L’Unesco ripianta la posidonia oceanica nei fondali delle Isole Tremiti

Progetto per la riforestazione di Posidonia oceanica e la salvaguardia del mare nel Parco Nazionale del Gargano

[8 Settembre 2022]

Prosegue il progetto Save the Wave, iniziativa che fa  parte del Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite (2021 -2030), avviato da Intergovernmental Oceanographic Commission (IOC) dell’UNESCO con  il contributo di E.ON e che punta a «Tutelare e ripristinare gli ecosistemi marini per un Mediterraneo sano, resiliente e ricco di biodiversità, dedicato in particolare alle praterie di Posidonia oceanica».

Save the Wave è sbarcata nell’Area marina protetta delle Isole Tremiti, l’arcipelago che fa parte del Parco Nazionale del Gargano,  dove, su un’area complessiva di circa 100 metri quadri, sono stati impiantati i rizomi di Posidonia oceanica che erano stati scalzati soprattutto dalle ancore dei diportisti. IOC-UNESCO ed E.ON spiegano che «Il reimpianto è stato effettuato in due siti di circa 50 m2 ciascuno, dove Posidonia era presente in passato e dove è poi scomparsa proprio a causa delle attività umane. Il primo sito è a nord-est degli iconici scogli chiamati “I Pagliai”, dove sono state posizionate nuove porzioni di prateria tra i 15 e i 17 mt di profondità. Il secondo è localizzato nel corridoio naturale formato dallo Scoglio del Cretaccio e dall’Isola di San Nicola, a 8 mt di profondità. In totale, dunque, Posidonia è stata reimpiantata su una superficie complessiva di 100 m2, pari a circa il 10% della superficie che questo habitat ricopre alle Isole Tremiti nella sua porzione più in salute. Per il reimpianto sono state utilizzate biostuoie in fibra di cocco, completamente naturali, che forniranno supporto alle giovani piante affinché queste possano radicare, mimando il naturale intreccio di radici e rizomi che normalmente rappresenta la parte basale delle praterie di Posidonia, chiamata matte. Tra i vantaggi delle praterie di Posidonia vi è la capacità di immagazzinare il carbonio per secoli o millenni. Si stima che 100 m2 di Posidonia oceanica possano assorbire ogni anno circa 13 tonnellate di carbonio. Per questo motivo è importante che il reimpianto attecchisca, con l’attenzione e la collaborazione di tutti, isolani e turisti».

Il team multidisciplinare è composto da ricercatori IOC-UNESCO e E.ON  che collaborano attivamente con Giovanni Chimienti, del Dipartimento di biologia dell’università degli Studi di Bari e National Geographic Explorer, e con il suo team (Francesco Mastrototaro e Andrea Tursi), con il supporto del team di The Oceancy associazione impegnata nella protezione della vita marina e per il turismo sostenibile.

Per la piantumazione e la successiva manutenzione, gli esperti operano in piena sinergia con l’Ente Parco Nazionale del Gargano coinvolgendo anche la Capitaneria di Porto, il Sindaco delle Tremiti Giuseppe Calabrese e l’Acquodiving Diving Center che supporta le operazioni in mare e la comunità locale.

Lo staff di Save the Wave sottolinea «I posidonieti delle Isole Tremiti rappresentano un habitat di particolare pregio ed importanza sia ambientale sia socioeconomica. Tuttavia, nonostante le praterie siano attualmente uno degli habitat più protetti e monitorati del Mediterraneo, stanno subendo una forte degradazione, spesso legata ad impatti locali. Risulta quindi fondamentale coinvolgere i turisti e la comunità locale attraverso la formazione di personale in loco e un programma di Educazione all’Oceano nelle scuole».

Francesca Santoro, senior programme Officer IOC-UNESCO e responsabile dell’Ocean Literacy nell’ambito del Decennio delle Scienze del Mare per lo Sviluppo Sostenibile dell’Onu, sottolinea che «Il ripristino dell’ecosistema marino è fondamentale per rispondere agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, in riferimento ai cambiamenti climatici e alla conservazione della biodiversità. Tuttavia, non tutti i progetti di riforestazione fanno bene all’oceano e piantare Posidonia nel posto sbagliato può avere infatti effetti dannosi per l’ecosistema marino. È molto importante, inoltre, evitare di innescare un meccanismo che provochi l’espianto di Posidonia in natura per favorire reimpianti che molto di frequente non hanno successo e informare con chiarezza l’opinione pubblica e i decisori su quali siano i criteri da adottare per valutare correttamente i progetti da sostenere. Siamo dunque fieri del lavoro fatto con Save The Wave che è stato realizzato con le giuste autorizzazioni, criteri specifici e alle spalle un team di esperti di alto profilo».

Chimienti aggiunge che «La Posidonia oceanica forma bellissime praterie sommerse che svolgono numerose funzioni per l’ecosistema. Purtroppo, questa pianta sta soffrendo per via degli impatti dell’uomo, e le praterie spesso regrediscono o scompaiono. Per questo motivo, anche alle Isole Tremiti, è necessario intervenire per la loro tutela e per rimediare ad alcuni degli impatti che la danneggiano, in particolare, gli ancoraggi delle imbarcazioni. Come Università di Bari abbiamo unito le forze con IOC-UNESCO, E.ON e The Oceancy, grazie alla fondamentale adesione del Parco Nazionale del Gargano, per recuperare e reimpiantare porzioni di prateria che altrimenti sarebbero andate perse per sempre. Sappiamo però quanto sia essenziale che ognuno di noi faccia la propria parte, prestando attenzione a questo fragile habitat marino, unico del Mediterraneo, evitando di ancorare su quelle che sembrano semplici “distese d’erba” e invece sono praterie centenarie».

Secondo Pasquale Pazienza, presidente Ente parco nazionale del Gargano gestore dell’AMP Isole Tremiti, «Questa attività risulta di estremo interesse e va ad impreziosire, sempre nell’ottica della tutela della Posidonia oceanica, gli interventi già realizzati dall’Ente Parco. Il progetto, inoltre, rappresenta un’occasione in più per promuovere la consapevolezza delle Comunità, non solo locali, sull’importanza della biodiversità marina e sul ruolo che gli ecosistemi marini svolgono nella mitigazione del cambiamento climatico. Il nostro ringraziamento va a tutti i soggetti che promuovono tali iniziative di tutela dell’ambiente».

Marco Manghisi, co-fondatore e direttore marketing & financial di The Oceancy, conclude: «Questo progetto è ambizioso e lungimirante, infatti se da un lato ha un ruolo importante da un punto di vista ambientale, dall’altro ha un ruolo educativo essenziale al fine di rivalutare una pianta marina spesso sconosciuta. In questo contesto, obiettivo di The Oceancy è proprio di instaurare sinergie proficue con realtà differenti e ad alto valore aggiunto per la tutela del mare».