L'Unione europea in prima linea per garantire una migliore governance degli oceani

Il mare dopo Our Ocean: a Malta presi oltre 400 impegni per la salvaguardia degli oceani

Soddisfatto il Wwf: «Mai visto tanta attenzione sulla necessità di proteggere gli oceani»

[9 Ottobre 2017]

Durante la conferenza Our Ocean 2017, organizzata congiuntamente a Malta dall’Alta rappresentante dell’Ue Federica Mogherini e dal commissario europeo all’ambiente, gli affari marittimi e la pesca,  Karmenu Vella, la Commissione europea ha annunciato iniziative finanziate dall’Ue per oltre 550 milioni di euro «per far fronte alle minacce globali riguardanti gli oceani» e sottolinea che «Gli impegni annunciati a Malta dalla Commissione e dagli altri soggetti pubblici e privati provenienti da più di 112 Paesi di tutto il mondo hanno superato i 6 miliardi di euro. Le risorse saranno investite per rinvigorire la lotta contro l’inquinamento marino e ampliare le zone protette, migliorare la sicurezza degli oceani, promuovere le iniziative a favore dell’economia blu e della pesca sostenibile e intensificare l’impegno dell’Ue contro i cambiamenti climatici, in linea con l’accordo di Parigi e con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030. I partecipanti hanno inoltre annunciato la creazione di nuove zone marine protette che si estendono su una superficie di oltre 2,5 milioni di km2, corrispondente a più della metà dell’Unione europea».

Il Wwf evidenzia che «Alla conferenza sono stati lanciati diversi gridi d’allarme: i mari di tutto il mondo si stanno avvicinando  al punto di non ritorno, in particolare per barriere coralline, mangrovie, popolazioni di pesci e altre risorse naturali dell’oceano. I leader devono far valere i loro sforzi per salvare il mare dalla pesca distruttiva, dal cambiamento climatico e dall’inquinamento. È stato ribadito che il Pianeta blu rappresenta  la settima economia più grande del mondo, ma continuerà a essere produttivo in futuro solamente se l’umanità saprà prendersi molta più cura di esso sin da ora».

Nelle conferenze precedenti, organizzate dagli Usa nel 2014 e 2016 e dal Cile nel 2015, i partecipanti avevano già assunto molti  impegni e avevano promesso di investire miliardi di euro. Vella ha ricordato che «Tre anni fa il Presidente Juncker mi ha chiesto di delineare il ruolo che poteva svolgere l’UE nella gestione globale degli oceani. Penso che, insieme, siamo riusciti a definirlo. Le nostre politiche che riguardano la terra, ad esempio il nostro impegno per l’economia circolare e la riduzione dei rifiuti di plastica, e quelle che riguardano il mare, ad esempio in materia di inquinamento marino, aree protette e sfruttamento dell’energia pulita generata dagli oceani, lo dimostrano chiaramente. L’Unione europea sta guadagnando rispetto e ispira l’azione in tutto il pianeta».

Secondo il primo vicepresidente della Commissione Ue, Frans Timmermans, «La Commissione europea ha dimostrato con promesse concrete il suo forte impegno a favore della sostenibilità, della sicurezza e della prosperità dei nostri oceani. Se gli oceani sono a rischio vuol dire che anche noi lo siamo, perché gli oceani nutrono il nostro pianeta e i popoli che lo abitano e ci uniscono ai nostri partner di tutto il mondo».

La conferenza Our Ocean ha riunito soggetti pubblici e privati dei sei continenti, che hanno sposato collettivamente la causa del miglioramento della governance degli oceani e del loro uso sostenibile. Gli impegni dell’UE si estendono ben oltre i confini geografici e mirano a promuovere un utilizzo internazionale sostenibile degli oceani in tutto il mondo, concentrandosi in particolare sui Paesi in via di sviluppo. Per la prima volta, la conferenza ha registrato impegni significativi da parte di multinazionali come Airbus, Unilever, Procter & Gamble, PepsiCo, Marks & Spencer, Carrefour, Royal Caribbean Cruises, AXA, Sky e tante altre imprese. Demetres Karavellas, a capo della delegazione Wwwf a Malta e CEO di Wwf Grecia, è bbastnz soddisftto: «Di fronte alle preoccupanti relazioni sul declino degli ecosistemi oceanici, stiamo cominciando a vedere i leader dei governi, della società civile e del settore privato prendere finalmente impegni tangibili per la conservazione, il che è incoraggiante. Ora dobbiamo trasformare questi impegni in un cambiamento reale e riconoscere allo stesso tempo che bisogna fare molto di più».

