L’ibridazione riduce la vulnerabilità delle specie ai cambiamenti climatici

Uno studio sui pesci arcobaleno australiani che ha importanti implicazioni per molte specie minacciate

[2 Febbraio 2023]

Il nuovo studio “Natural hybridization reduces vulnerability to climate change” pubblicato su Nature Climate Change da un team di ricercatori australiani e canadesi, fornisce una rara prova che l’ibridazione naturale può ridurre il rischio di estinzione delle specie minacciate dai cambiamenti climatici.

Come ricordano al Molecular Ecology Lab della Flinders University (MELFU) che ha guidato lo studio, «La diversità genetica è la materia prima che consente alle popolazioni di evolversi in risposta ai cambiamenti nell’ambiente: in sostanza, maggiore è la diversità, meglio è. Il rapido riscaldamento climatico sta sfidando molte specie ad evolversi e ad adattarsi abbastanza velocemente da evitare l’estinzione. In particolare, le specie che non tollerano molte variazioni ambientali, come quelle provenienti da habitat più freddi ad alta quota, possono mancare di diversità genetica importante per l’adattamento ai cambiamenti climatici. L’ibridazione, il processo di mescolanza di specie diverse, può potenzialmente aiutare i vulnerabili ad adottare e sfruttare rapidamente una nuova diversità genetica da specie che potrebbero già essere adattate ad ambienti più caldi. Tuttavia, le popolazioni ibride sono state tradizionalmente considerate di scarso valore di conservazione».

E’ qualcosa di simile a come la mescolanza tra i nostri antenati Homo sapiens e i Neanderthal abbia portato a una migliore forma fisica in alcune popolazioni umane moderne.

Il team di biologi, guidato dall’autore principale dello studio Chris Brauer e dal coordinatore del progetto Luciano Beheregaray (entrambi della Flinders University), è andato nella regione dei Wet Tropics dell’Australia nord-orientale per raccogliere campioni di 5 specie di pesci arcobaleno tropicali lungo un gradiente di elevazione. Poi hanno prodotto dati genomici dai campioni raccolti e hanno così scoperto diverse popolazioni pure e ibride di pesci arcobaleno. Hanno anche identificato i geni che consentono alle popolazioni di pesci arcobaleno di adattarsi alle variazioni climatiche in tutta la regione e hanno utilizzato modelli ambientali per capire quanta evoluzione sarà probabilmente necessaria in futuro alle popolazioni ittiche per tenere il passo con il cambiamento climatico.

Brauer spiega che «Le popolazioni di specie di montagna adattate al freddo che si sono ibridate con una specie di pianura adattata al caldo hanno mostrato una ridotta vulnerabilità ai climi futuri. Queste popolazioni miste contengono più diversità nei geni che riteniamo importanti per l’adattamento climatico, e quindi hanno maggiori probabilità di sopravvivere in ambienti più caldi».

La scoperta che l’ibridazione può facilitare un rapido adattamento ai cambiamenti climatici ha importanti implicazioni per molte specie minacciate. Beheregaray, direttore del MALFU, conclude: «Questo studio evidenzia il valore di conservazione sottovalutato delle popolazioni ibride. I nostri risultati sono una buona notizia per la biodiversità. Indicano che la miscelazione genetica è uno strumento importante per la conservazione che può contribuire al salvataggio evolutivo naturale delle specie minacciate dai cambiamenti climatici».