Mentre gli incendi divorano l’Aspromonte, in Calabria si pensa alla preapertura della caccia

Il Wwf denuncia «la pressione che dovrà subire la fauna selvatica nelle poche aree che non saranno distrutte dal fuoco»

[11 Agosto 2021]

L’incendio che nel Parco dell’Aspromonte lambisce le Faggete vetuste patrimonio Unesco, ieri ha devastato il bosco di Acatti: «Uno dei boschi di pino calabro più importanti e secolari del Parco – dichiarano con sconforto dall’area protetta – il bosco di Acatti. Una pineta naturale caratterizzata da individui di maestose dimensioni, dove è presente la rovere meridionale, il leccio e l’abete bianco».

Proprio nella giornata di ieri il presidente del Parco aveva rivolto un accorato appello per supporto aereo nella gestione degli incendi, con una risposta che è giunta in serata dalla Protezione civile: «Sin dalle prime ore di questa mattina, sul fronte divampato a nord del Parco, nell’area del comune di San Luca, stanno operando in rotazione tre canadair, un elicottero regionale, tre squadre regionali più ulteriori due squadre di volontariato delle organizzazioni nazionali intervenute da fuori regione, mentre sul fronte nel territorio del comune di Roccaforte del Greco, due canadair ed un elicottero S-64 dei Vigili del Fuoco, a supporto di sette squadre dell’Ente regionale, Calabria Verde e di tre squadre delle Associazioni Nazionali di Volontariato, dispiegate in Calabria a seguito dello stato di mobilitazione nazionale del Sistema di Protezione Civile. Si precisa, inoltre, che gli incendi in atto sull’Aspromonte sono solo due dei 22 che da questa mattina, hanno richiesto, su tutto il territorio nazionale, il concorso dei mezzi della flotta aerea dello Stato».

Le risorse messe in campo con tutti gli sforzi dalla Protezione civile appaiono dunque drammaticamente insufficienti di fronte alle dimensioni dell’emergenza incendi.

«Siamo particolarmente vicini al presidente e a tutte le persone che vivono e lavorano nel Parco dell’Aspromonte – commenta Dante Caserta, vicepresidente del Wwf – Siamo in contatto diretto con i nostri volontari locali e con le guide del Parco e ci uniamo alla loro richiesta di fare intervenire immediatamente ulteriori mezzi aerei o sarà troppo tardi e perderemo per sempre un patrimonio di inestimabile valore. Serve anche maggiore vigilanza a terra perché, nelle aree in cui le fiamme erano state spente, si sono registrati nuovi focolai, evidentemente appiccati da criminali senza scrupoli che in maniera sistematica stanno continuando a spargere inneschi. Questa situazione sta mettendo in ginocchio un intero territorio e se non presidiata rischia di vanificare ogni sforzo».

Mentre il premier Draghi ha mobilitato la Protezione civile nazionale e la Regione Calabria chiede lo stato di calamità naturale, l’assessore Gallo denuncia i danni all’agricoltura ma «contemporaneamente, piuttosto che impegnarsi a fare applicare la legge che vieta per 10 anni il pascolo e la caccia nelle aree colpite dagli incendi, si appresta a varare il calendario venatorio con 5 giorni di preapertura (due in più dell’anno scorso), aumentando la pressione che dovrà subire la fauna selvatica nelle poche aree che non saranno distrutte dal fuoco e ignorando la gravità degli incendi e le raccomandazioni del Mite», dichiarano dal Panda nazionale.

«Purtroppo sappiamo già che, finché la crisi climatica continuerà ad aggravarsi e i responsabili non verranno individuati con indagini accurate e fermati con azioni repressive degne dei peggiori criminali quali sono, nei prossimi anni sperimenteremo incendi boschivi di intensità, frequenza e gravità ancora maggiori. Oggi più che mai serve un’azione urgente e forte per ridurre drasticamente le emissioni di anidride carbonica, e al contempo proteggere e ripristinare la natura del nostro Paese. Purtroppo episodi come questo rendono ancora più ardua questa sfida, a danno di tutti noi», conclude Caserta.