L’estinzione silenziosa degli anfibi africani

Il fungo killer che stermina gli anfibi in tutto il mondo si è diffuso in Africa negli ultimi 165 anni

[16 Marzo 2023]

Lo studio “Continent-wide recent emergence of a global pathogen in African amphibians”, pubblicato su Frontiers in Conservation Science da un team di ricercatori statunitensi descrive dettagliatamente l’emergere e la diffusione relativamente recenti del fungo killer Batrachochytrium dendrobatidis (o Bd) tra gli anfibi in Africa.  Uno degli autori, il biologo Eliseo Parra della San Francisco State University, spiega che «Quando la pelle [degli anfibi] inizia a cambiare spessore, fondamentalmente crea una condizione in cui non possono mantenere i loro processi interni e muoiono. Se un fungo infetta  un mammifero, potrebbe colpire le sue unghie o qualcosa che non noteremmoi nemmeno, ma gli anfibi (rane, salamandre) usano la loro pelle per respirare. È una parte molto critica del loro corpo».

L’autore senior dello studio, Vance Vredenburg (California Academy of Science, Museum of Vertebrate Zoology dell’università della California Berkeley e San Francisco State University), ricorda che «Il fungo è letale per molte popolazioni di anfibi ma non per altre» de il suo laboratorio voleva capire dove si trova il fungo, come ci è arrivato e perché è mortale per alcuni anfibi, in particolare in Africa dove è stato poco studiato.

Nel 2016, la classe di Vredenburg, desiderosa di essere coinvolta nella ricerca sulla conservazione, ha letto articoli su Bd e valutato i dati pubblicati in precedenza. Parallelamente, il laboratorio di Vredenburg, in collaborazione con la California Academy of Sciences, ha valutato lo stato di infezione di esemplari di anfibi provenienti dall’Africa. Questi due approcci hanno fornito al progetto quasi 17.000 dati da analizzare provenienti da 165 anni di osservazioni su come questo fungokiller  interagisce con gli anfibi in tutto il continente africano.

Il team ha constatato «Ua bassa prevalenza di Bd e una diffusione limitata della malattia in Africa fino al 2000, quando la prevalenza è aumentata dal 3,2% al 18,7% e Bd è diventato più diffuso»

Vredenburg fa notare che «Non solo il fungo infetta gli anfibi, ma sta causando conseguenze negative (spesso mortali) rispetto alla dormienza».

I ricercatori hanno anche scoperto due lignaggi del fungo in Africa: uno era un lignaggio globale – considerato la versione più pericolosa del fungo – mentre il secondo era precedentemente ritenuto più benigno, ma il team della San Francisco State University ha trovato prove che potrebbe anche essere distruttivo. In Camerun, il lignaggio Bd-CAPE del fungo si sta diffondendo e sembra essere più virulento di quanto si pensasse in precedenza.

Utilizzando questi dati, il team di ricerca statunitense ha creato un modello secondo il quale l’Africa orientale, centrale e occidentale è l’area più vulnerabile al Bd.

Vredenburg spiega ancora: «Stiamo cercando di estendere le nostre scoperte e fare previsioni su cosa potrebbe accadere in futuro. E’ il modo migliore per rendere il nostro studio degno del lavoro fatto. Ci sono quasi 1.200 specie di anfibi in Africa. Volevamo dire dove sono i luoghi più a rischio di focolai. Quelli saranno probabilmente i luoghi in cui avremo il maggior numero di hosts in un unico posto.

Un altro autore dello studio, il biologo Hasan Sulaeman  della SFState,  sottolinea che «E’ molto importante notare che Bd, in un modo o nell’altro, non si è diffuso in tutto il mondo senza l’aiuto degli esseri umani. Non è il primo agente patogeno che colpisce centinaia di specie in tutto il mondo e non sarà l’ultimo».

Il team di ricercatori sottolinea che «Questo progetto non si adatta agli schemi tradizionali per i documenti di ricerca o per le revisioni della letteratura scientifica». E Vredenburg ab ggiunge: «Anche il fatto che un articolo scientifico sia il risultato di una ricerca svolta in una classe è raro» e attribuisce questa impresa scientifica al talento e alla motivazione dei sui studenti.

Sia Parra che Sulaeman hanno partecipato al progetto come studenti nella classe di un seminario e come ricercatori nel laboratorio di Vredenburg. Sono tra gli studenti che hanno continuato a essere coinvolti per una parte dei 5 anni successivi nel progetto semestrale iniziale. Attraverso questa esperienza, hanno acquisito preziose informazioni sul processo di pubblicazione scientifica – qualcosa che non è banale o rapido – già all’inizio della loro carriera.

Vredenburg e i suoi colleghi hanno scoperto che in Guinea Equatoriale c’è stata una significativa diminuzione della prevalenza del fungo Killer, ma non ne conoscono il motivo.

In alcuni casi la sua diffusione è riconducibile ai viaggi aerei o marittimi, che hanno incrementato i collegamenti tra Paesi diversi e con le isole. Vredenburg ricorda che «Nei Caraibi, le rane che si sono intrufolate con le spedizioni di banane sembrano aver trasportato il fungo da un’isola all’altra. Man mano che aumentiamo la connettività, interromperemo milioni di anni di evoluzione tra agenti patogeni e ospiti».

Per Vredenburg, la diffusione del fungo Bd  gli ricorda che inizialmente non si era reso conto di quanto fosse una minaccia per le rane che aveva studiato nella Sierra Nevada: «Queste popolazioni di rane sono così robuste: sono qui da milioni di anni sulla montagna – ricorda di aver pensato in quel momento – Ero convinto che fossero abbastanza al sicuro, il fungo è penetrato e le ha spazzate via. Ho visto decine di migliaia di rane morte».