La Mogherini ha ricordato che «Il mare è un bene comune globale. È il nostro oceano perché appartiene all’umanità, ad ogni essere umano. Tutti siamo responsabili della protezione di questo bene comune, dobbiamo custodirlo come un bene prezioso ed evitare che si trasformi in una minaccia. L’Unione europea ritiene che un mondo globalizzato richieda una governance globale più cooperativa. Noi crediamo nella forza della diplomazia e ci investiamo: crediamo e investiamo nella forza delle regole comuni e delle istituzioni internazionali. È difficile, addirittura impossibile, immaginare una governance globale senza una governance degli oceani basata sulla cooperazione”».

La conferenza ha indotto i partecipanti di tutto il mondo ad assumere impegni significativi. Puntando su impegni, partenariati e iniziative di alto livello e va inoltre ad integrare l’iniziativa dell’Ue sulla governance internazionale degli oceani, che definisce un programma sul futuro degli oceani di tutto il mondo, basato su 50 azioni concrete.

John Tanzer, leader  oceani del Wwf International, è fiducioso: «Non abbiamo mai visto tanta attenzione sulla necessità di proteggere gli oceani e questo avviene in gran parte perché i leader stanno riconoscendo che solo preservando le risorse del mare sarà possibile mantenere cibo, mezzi di sussistenza, lavoro e benessere per gran parte della popolazione mondiale. “Uno dei temi chiave della conferenza, e una priorità per il Wwf, è contribuire a creare una nuova economia sostenibile per l’oceano e le coste. Non si tratta di una sfida semplice , ma sono molto contento di vedere alla conferenza l’interesse per affrontarle. E’ ora di agire!»

 

Il commissario Ue alla cooperazione internazionale e allo sviluppo, Neven Mimica, ha dichiarato: «Questi due giorni ci hanno permesso di concretizzare gli impegni che abbiamo assunto in materia di sviluppo sostenibile degli oceani. I piccoli pescatori di tutto il mondo hanno più possibilità di pescare in modo sicuro, legale e sostenibile. Le catene alimentari sono più sicure, le zone costiere più protette. La nostra azione in materia di cambiamenti climatici si fa concreta. Per molti dei nostri partner dei paesi in via di sviluppo, la governance sostenibile degli oceani significa la possibilità di sopravvivenza. Il cammino da percorrere è ancora lungo, ma ci stiamo muovendo nella direzione giusta».

La presidente del Wwf Italia, Donatella Bianchi, sottolinea che «Oggi solo il 4,56% della superficie del Mediterraneo è protetta. Senza il Santuario Pelagos la percentuale scenderebbe a poco più dell’1%, nonostante l’impegno assunto dal nostro Paese come dagli altri Paesi del Mediterraneo di raggiungere l’undicesimo obiettivo fissato dalla Convenzione Onu sulla Biodiversità nella COP (Conferenza delle Parti) di Aichi, ovvero quello di proteggere il 10% dei mari di tutto il mondo entro il 2020. Da Malta parte una nuova sfida per la difesa del mare: una sfida in cui il nostro paese non può non essere protagonista considerata la nostra centralità strategica, economica ed ambientale, nel Mediterraneo».

L’elenco completo degli oltre 400 impegni registrati (36 assunti dall’UE, oltre 200 dai governi dei paesi terzi, più di 100 dalle imprese e molti altri da ONG, fondazioni, istituti di ricerca e organizzazioni internazionali) è disponibile online. Il seguito dato agli impegni verrà monitorato e comunicato in occasione della prossima conferenza Our Ocean che si terrà in Indonesia nel 2018.

 Titolo di esempio, l’Unione europea ha selezionato alcuni impegni ritenuti più importanti. Eccoli:

L’inquinamento marino è un problema enorme: ogni anno finiscono in mare oltre 10 milioni di tonnellate di rifiuti. Nel 2050, i nostri oceani potrebbero ospitare più oggetti di plastica che pesci. Tra le numerose iniziative presentate in occasione della conferenza organizzata dall’UE, citiamo:

MULTINAZIONALI: alcune grandi società multinazionali di prodotti di consumo, come Unilever, Procter & Gamble, PepsiCo, Marks & Spencer, MARS, Werner & Mertz e Carrefour hanno annunciato significative riduzioni dell’uso della plastica nei prossimi anni.

