L’incerto futuro dei mari dell’Europa. Eea: vanno intraprese azioni urgenti e coerenti

Marine Messages II: «Stiamo esaurendo il tempo per invertire decenni di abbandono e abuso»

[25 Giugno 2020]

Secondo il nuovo rapporto “Marine Messages II” dell’European environment agency (Eea), «Le attuali condizioni dei mari europei sono generalmente scarse» e  «Di fronte alle crescenti minacce poste dallo sfruttamento eccessivo delle risorse marine, dall’inquinamento e dai cambiamenti climatici, sono necessarie azioni urgenti per riportare i mari europei in buone condizioni». Il rapporto lancia un forte allarme: «stiamo esaurendo il tempo per invertire decenni di abbandono e abuso. Questa è una cattiva notizia per le persone in quanto influenza la nostra qualità della vita, i mezzi di sussistenza e le economie. Le condizioni dei nostri mari determinano la loro capacità di fornire, tra l’altro, ossigeno, cibo, un clima vivibile e determinate materie prime, e supportano anche la nostra ricreazione, il tempo libero e la salute».

Ecco i principali risultati di “Marine Messages II”:

L’economia marittima dell’Ue continua a crescere e la concorrenza per le risorse marine come pesce, combustibili fossili, minerali o produzione di energia rinnovabile e spazio dovrebbe aumentare. Questo farà aumentare la pressione sugli ecosistemi marini già sfruttati eccessivamente. Per evitarlo, la crescita in questo settore deve essere disaccoppiata dal degrado e dall’esaurimento dell’ecosistema marino ed essere contenuta nei limiti per il loro utilizzo sostenibile.

Nonostante gli impegni dell’Ue e globali, la perdita di biodiversità nei mari europei non è stata fermata. Un numero elevato di specie marine e habitat valutati continuano a mostrare uno “stato di conservazione sfavorevole”. Gli studi indicano la difficile situazione in cui si trovano specie di uccelli marini, mammiferi marini (foche e balene) e stock ittici, come il merluzzo.

Le misure di gestione rivolte a singole specie e habitat marini hanno portato a miglioramenti delle loro condizioni in alcune regioni marine dell’Ue, ma questo successo frammentario non compensa gli effetti combinati delle molteplici pressioni delle attività umane in tutti i mari d’Europa.

Laddove la cooperazione regionale si è radicata e viene attuata in modo coerente, i trend negativi di determinate pressioni stanno iniziando a ridursi, come ad esempio i livelli di nutrienti e contaminanti o l’introduzione di specie alloctone.

Le interazioni terra-mare e le aree costiere sono dimensioni importanti da tenere in considerare quando si progettano azioni per ridurre le pressioni sull’ambiente marino.

I cambiamenti nella temperatura e nel contenuto di ossigeno nell’oceano e l’acidificazione degli oceani indicano che nelle regioni marine dell’Ue si stanno verificando cambiamenti sistemici negativi che riducono ulteriormente la resilienza degli ecosistemi marini, inclusa la resilienza ai cambiamenti climatici.

Le passate attuazioni delle politiche regionali e dell’Ue aiutano a identificare una serie di insegnamenti  sul ripristino degli ecosistemi marini, che dovrebbero essere utilizzati quando progettiamo azioni e soluzioni per arrivare ad avere mari puliti, sani e produttivi.

Con la determinazione politica, le risorse aggiuntive e un maggiore coordinamento tra gli stakeholders e  l’integrazione delle politiche, entro il 2030 l’Europa può andare verso una “buona condizione” per i suoi mari nell’ambito dell’attuale quadro politico dell’Ue. Per raggiungere questo obiettivo, le pressioni sugli ecosistemi marini devono essere ridotte. Con l’ambizione di proteggere il 30% dei mari d’Europa e di metterne il 10% sotto “protezione rigorosa”, la nuova strategia dell’Ue sulla biodiversità per il 2030 apporta un nuovo impulso per ridurre tali pressioni.

Il raggiungimento di buone condizioni per i mari europei è fondamentale per gli obiettivi di Sustainable Blue Economy  e di pianificazione dello spazio marittimo, come indicato nell’ European Green Deal.

L’utilizzo storico e corrente dei nostri mari – dal Baltico al Mediterraneo – sta diventando insostenibile,  determinando cambiamenti nella composizione delle specie e degli habitat marini a cambiamenti nella composizione fisica e chimica complessiva dei mari. E il rapporto avverte che «A questi complessi problemi si aggiunge il cambiamento climatico, che sta peggiorando gli impatti delle altre minacce. Gli effetti combinati di questi cambiamenti ci stanno mettendo su una strada che potrebbe causare danni irreversibili agli ecosistemi marini».

Ma, in alcune aree, ci sono anche segni di recupero dell’ecosistema marino in seguito a sforzi significativi, spesso decennali, per ridurre determinati impatti come quelli causati da contaminanti, eutrofizzazione e pesca eccessiva.

Presentando “Marine Messages II”, il direttore esecutivo dell’Eea, Hans Bruyninckx, ha ribadito che «I nostri mari ed ecosistemi marini stanno soffrendo a causa di anni di grave sfruttamento eccessivo e abbandono. Potremmo presto raggiungere un punto di non ritorno, ma, come conferma il nostro rapporto, abbiamo ancora la possibilità di ripristinare i nostri ecosistemi marini se agiamo in modo deciso e coerente e raggiungiamo un equilibrio sostenibile tra il modo in cui utilizziamo i mari e il nostro impatto sull’ambiente marino. In questo contesto, la nuova strategia dell’Ue sulla biodiversità entro il 2030 e altri elementi dell’European Green Deal apportano una rinnovata speranza che siano in corso azioni urgenti e coerenti per la protezione e il ripristino».

Però il rapporto evidenzia che «E’ improbabile che gli Stati membri dell’Ue raggiungano entro il 2020 , in tutte le loro acque, l’obiettivo di “buono stato ambientale” della  direttiva quadro sulla strategia marina dell’UE (MSFD), la principale legge dell’Ue per la protezione dell’ambiente marino». Tuttavia, da quando la direttiva è in vigore sono stati compiuti progressi e risultati significativi. Queste conclusioni fanno eco alla relazione della Commissione europea, che esamina lo stato di attuazione della direttiva che è stata pubblicata oggi. Il rapporto Eea si inserisce nella revisione della Commissione e suggerisce soluzioni che possono aiutare l’Ue a raggiungere l’obiettivo di mari puliti, sani e produttivi, soprattutto  attraverso la gestione basata sugli ecosistemi. Tutti i dati comunicati dagli Stati membri dell’Ue alla Commissione sono stati resi pubblici per la prima volta in un sito Web dedicato su WISE-Marine, nonché dati e strumenti di visualizzazione che forniscono una panoramica dello stato dell’ambiente marino nell’Ue.