L’invasione di locuste del deserto minaccia ancora la sicurezza alimentare nel Corno d’Africa e nello Yemen

La Fao cerca fondi per le operazioni di controllo per salvaguardare produzione agricola e mezzi di sussistenza

[17 Dicembre 2020]

La Fao ha lanciato un  nuovo preoccupante allarme: «Una nuova generazione di sciami di locuste del deserto sta minacciando i mezzi di sussistenza in agricoltura e pastorizia, nonché la sicurezza alimentare di milioni di persone, nel Corno d’Africa e nello Yemen, nonostante i grandi sforzi compiuti in tutto il 2020».

Le attività di controllo, previsione e monitoraggio della locusta del deserto sono al centro della missione della Fao. Il suo Servizio informazioni sulle locuste del deserto è attivo da quasi 50 anni. Le capacità ormai consolidate della Fao di essere presente sul campo, collegare le autorità di diversi Paesi e conoscere a fondo il modo per contrastare questi insetti rendono l’Organizzazione un attore chiave nelle operazioni contro flagelli come quello che sta attualmente imperversando in Africa orientale.

Grazie agli aiuti internazionali e a una campagna di sensibilizzazione senza precedenti, coordinata dalla Fao a livello globale, da gennaio, in 10 Paesi più di 1,3 milioni di ettari invasi dalle locuste sono stati sottoposti a trattamento e la Fao fa notare che «Queste operazioni di controllo hanno evitato una perdita stimata di 2,7 milioni di tonnellate di cereali, del valore approssimativo di 800 milioni di dollari, in Paesi già duramente colpiti da forme acute di insicurezza alimentare e povertà. Una quantità sufficiente a sfamare 18 milioni di persone l’anno».

Ma le condizioni meteorologiche favorevoli e le piogge stagionali diffuse hanno innescato un’intensa riproduzione delle locuste nell’Etiopia orientale e in Somalia. A novembre il ciclone Gati ha aggravato la situazione, causando inondazioni nella Somalia settentrionale che potranno favorire ulteriori invasioni nei prossimi mesi. Si stanno già formando nuovi sciami di locuste, che minacciano di invadere nuovamente il Kenya settentrionale e la riproduzione delle locuste, già in corso su entrambe le sponde del Mar Rosso, rappresenta una nuova minaccia per Eritrea, Arabia Saudita, Sudan e Yemen.

il direttore generale della Fao, QU Dongyu, conferma: «Abbiamo fatto molto, ma la battaglia contro questo insetto inarrestabile non è ancora finita Non dobbiamo abbassare la guardia. Le locuste continuano a moltiplicarsi giorno e notte, e il rischio è aggravare l’insicurezza alimentare delle famiglie vulnerabili in tutta l’area geografica interessata. La Fao sta assistendo governi e altri partner con azioni di sorveglianza e coordinamento, consulenza tecnica e approvvigionamento di provviste e attrezzature. Ma le operazioni devono essere intensificate e accelerate per salvaguardare la produzione alimentare e evitare l’aggravarsi dell’insicurezza alimentare nei paesi colpiti».

Finora, donatori e partner hanno messo a disposizione circa 200 milioni di dollari per finanziare le attività di controllo, permettendo alla Fao e ai governi di intensificare le azioni per contrastare questa piaga in un’area che non si trovava, da intere generazioni, di fronte a un flagello di queste dimensioni. «Sono stati formati oltre 1.500 operatori per le attività di monitoraggio sul campo e di controllo – spiegano alla Fao – Sono state, inoltre, messe a disposizione, e sono già in azione, 110 macchine irroratrici di pesticidi, installate su automezzi, e 20 aerei».

I fondi sono arrivati  da Belgio, Canada, Cina, Danimarca, Francia, Germania, Italia, Paesi bassi, Norvegia, Federazione Russa, Arabia Saudita, Svezia, Svizzera, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito, Stati Uniti d’America, Banca africana di sviluppo, Fondo Fiduciario di Solidarietà per l’Africa, Fondazione Bill e Melinda Gates, Fondazione Louis Dreyfus, Fondazione Mastercard, Fondo centrale di intervento per le emergenze (CERF) dell’Ufficio Onu per il coordinamento degli affari umanitari e Gruppo della Banca Mondiale. Ora la Fao sta cercando  altri 40 milioni di dollari per aumentare nel 2021 le attività di sorveglianza e controllo nei paesi più colpiti: Etiopia, Kenya, Somalia, Sudan e Yemen, ed evidenzia che «In questi cinque paesi, oltre 35 milioni di persone soffrono già di insicurezza alimentare acuta e la Fao stima che potrebbero aggiungersi altri 3,5 milioni di persone, se nulla sarà fatto per contrastare i focolai più recenti».
La Fao non sta lavorando solo con governi e partner: si sta impegnando per salvaguardare e proteggere i mezzi di sussistenza rurali, offrendo ai contadinicolpiti “pacchetti per l’agricoltura”, assistenza veterinaria, mangime per le mandrie private della vegetazione, base della loro alimentazione, e liquidità per i nuclei familiari che hanno perso i raccolti, in modo da poter resistere fino a quelli successivi. Oltre 200.000 nuclei familiari hanno già ricevuto mezzi di sussistenza, ma il numero è destinato a crescere: all’inizio del 2021 la Fao prevede di assistere altre 98.000 ed è continuamente alla ricerca di finanziamenti, soprattutto tramite i piani di aiuti umanitari.

L’Agenzia Onu conclude: «Senza ulteriori fondi, le operazioni di controllo potrebbero rallentare o addirittura bloccarsi dalla fine di gennaio 2021, con il rischio, in alcune aree, di lasciar crescere a dismisura questo flagello che distrugge i raccolti. I contadini che hanno visto colpiti i propri mezzi di sussistenza hanno bisogno di altri aiuti, così come occorre ancora rafforzare le capacità nazionali di monitore e contrastare la locusta del deserto.