AUSTRIA: il gruppo Borealis, produttore di sostanze chimiche e concimi con sede a Vienna, ha annunciato un investimento di 15 milioni di EUR nel riciclaggio meccanico di poliolefine, una sostanza presente anche negli imballaggi.

REGNO UNITO: la Fondazione Ellen MacArthur ha conferito il prestigioso premio Circular Design Award per stimolare l’innovazione nel quadro dell’iniziativa New Plastic Economy, in cui ha investito 8,5 milioni di EUR. Sky ha annunciato lo stanziamento di 30 milioni di EUR nell’arco di più di 5 anni per la creazione del fondo Ocean Rescue Innovation Fund, che finanzierà l’elaborazione di idee e di tecnologie per evitare che gli oggetti di plastica finiscano nell’oceano.

UE: la Commissione europea ha annunciato l’intenzione di eliminare gradualmente entro il 2017 tutti i bicchieri e tutte le tazze di plastica monouso dai distributori automatici di acqua e di altre bevande presenti nei suoi edifici di Bruxelles.

Tutela dell’ambiente marino Attualmente meno del 5% delle zone marine e costiere è protetto dalla legge e la percentuale di zone in cui la legge viene effettivamente applicata è ancora inferiore. La 4a conferenza Our Ocean ha comunque impresso un forte slancio, realizzando concreti progressi, verso il raggiungimento dell’obiettivo delle Nazioni Unite di garantire una protezione del 10% entro il 2020.

OCEANO PACIFICO: il Cile, le Isole Cook, l’Indonesia, Niue e Palau si sono impegnati a creare una serie di nuove aree marine protette.

AFRICA: con un impegno di 70 milioni di EUR per i prossimi 5 anni, la Fondazione MAVA porterà avanti alcuni progetti di conservazione, in particolare nel bacino del Mediterraneo e in Africa occidentale.

OCEANO ATLANTICO/OCEANO PACIFICO: la Germania dirigerà un’iniziativa che coinvolge diversi partner, tra cui la World Wildlife Foundation (WWF), volta a rafforzare la protezione dell’ambiente marino del Pacifico meridionale e dell’Atlantico meridionale.

OCEANO INDIANO: i coordinatori del progetto NEKTON, che operano da Oxford, si sono impegnati a investire 30 milioni di EUR per promuovere la gestione sostenibile dell’Oceano Indiano.

ACP: l’UE ha impegnato 20 milioni di EUR a sostegno della gestione delle aree marine protette in Africa, nei Caraibi e nel Pacifico ed ha proposto l’introduzione di restrizioni delle attività di pesca in alcune aree sensibili del Mare Adriatico.

MONDO: nel quadro dell’iniziativa Sea Ranger verrà istituito, in collaborazione con alcuni partner commerciali, il primo servizio mondiale di guardia marittima.

La sicurezza marittima rappresenta la condizione di base per il commercio e la prosperità mondiali, ma è attualmente minacciata da fenomeni quali le calamità naturali, la pirateria, i traffici illegali e i conflitti armati. La conferenza coordinata dall’UE è riuscita a compiere un passo significativo verso una maggiore sicurezza marittima.

SPAZIO: Airbus ha annunciato l’intenzione di rafforzare la sorveglianza marittima mediante la messa in orbita di una nuova costellazione di satelliti ottici a partire dal 2020, che permetterà di migliorare la capacità di anticipare le minacce.

STATI UNITI: la società Vulcan Inc., di proprietà del cofondatore di Microsoft Paul G. Allen, investirà 34 milioni di EUR nel sistema di rilevamento SkyLight che, avvalendosi di tecnologie all’avanguardia, darà un contributo significativo alla lotta contro la pesca illegale.

OCEANO INDIANO: per migliorare la sicurezza marittima e la lotta contro la pirateria, l’UE ha annunciato, tra l’altro, iniziative per 37,5 milioni di EUR in Africa orientale e nell’Oceano Indiano, che comprendono anche la promozione di mezzi di sussistenza alternativi.

