Mega incendi in California: salve quasi tutte le sequoie del Big Basin State Park

Ma danni enormi nel più antico parco della California. Sempervirens Fund: tragica manifestazione della nostra crisi climatica globale

[26 Agosto 2020]

Nei mega-incendi che stanno devastando ancora una volta la California  sono stati bruciati più di 4.000 Km2 e il terzo più grande incendio di quest’anno, il CZU Lightning Complex, è in corso dal 17 agosto nella contea di Santa Cruz e il 20 agosto ha bruciato gran parte del Big Basin State Park e alcuni incendi continuano a divampare nel parco fondato nel 1902, il più antico parco statale della California.

Il Big Basin è famosi per le sue iconiche sequoie e per la sua fauna selvatica che si sono adattate per resistere al fuoco, ma le strutture costruite dall’uomo non lo erano e ll “nucleo storico” del parco, compreso il quartier generale, i campeggi e l’anfiteatro costruiti negli anni ’30, è stato ridotto in cenere dall’incendio.

Come spiega Sempervirens Fund, un gruppo ambientalista che protegge le sequoie,  «Le nostre comunità nelle contee di San Mateo, Santa Clara e Santa Cruz sono in crisi. Il fuoco si sta diffondendo, le case sono andate perdute, i nostri vicini sono sfollati, la fauna selvatica è in fuga e le foreste stanno bruciando. La nostra aria è soffocata dal fumo e dalla cenere. E molti dei parchi della regione, incluso l’iconico Big Basin Redwoods State Park, sono stati significativamente colpiti da questi incendi. Big Basin è amato da milioni di persone in tutto il mondo. I nostri ricordi delle nostre visite ai suoi magnifici boschi non svaniranno presto. Ma deve iniziare immediatamente il lavoro per riprendersi dalla devastazione di questi incendi in corso, qui a Big Basin e in tutta la regione».

Sara Barth, direttrice esecutiva di Sempervirens Fund, aggiunge: «Un pezzo di storia potrebbe essere andato perso con la distruzione di quelle strutture classiche a Big Basin, ma le foreste di sequoie sono resilienti e la gente della California è resiliente. Sono fiduciosa che Big Basin rinascerà dalle ceneri».

Le sequoie si sono evolute per resistere agli incendi che avvengono periodicamente, alcune tra le più antiche hanno tronchi larghi più di 6 metri e possono raggiungere e superare i 100 metri di altezza. Questi giganti arborei possono avere una corteccia spessa 30 centimetri, una vera e propria barriera contro il fuoco che gli impedisce di raggiungere il legno che trasporta i nutrienti vitali. E mentre alcuni alberi sono condannati se un fuoco brucia le loro chiome, le sequoie sotto la spessa corteccia hanno boccioli che producono nuovo fogliame dopo un incendio.

Ma anche alcune sequoie possono non farcela: il fuoco bruciava riesce a oltrepassare la corteccia e divorava alla base del tronco alto come un grattacielo che, a un certo punto, non sostiene più il suo stesso peso e cade. Secondo il  Mercury News,  una sequoia con un tronco largo quasi 4 metri è caduta vicino alla sede del parco andata in cenere. Le foto del mega-incendio sono impressionanti, ma la stragrande maggioranza delle sequoie sembra essere sopravvissuta e se la caverà bene.

Secondo quello che si è visto con i mega-incendi precedenti, gli alberi più vecchi, con tronchi spessi almeno mezzo metro, hanno le migliori possibilità di sopravvivere. Le sequoie più giovani, con tronchi più sottili e che non hanno una corteccia spessa a proteggerli, che crescono più vicini, non solo sono stati rasi al suolo, ma hanno costituito un elemento di propagazione del fuoco.

Il Big Basin State Park spiega che Gli alberi più giovani, che sono germogliati negli ultimi due secoli, fanno parte della foresta di seconda crescita delle sequoie. Le vecchie sequoie costiere hanno più di 1.000 anni e gli alberi giganti una volta coprivano una fascia molto più ampia della costa occidentale. Prima che gli spagnoli arrivassero nel 1700, Le tribù dei nativi americani avevano gestito il territorio a Big Basin per almeno 10.000 anni. Promuovevano la crescita di piante utili per il cibo e l’artigianato e ogni anno completavano bruciature e controllate di sottobosco morto per coltivare. Lauren Sommer su NPR ha ricordato che «La California sta iniziando solo ora a lavorare con i leader dei nativi americani per tebere sotto controllo con gli incendi tradizionali l’accumulo di sottobosco pericoloso e arido».

