Lista rossa Iucn: le due specie di elefanti africani sono in pericolo e in pericolo critico di estinzione

A forte rischio estinzione anche una specie di acacia australiana colpita dai mega incendi

[26 Marzo 2021]

Dopo il declino della popolazione che dura da diversi decenni a causa del bracconaggio per l’avorio e della perdita di habitat, il nuovo aggiornamento della Lista Rossa delle specie minacciate dell’International Union for Conservation of Nature (Iucn) ha classificato l’elefante africano di foresta (Loxodonta cyclotis) come in pericolo di estinzione e l’elefante africano di savana (Loxodonta africana ) in pericolo di estinzione. Prima dell’aggiornamento gli elefanti africani venivano trattati come una singola specie, elencata come vulnerabile e l’Iucn evidenzia che «Questa è la prima volta che le due specie sono state valutate separatamente per la Lista Rossa IUCN, a seguito dell’emergere di nuove prove genetiche».

Ora la Lista Rossa Iucn comprende 134.425 specie, delle quali 37.480 sono a rischio di estinzione: 900 estinte; 79 estinte in natura; 8.188 in pericolo critico; 14.106 in pericolo; 15.186 vulnerabili; 7.889

Quasi minacciate; 176 a rischio inferiore/dipendenti dalla conservazione (una vecchia categoria che viene gradualmente eliminata dalla Lista Rossa Iucn); 69.149 Least Concern;. Per  18.752 specie i dati sono carenti.

Presentando l’aggiornamento della Lista Rossa, il direttore generale dell’Iucn, Bruno Oberle, ha ricordato che «Gli elefanti africani svolgono un ruolo chiave negli ecosistemi, nelle economie e nel nostro immaginario collettivo in tutto il mondo. Le nuove valutazioni odierne della Lista Rossa Iucn per entrambe le specie di elefanti africani sottolineano le pressioni persistenti che devono affrontare questi animali iconici. Dobbiamo porre urgentemente fine al bracconaggio e garantire che venga conservato un habitat sufficiente e adatto sia per gli elefanti di foresta che per quelli di savana. Negli ultimi anni, diversi Paesi africani hanno aperto la strada, dimostrando che possiamo invertire il declino degli elefanti e dobbiamo lavorare insieme per garantire che il loro esempio possa essere seguito».

La decisione di trattare gli elefanti africani di foresta e di savana come specie separate è il risultato del consenso emerso tra gli esperti a seguito di nuove ricerche sulla genetica delle popolazioni di elefanti. Gli elefanti di foresta vivono nelle foreste tropicali dell’Africa centrale e in una serie di habitat dell’Africa occidentale. Raramente si sovrappongono all’areale dell’elefante di savana, che preferisce le aree aperte e vive in una varietà di habitat nell’Africa sub-sahariana, comprese praterie e deserti. Si pensa che l’elefante di foresta, che ha un areale più ristretto, occupi solo un quarto del suo areale storico, con le più grandi popolazioni rimaste che vivono  in Gabon e nella Repubblica del Congo.

Kathleen Gobush, lead assessor of the African elephants e dell’African Elephant Specialist Group della Iucn Species survival commission (SSC), spiega che «Per queste valutazioni, un team di 6 valutatori ha utilizzato dati fin dagli anni ’60 e un approccio di modellazione completamente basato sui dati per consolidare per la prima volta gli sforzi decennali di molti team di indagine. I risultati quantificano la drammatica portata del declino di questi animali ecologicamente importanti. Con la domanda persistente di avorio e la crescente pressione umana sulle terre selvagge dell’Africa, la preoccupazione per gli elefanti africani è alta e la necessità di conservare in modo creativo e gestire con saggezza questi animali e i loro habitat è più acuta che mai».

