proposta anche, in occasione di incontri bilaterali o multilaterali con gli altri paesi. Proprio a questo scopo infatti il Ministero ha promosso un side event insieme al Segretariato della Convenzione di Barcellona, tenutosi durante la riunione del MEPC, per sensibilizzare i delegati sul sostegno alla proposta, che ha registrato una forte partecipazione da parte dei delegati».

L’IMO conferma che «Il MEPC ha preso in considerazione una proposta per designare una particolare area marina sensibile nel Mar Mediterraneo nord-occidentale per proteggere i cetacei dallo shipping  internazionale. La proposta è  stata presentata da Francia, Italia, Monaco e Spagna. I richiedenti affermano che l’obiettivo della proposta NW Med PSSA è proteggere i cetacei dal rischio di collisioni tra navi, inquinamento generato dalle navi e aumentare la consapevolezza su un’area di fondamentale importanza per la balenottera comune e il capodoglio. Il PSSA proposto comprende l’intero Santuario Pelagos e il Corridoio dei Cetacei Spagnolo, che sono già designati come Special Protected Areas of Mediterranean Importance (SPAMI) ai sensi della Convenzione di Barcellona e dell’United Nations Mediterranean Action Plan  dedicato alla conservazione dei cetacei».

Il ministero dell’ambiente italiano evidenzia che «La proposta di designare il Mediterraneo Nord Occidentale quale Area Marina Particolarmente Sensibile (PSSA) è partita da una iniziativa congiunta di Italia, Francia e Monaco, cui si è successivamente aggiunta la Spagna, per diminuire il rischio di collisioni con il traffico marittimo che costituisce una importante causa di mortalità per i cetacei, in particolare capodogli e balenottere comuni, che vivono in questa area che comprende il Santuario dei Cetacei Pelagos, una larga porzione del Golfo del Leone, ed il Corridoio dei Cetacei Spagnolo».

Tra gli altri provvedimenti, il MPEC IMO ha anche adottato  modifiche all’allegato V della convenzione MARPOL «Per rendere obbligatorio il registro dei rifiuti anche per le navi di stazza lorda pari o superiore a 100 tonnellate e inferiore a 400 tonnellate di stazza lorda. Ciò estende l’obbligo di registri dei rifiuti obbligatori alle navi più piccole, che saranno tenute a tenere registri delle loro operazioni di gestione dei rifiuti, vale a dire gli scarichi in un impianto di raccolta a terra o su altre navi, l’incenerimento dei rifiuti, gli scarichi consentiti di rifiuti in mare e lo scarico accidentale o altro eccezionale o la perdita di rifiuti in mare».

La 77esima sessione MEPC aveva adottato la Strategy to address marine plastic litter from ships che si pone come obiettivi chiave: riduzione dei rifiuti di plastica marini generati e recuperati dai pescherecci; riduzione del contributo del trasporto marittimo ai rifiuti marini di plastica; miglioramento dell’efficacia della ricezione e delle strutture portuali e del trattamento nella riduzione dei rifiuti marini di plastica. Sono state concordate azioni, da completare entro il 2025, che riguardano tutte le navi, compresi i pescherecci. Il piano d’azione sostiene l’impegno dell’IMO a raggiungere gli obiettivi fissati nell’Obiettivo di sviluppo sostenibile 14 delle Nazioni Unite per il 2030 (SDG 14) sugli oceani. Il meeting MEPC ha accolto le raccomandazioni derivanti dalla revisione dei termini di riferimento per lo studio dell’IMO sui rifiuti di plastica marini provenienti dalle navi.

GloLitter Partnerships, un progetto di Norvegia, IMO e Fao, sta sostenendo i Paesi in via di sviluppo, inclusi i piccoli Stati insulari in via di sviluppo (SIDS) e i Paesi meno sviluppati (LDC), nell’identificare le opportunità per la prevenzione e la riduzione dei rifiuti marini.

Il MEPC IMO ha anche adottato progetti di modifica degli allegati MARPOL per consentire agli Stati con porti nella regione artica di stipulare accordi regionali per gli impianti portuali di raccolta di rifiuti. I progetti di modifica riguardano gli allegati I (petrolio), II (sostanze liquide nocive), IV (acque reflue), V (rifiuti) e VI (inquinamento atmosferico) della convenzione MARPOL. Sono stati inoltre approvati i progetti di modifica delle Linee guida del 2012 per lo sviluppo di un piano regionale per le strutture di accoglienza dei rifiuti.

L’IMO si impegna a ridurre le emissioni di gas serra delle navi e ricorda che «Le misure obbligatorie di efficienza energetica sono state adottate per la prima volta nel 2011 e sono state rafforzate da quando nel 2018 è stata adottata la strategia iniziale dell’IMO sulla riduzione delle emissioni di gas serra del trasporto marittimo, che definisce un percorso chiaro verso la decarbonizzazione del trasporto marittimo internazionale».

Il 1° novembre 2022 è entrata in vigore la “misura a breve termine” per ridurre l’intensità di carbonio delle navi, introducendo l’Energy Efficiency Existing Ship Index (EEXI); la valutazione annuale del carbon intensity indicator (CII) e uno Ship Energy Efficiency Management Plan (SEEMP) migliorato.

Al MEPC 77, gli Stati membri avevano concordato di avviare il processo di revisione della strategia iniziale dell’IMO sui gas serra, per arrivare all’adozione di una strategia rivista rafforzata a metà del 2023 al MEPC 80. A Londra, il MEPC 79 ha esaminato il rapporto della 13a sessione del Intersessional Working Group on Reduction of GHG Emissions from Ships  (ISWG-GHG 13), che si è riunito dal 5 al 9 dicembre.