L’ornitorinco sull’orlo dell’estinzione a causa di incendi e siccità

Gli scienziati: una strategia australiana per ridurre al minimo il rischio che scompaia anche a causa della distruzione dell'habitat e delle dighe

[29 Gennaio 2020]

La devastante siccità che ha colpito dell’Australia, con temperature record e mega-incendi, sta avendo un altrettanto devastante impatto sull’iconico ornitorinco (Ornithorhynchus anatinus), un mammifero unico al mondo, anche perché sempre più fiumi sono in secca e gli ornitorinchi non hanno più dove nuotare, cacciare, rifugiarsi e riprodursi.

Anche se, a causa del loro stile di vita elusivo e notturno, non si è mai conosciuta la vera consistenza della loro popolazione e diffusione, prima gli ornitorinchi vivevano in tutta l’Australia orientale e in Tasmania, ma il nuovo studio “A stitch in time – Synergistic impacts to platypus metapopulation extinction risk”, pubblicato su Biological Conservation da Gilad Bino e Richard Kingsford del Centre for ecosystem science della School of biological, Earth & environmental sciences dell’università del New South Wales (UNSW) e Brendan Wintle della School of biosciences dell’università di Melbourne, che ha esaminato per la prima volta i rischi di estinzione di questo singolare animale, ha messo in luce «la combinazione potenzialmente devastante di minacce alle popolazioni di ornitorinco, tra cui lo sfruttamento delle risorse idriche, la bonifica dei terreni, i cambiamenti climatici e periodi di siccità sempre più gravi».

Secondo il principale autore dello studio, Gilad Bino dell’UNSW Centre for Ecosystem Science «E’ necessario agire ora per impedire che l’ornitorinco scompaia dai nostri corsi d’acqua. È urgente una valutazione di rischio nazionale per l’ornitorinco per valutare il suo stato di conservazione, valutare i rischi e gli impatti e dare la priorità alla gestione al fine di ridurre al minimo qualsiasi rischio di estinzione».

In effetti i risultati dello studio sono allarmanti: nelle attuali condizioni climatiche e a causa del disboscamento e della frammentazione del territorio causato delle dighe, il numero degli ornitorinchi si è quasi dimezzato e nel 40% dell’areale della specie non ci sono più ornitorinchi, un declino iniziato con la colonizzazione europea dell’Australia e che continua. E i ricercatori dicono che, «In base ai cambiamenti climatici previsti, le perdite previste sono molto maggiori a causa degli aumenti delle frequenze e della durata della siccità estreme, come l’attuale periodo di siccità». Bino aggiunge che «Questi pericoli espongono ulteriormente l’ornitorinco a estinzioni locali ancora peggiori, senza capacità di ripopolare le aree».

Il declino generale della popolazione e le estinzioni locali dell’ornitorinco documentati dallo studio mostrano una specie a rischio considerevole di estinzione, eppure la recente revisione della Lista Rossa dell’International union for conservation of Nature (Iucn) considera l’ornitorinco a “Quasi minacciato”. Ma i ricercatori fanno notare che «L’ornitorinco rimane non elencato nella maggior parte delle giurisdizioni in Australia, ad eccezione dell’Australia meridionale, dove è in pericolo».

Un altro autore dello studio, il direttore dell’UNSW Centre for Ecosystem Science Richard Kingsford ha evidenziato che «E’ stato un peccato che gli ornitorinchi vivessero in aree soggette a un ampio sviluppo umano che ha minacciato la loro vita e la sopravvivenza a lungo termine. Questi sviluppi includono le dighe che fermano i loro spostamenti, l’agricoltura che può distruggere le loro tane, gli attrezzi da pesca e le trappole per yabby (Cherax destructor, un crostaceo di acqua dolce, ndr)) che possono farli annegare e le volpi invasive che possono ucciderli».

Anche secondo un altro co-autore dello studio, Brendan Wintle dell’università di Melbourne, «Adesso è importante adottare misure preventive. Anche per una presunta specie” sicura” come l’ornitorinco, mitigare o addirittura fermare le minacce, come le nuove dighe, è probabile che sia più efficace aspettare che il rischio di estinzione aumenti e un possibile fallimento. Per capire cosa succede quando ignoriamo i segnali di pericolo, dovremmo imparare dal pericolo che sta affrontando il koala».

Bino conclude: «Lo studio si è aggiunto al crescente numero di prove che mostravano che l’ornitorinco, come molte altre specie autoctone australiane, era sulla via dell’estinzione. C’è un urgente bisogno di attuare degli sforzi di conservazione nazionali per questo mammifero unico e altre specie aumentando il monitoraggio, tracciando i trend, con la mitigazione delle minacce e la protezione e il miglioramento della gestione degli habitat di acqua dolce. Il platypus research team continua a studiare l’ecologia e la conservazione di questo animale enigmatico, collaborando con la Taronga Conservation Society, per garantire il suo futuro, fornendo informazioni per delle politiche e una gestione efficaci».