Secondo le previsioni, il volume dell’economia blu, stimata oggi a 1 300 miliardi di EUR, raddoppierà da qui al 2030. L’UE ha deciso di inserire questo tema nell’edizione di quest’anno della conferenza Our Ocean per rafforzare le sinergie tra, da un lato, le soluzioni sostenibili e circolari ai problemi dell’oceano e, dall’altro, la crescita economica e l’occupazione, anche in relazione alle comunità costiere in fase di sviluppo.

EU-SVEZIA: l’UE e la Svezia hanno annunciato un partenariato marittimo UE-Pacifico con una dotazione di 45 milioni di EUR a favore dello sviluppo sostenibile del Pacifico.

FINANZA: Althelia Ecosphere, Aviva Investors, il gruppo BPCE, la Banca europea per gli investimenti, Seventure Partners, Willis Towers Watson e la Banca mondiale hanno deciso di mettere a punto un insieme di principi di sostenibilità – la cui presentazione è prevista per il 2018 – che serviranno come linee guida per le decisioni di investimento e di finanziamento relative all’economia blu.

FRANCIA: l’apertura della prima centrale a turbina del mondo che sfrutta il movimento delle maree da parte di Naval Energies a Cherbourg, in Francia, segna l’inizio dell’era dell’energia oceanica rinnovabile prodotta su scala industriale.

MONDO: nei prossimi sei anni, la Banca mondiale intende destinare circa 300 milioni di EUR alla promozione di un’economia blu sostenibile nei paesi in via di sviluppo, ivi compresi i paesi delle regioni dell’Oceano Indiano e dell’Oceano Pacifico.

CARAIBI: nei prossimi anni la Royal Caribbean Cruises collaborerà strettamente con il suo partner WWF per conseguire gli obiettivi di sostenibilità ambiziosi e quantificabili che riguardano le sue attività a livello mondiale.

La sostenibilità della pesca è un prerequisito essenziale per il mantenimento dell’accesso a riserve ittiche sufficienti e nutrienti per le generazioni future.

ASSICURAZIONI: AXA ha annunciato l’elaborazione di un codice di condotta per i leader mondiali del settore assicurativo, compresi Allianz, AGCS e AXA, che vieterà la copertura assicurativa delle navi coinvolte in attività di pesca illegale.

FRANCIA: la Bretagna si è associata a partner scientifici ed industriali per raggiungere il rendimento massimo sostenibile (MSY) per la pesca entro il 2020.

FILIPPINE: le Filippine sono riuscite ad imprimere un importante impulso alla gestione scientifica delle proprie principali zone di pesca e ad espandere il campo d’azione del sistema di controllo dei pescherecci, che copre ormai il 35% della flotta registrata.

SQUALI: la Global Partnership for Sharks and Rays ha annunciato l’intenzione di destinare più di 6 milioni di EUR alla protezione degli squali e delle razze nei mari di tutto il mondo.

AFRICA OCCIDENTALE: l’UE ha annunciato che sosterrà la gestione della pesca in Africa occidentale con un finanziamento di 15 milioni di EUR.

STATI UNITI: poiché la sostenibilità della pesca dipende anche dal rispetto di condizioni di lavoro dignitose per i pescatori, un programma di 4,2 milioni di EUR aiuterà a combattere il lavoro forzato e la tratta di esseri umani sulle navi da pesca della regione Asia-Pacifico.

cambiamenti climatici hanno un’incidenza diretta sugli oceani. Tra le loro conseguenze, l’innalzamento del livello del mare e l’aumento dell’acidificazione delle acque destano le maggiori preoccupazioni.

SPAGNA: il più grande porto peschereccio del mondo, Vigo, ha annunciato una riduzione del 30% delle emissioni entro il 2022, anche mediante la soluzione innovativa di utilizzare le alghe per la cattura di CO2.

ARTICO: un’iniziativa guidata dalla Clean Arctic Alliance mira a porre fine all’utilizzo di oli combustibili pesanti nel fragile ambiente artico.

UE: WindEurope ha annunciato investimenti per circa 25 miliardi di EUR in energia eolica offshore entro il 2019, mentre l’Unione europea, insieme con l’Organizzazione marittima internazionale, ha destinato 10 milioni di EUR alla promozione dell’efficienza energetica dei trasporti marittimi nei paesi in via di sviluppo.