Quando gli europei arrivarono in California, portarono sia malattie che i loro preconcetti sul fuoco. Ignorarono la conoscenza delle tribù della gestione del territorio locale e si concentrarono invece sulla soppressione degli incendi. Il risultato è stato un disboscamento aggressivo, soprattutto dopo la corsa all’oro in California a metà del 1800, che ha raso al suolo il 95% delle foreste di sequoie costiere. Nel 1900, Andrew Hill fotografo quel che rimaneva delle sequoie e condivise le immagini con un gruppo di uomini d’affari, giornalisti e politici alla Stanford University. E’ da questo gruppo che è nato il Sempervirens Club che ha chiesto allo Stato della California di acquistare quel territorio che nel 1902 diventò il California Redwood Park che in seguito venne Big Basin.

Solo due anni dopo, nel 1904, il  New York Times scriveva che «Il Big Basin State Park, nelle contee di Santa Cruz e Santa Clara, che contiene alcune delle sequoie più grandi e più belle dello Stato, sembra destinato alla distruzione, sebbene centinaia di uomini stiano combattendo gli incendi«. Ma sottovalutava la resistenza degli alberi al fuoco: le sequoie usciranno da quell’incendio piene di cicatrici ma la foresta non era condannata. Una storia che da allora si è ripetuta molte volte. I ricercatori della San Jose State University hanno monitorato la sopravvivenza delle sequoie dopo gli incendi devastanti del 2008 e del 2009 e hanno scoperto che quasi il 90% delle sequoie bruciate è sopravvissuto.

Rachel Lazzeri-Aerts, che ha partecipato a quello studio, conclude su Mercury News: «Le sequoie erano davvero resistenti. Qualunque cosa con un diametro maggiore di 3 pollici è sostanzialmente sopravvissuta. Alcuni di quegli alberi sembravano piccoli bastoncini di carbone. Entro un anno germogliarono con una nuova crescita, nuovi aghi. Sembravano scovolini verde brillante. E’ stato davvero fantastico».

Al Sempervirens Fund ricordano che Gli incendi sono spesso la tragica manifestazione  della nostra crisi climatica globale  e sembra probabile che questo sia il caso, è la crisi globale ha colpito vicino casa»-

Gli ambientalisti assicurano che «Il nostro impegno per le foreste di sequoie costiere delle montagne di Santa Cruz  è stato incrollabile  e rimane immutato. Quando si lavora alla conservazioni di alberi che vivono migliaia di  anni, con un’organizzazione che lo fa da oltre 100 anni, si sta contribuendo a un patrimonio che  è importante, che attraversa le generazioni e che va oltre ognuno di noi. I nostri partner, le tribù Amah  Mutsun  e  Muwekma,  hanno  una prospettiva molto più lunga. I loro antenati si sono  presi cura di queste foreste per  millenni.  Quelli che ora chiamiamo “prescribed burns” erano una pratica comune per  le genti di questa terra,  che erano obbligate dal creatore a prendersi cura della natura».  

Questo è un  punto di svolta per le sequoie della costa, gli habitat di montagna, le comunità che vivono  nel Santa Cruz Mountain s , le persone che li amano, e per la nostra organizzazione. Le terre che abbiamo conosciuto così bene e camminavano, salvato, e il sudore Ed  oltre con molti di voi, si stanno trasformando.  

Sempervirens Fund conclude: «Noi  non  sappiamo esattamente cosa riserva il futuro, ma sappiamo che le  sequoie della costa sono molto resistenti, prosperano  anche in condizioni avverse, e sono naturalmente adattate al fuoco. Vogliamo essere qui per le foreste che abbiamo protetto in passato per vedere che si innalzano ancora una volta nei cieli. Ci sarà  un lavoro con i  nostri partner  per portare avanti  la scienza all’avanguardia e le migliori pratiche del passato, così come le pratiche indigene tradizionali, che troppo a lungo sono state ignorate,  per produrre piani di gestione più efficaci per le nostre foreste. E lavoreremo per garantire gli investimenti  che  supporteranno  un futuro resiliente per foreste di sequoie sane e rigogliose per le prossime generazioni, da ammirare  con soggezione».