Messico: i campamentos tortugueros dei pescatori per salvare le tartarughe marine (VIDEO)

«Combattiamo per proteggere l'oceano che ci dà la vita». Il pericolo maggiore sono gli esseri umani

[15 Giugno 2021]

Ad ogni stagione di nidificazione delle tartarughe marine. i pescatori di El Habillar, nello Stato messicano del Michoacán, riescono a salvare fino a 1.200 nidi sulla costa del Pacifico. Nei campamentos tortugueros le famiglie di pescatori si dedicano alla protezione e conservazione di tre specie che, pur essendo le più avvistate in quella regione del Messico, sono in pericolo di estinzione. Ma il loro lavoro non è solo di protezione, ma di educazione e sensibilizzazione.

Alonso Ramírez Galeana dice che in ognuna delle 100.000 uova che i pescatori raccolgono a stagione, «Salviamo una speranza: che si schiudano, tornino nell’oceano e quindi riducano il pericolo di estinzione nel quale si trovano le 7 specie di tartarughe marine esistenti in Messico».

Sette anni fa, Ramírez Galeana ha lasciato le sue reti da pesca per diventare un protettore delle tartarughe. Con la sua famiglia gestisce il Campamento Tortuguero El Habillal Asociación Civil,  nel porto di Lázaro Cárdenas, sulla costa messicana del Pacifico. Nella stagione 2020, terminata tra maggio e giugno, sono riusciti a salvare 1.200 nidi, dai quali sono nate e tornate in mare 102.471 piccole tartarughe marine.

In un’intervista a UN News, Ramírez Galeana ha spiegato cosa lo ha convinto a cambiare vita: «Le tartarughe ci hanno insegnato molte cose. Dare valore alla propria vita, alla famiglia, alla fauna selvatica. Ti commuovono il cuore, ti sensibilizza vedere quanto soffrono quando escono per deporre le uova, la fatica che fanno per strisciare dalla riva fino al luogo dove vanno a fare il nido».

Nel Campamento Tortuguero di El Habillal, le famiglie di pescatori si dedicano alla protezione e alla conservazione di tre specie, una di questi è la tartaruga bastarda olivacea (Lepidochelys olivacea), il cui carapace può misurare tra i 67 ei 78 centimetri ed è considerata la specie di tartaruga marina più abbondante al mondo. Proteggono anche la tortuga negra, la tartaruga verde del pacifico orientale (Chelonia agassizii – Chelonia mydas), chiamata anche prieta, torita o mestiza per la colorazione scura del suo carapace e per il nero lucido delle pinne e del dorso. Tartarughe che possono misurare fino a 91 centimetri e pesare 126 chili. La terza specie protetta è la tartaruga liuto (Dermochelys coriacea), che i  pescatori messicani chiamano “la reina” perché è la più grande del mondo: alcuni esemplari possono raggiungere i 3 metri di lunghezza e superare i 900 chili di peso.

Come spiega Ramírez Galeana, «Grazie alla loro dieta a base di alghe, molluschi, crostacei, granchi, sargassi e persino meduse (nel caso delle liuto), le tartarughe svolgono un ruolo fondamentale nell’equilibrare e sanificare gli oceani e, addirittura, nell’evitare le maree rosse. Bisogna prestare loro particolare attenzione, si stanno esaurendo, poiché svolgono un ruolo molto importante e bilanciano l’ecosistema marino, quindi ci siamo dati il compito di proteggerle affinché la loro popolazione aumenti».

In ogni stagione di nidificazione, a El Habillar  è possibile vedere le tartarughe arrivare nuotando dall’oceano fino a riva e poi strisciare lungo la spiaggia. Quando trovano un posto dove si sentono al sicuro, iniziano a deporre le uova. Questo processo inizia quando la tartaruga prepara e scava il suo nido sulla spiaggia (una buca profonda dai 40 ai 45 centimetri a forma di brocca) e poi vi depone tra le 80 e le 150 uova. Una volta terminata la deposizione, copre il nido con la  sabbia e lo compatta per nasconderlo dai predatori. Poi, dopo circa 45 minuti di un rituale tanto naturale quanto bello e doloroso, che si eerde nella notte dei tempi, quabndo nemmeno gli antenati dell’uomo camminavano sulla Terra, laa tartaruga marina inizia il suo ritorno in mare.

Alonso e la sua famiglia accompagnano e salvaguardano le tartarughe durante la nidificazione e deposizione delle uova, salvano i nidi e poi aiutano i piccoli a tornare in mare. Per loro questo lavoro è fonte di soddisfazione e apprendimento «Perché il Campamento Tortuguero ha la duplice funzione di educare e sensibilizzare le persone che lo visitano sull’importanza della cura dell’ambiente».

Ma c’è anche la tristezza di vedere come, anno dopo anno, sempre meno esemplari di tartarughe tornino a deporre le uova sulla spiaggia e come, con sempre maggiore frequenza, pescatori e attivisti trovano sulle spiagge le carcasse di tartarughe uccise da scontri con le imbarcazioni o deformi, con due teste o senza pinne, avvelenate dall’inquinamento.

Pericoli contro i quali i pescatori possono fare poco, ma il loro lavoro ha comunque lo scopo di impedire la distruzione dei nidi e delle tartarughe marine da parte dei principali predatori di queste specie in via di estinzione: gli esseri umani.

Ramírez Galeana  sottolinea che «Il principale predatore è l’essere umano, perché viene sulle spiagge a depredare le uova di tartaruga, è il bracconiere che finisce per uccidere le tartarughe per venderne la carne al mercato nero; ci sono altri fattori: pesca irresponsabile, inquinamento del mare e l’impatto sulla fauna marina, l’estrazione di petrolio, le attività delle centrali nucleari, la plastica e la spazzatura. Tutto è causato dall’uomo “, dice tristemente».

Anche se con il passare degli anni il compito sembra sempre più arduo e sia sempre più difficile ottenere i finanziamenti necessari per sostenere il Campamento Tortuguero, i pescatori non rinunciano alla loro opera di soccorso, educazione e sensibilizzazione.

Per Ramírez Galeana, l’obiettivo di salvare e proteggere le tartarughe marine  è accompagnato dal desiderio che i suoi figli ereditino un mondo migliore e che nel pianeta in futuro ci siano persone consapevoli del loro dovere di proteggerlo e di prendersi cura dei suoi animali.

Il pescatore difensore delle tartarughe conclude; «Dobbiamo generare una coscienza individuale e collettiva per prenderci cura del nostro pianeta. Il nostro mare, il mare, è ciò che ci dà la vita e ci dà molto».

 

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