Ciafani (Legambiente): «In situazioni del genere l’emotività non paga, anzi può essere molto pericolosa»
L’orso M49 è stato catturato in Trentino, ma è riuscito a fuggire dall’area di contenimento
Fugatti: «Ogni tipo di intervento per garantire la pubblica sicurezza non potrà che essere considerato assolutamente opportuno e legittimo». Dal ministero dell’Ambiente arriva però la diffida
[15 Luglio 2019]
Ha dell’incredibile la vicenda dell’orso M49 che, secondo i dati riportati dal nuovo presidente leghista della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, si è reso protagonista ad oggi dell’80% dei danni causati dai grandi carnivori in Trentino. Dopo una caccia lunga due settimane iniziata con l’ordinanza di Fugatti – nonostante il ministro dell’Ambiente Costa avesse dichiarato illegittima l’ordinanza di cattura dell’animale – l’orso è stato infatti catturato e ricondotto in un’area faunistica super protetta, dalla quale però è riuscito a liberarsi dopo poche ore per tornare e nascondersi nei boschi.
Più nel dettaglio, come spiegano dalla Provincia, l’orso M49 è stato catturato dal personale del Corpo Forestale Trentino verso le 22.30 della scorsa notte, sui monti della val di San Valentino, mediante una delle trappole tubo disposte allo scopo sul territorio; da qui è stato trasportato nell’area faunistica del Casteller, a Trento Sud, dove è giunto poco dopo le ore 3.00 e gli è stato tolto il radio collare. Si tratta di un’area che da ormai 12 anni ospita i cosiddetti orsi problematici (attualmente DJ3), nonché se necessario eventuali esemplari bisognosi di riabilitazione. La reazione dell’orso, una volta trasferito nell’area di contenimento, è stata però sorprendente; M49 infatti è riuscito, in un lasso di tempo relativamente breve, a superare le recinzioni elettriche di contenimento e ad uscire dal recinto. Il plantigrado è stato in grado di superare la doppia recinzione elettrica (14 fili in totale) e la struttura di contenimento costituita da una barriera metallica alta quasi 4 metri. Ha superato inoltre due ulteriori recinzioni elettriche interne che lo dividevano dall’orsa DJ3, altro esemplare da tempo custodito nell’area faunistica. Per dare un’idea della sicurezza complessiva della struttura si pensi che le recinzioni elettrificate presenti nel recinto del Casteller hanno una portata dai 6 agli 8000 volt.
«Si è verificato un evento assolutamente anomalo, non previsto dai tecnici dell’Ispra e dagli altri esperti che avevano certificato l’area del Casteller, che non ha eguali in Italia per condizioni di sicurezza. – ha detto Fugatti – Tutto ciò rende giustizia delle preoccupazioni che avevamo espresso circa la pericolosità di questo esemplare e delle misure che avevamo deciso di assumere. A maggior ragione, a questo punto, ogni tipo di intervento per garantire la pubblica sicurezza non potrà che essere considerato assolutamente opportuno e legittimo. Nel frattempo abbiamo avvisato dell’accaduto il ministro, che ha manifestato a sua volta sorpresa per una circostanza che non ha, a quanto ci risulta, altri precedenti».
Nonostante la sorpresa, dal ministero dell’Ambiente è però partita una diffida, inviata dalla Direzione generale competente del ministero dell’Ambiente agli uffici della Provincia di Trento, affinché non si dia nessun ordine di abbattimento dell’orso M49 è stata.
«Nessuna istruttoria fin qui elaborata dagli uffici, in collaborazione con Ispra, ha mai valutato il tema dell’uccisione dell’esemplare – dichiara il ministro Costa – Il fatto che sia scappato dall’area attrezzata per ospitarlo non può giustificare un intervento che ne provochi la morte. Il presidente Fugatti moduli legittimamente il suo intervento. Le inefficienze mostrate nella cattura, che non mi vedono e mai mi hanno visto concorde, reclamano professionalità e attenzione massima. Cosa che invece fin qui non è stata mostrata. E adesso si parla di abbattimento? Assurdo e paradossale. Intanto ho chiesto a Ispra di mandare subito una squadra che congiuntamente ai tecnici della Provincia autonoma di Trento faccia chiarezza sulla fuga di M49 e poi si intervenga con la cautela del caso senza minare la vita dell’animale».
Anche per Legambiente l’orso M49 non va abbattuto, ma ora bisogna agire in fretta perché «la decisione irresponsabile della Provincia di Trento di procedere alla cattura dell’orso per rinchiuderlo presso il Casteller, a sud di Trento, da cui l’animale è scappato, ha aumentato il rischio per i cittadini e messo a repentaglio l’incolumità dell’esemplare che si trova ora a vagare in un contesto ancora più antropizzato di quello dove è stato catturato e senza radio collare». Un orso, ricorda l’associazione ambientalista, nato tra l’altro nell’ambito del progetto europeo Life Ursus il cui obiettivo era di reintrodurre esemplari dalla Slovenia per impedire l’estinzione della specie nel territorio.
«Per quanto autonoma, la Provincia di Trento non è libera di agire al di fuori degli iter autorizzativi e non conformemente a quanto previsto dal Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro orientali – commenta il presidente di Legambiente Stefano Ciafani – In situazioni del genere l’emotività non paga, anzi può essere molto pericolosa. Come dimostrano i fatti accaduti la notte scorsa. Il ministro intervenga e la Provincia di Trento torni a ragionare su interventi gestionali condivisi, rispettando leggi e normative fatte appositamente per tutelare cittadini e fauna selvatica».
«Le parole del presidente della Provincia Fugatti sono inaccettabili – concludono Wwf, Lipu e Lac intervenendo congiuntamente sulla vicenda – Invece di fare ammenda, attacca strumentalmente ‘la scienza’ e vuole sfruttare l’accaduto per emettere un ordine di abbattimento nonostante il parere contrario del Ministero. Come già sottolineato anche dal parere Ispra, sulla base dei criteri del Pacobace (Piano d’azione per la conservazione dell’orso bruno sulle alpi centrali) M49 è tutt’al più da considerarsi un orso problematico solo perché ha causato danni economici ad attività produttive, favoriti dalla mancata adozione di strumenti di prevenzione adeguati, mentre la sua pericolosità per le persone è ancora da dimostrare’’ (‘potenziale’ è il termine usato dai tecnici dell’Istituto per non escludere che possa diventarlo in futuro, ma al momento non è tale). Pertanto diffidiamo la Provincia dall’intraprendere alcuna azione che possa mettere a rischio l’incolumità di M49, mentre chiediamo che sia aperta un’indagine interna per chiarire se ci sono state responsabilità o negligenze, favorite da un clima politicamente pesante, mentre è sempre più chiaro che l’area del Casteller non è adatta ad ospitare orsi garantendone benessere e sicurezza».