Le ultime valutazioni evidenziano un forte calo del numero di elefanti africani in tutto il continente africano: in 31 anni, il numero di elefanti di foresta africani è diminuito di oltre l’86%, mentre, negli ultimi 50 anni, la popolazione di elefanti di savana africani è diminuita di almeno il 60%. L’Icn denuncia che «Entrambe le specie hanno subito un forte calo dal 2008 a causa di un aumento significativo del bracconaggio, che ha raggiunto il picco nel 2011 ma continua a minacciare le popolazioni. La conversione in corso dei loro habitat, principalmente per usi agricoli e altri usi del suolo, è un’altra minaccia significativa». L’Iucn African Elephant Status Report del 2016 ha fornito la più recente stima affidabile della popolazione delle due specie affriv cane che in totale raggiungono i 415.000 elefanti.

Nonostante la tendenza generale al declino di entrambe le specie di elefanti africani, le valutazioni evidenziano anche il successo di alcuni progetti di conservazione e l’Iucn fa notare che «Le misure anti-bracconaggio sul terreno, insieme a una legislazione più favorevole e una pianificazione dell’utilizzo del suolo che cerca di promuovere la coesistenza uomo-fauna selvatica, sono state la chiave per la conservazione degli elefanti. Di conseguenza, gli elefanti di foresta si sono stabilizzati in alcune aree di conservazione ben gestite in Gabon e nella Repubblica del Congo. Anche il numero di elefanti di savana è stabile o in crescita da decenni, specialmente nell’area di conservazione transfrontaliera Kavango-Zambesi, che ospita la più grande sottopopolazione di questa specie nel continente».

Dave Balfour, assessor of the African elephants e dell’African Elephant Specialist Group dell’Iucn SSC, sottolinea che «Sebbene i risultati della valutazione collochino la popolazione continentale di elefanti di savana nella categoria in pericolo, è importante tenere presente che a livello di sito alcune sottopopolazioni prosperano. Per questo motivo, quando si traducono questi risultati in politiche sono necessarie una notevole cautela e conoscenza locale».

Masako Yamato, direttore generale Divisione affaria ambientali di Toyota Motor Corporation ha dichiarato: «Siamo orgogliosi di aver supportato quasi il 30% delle 6.218 valutazioni di questo aggiornamento, comprese le valutazioni di specie sottorappresentate come alberi, funghi e invertebrati. Questo contribuisce alla crescente diversità delle specie nella Lista Rossa Iucn, rendendola uno strumento sempre più potente per guidare la conservazione in questo importante anno per il Post 2020 Biodiversity Framework».

Malin Rivers, responsabile priorità di conservazione di Botanic Gardens Conservation International (BGCI) evidenzia un altro aspetto: «Proprio come noi, gli elefanti fanno affidamento sugli alberi e sui servizi ecosistemici che forniscono per sopravvivere. Il Global Tree Assessment (GTA) di BGCI, la prima valutazione globale di conservazione di tutte le specie di alberi conosciute al mondo, che verrà rilasciato entro la fine dell’anno, fornirà una roadmap per la conservazione delle specie arboree e degli ecosistemi da cui dipendono gli elefanti e le specie simili».

E, restando alla flora, Jack Plummer, del  team di valutazione della conservazione dei Royal Botanic Gardens, Kew, aggiunge che «Quest’anno l’arbusto autoctono australiano Cangai Wattle (Acacia cangaiensis) entra nella Lista Rossa Iucn come in pericolo di estinzione. Come abbiamo visto nei tutoli delle news in tutto il mondo l’anno scorso, la stagione degli incendi australiani ha causato danni estremi e da allora gli scienziati hanno lavorato duramente per valutare l’impatto a lungo termine degli incendi sulla fauna selvatica. Sfortunatamente, con una distribuzione limitata e un rischio crescente di incendi e siccità, questa acacia, che cresce nello stato australiano del New South Wales, è ora ad alto rischio di estinzione. La buona notizia è che abbiamo depositato i semi di acacia presso la Kew’s Millennium Seed Bank per la loro custodia a lungo termine e questi semi, se necessario, possono essere utilizzati anche per il ripristino post-incendio».