L’estinzione dell’unico pappagallo nordamericano è stata causata dagli esseri umani. Lo dice il genoma del parrocchetto della Carolina

Una eccezionale ricerca scientifica nata da un programma televisivo

[13 Dicembre 2019]

Lo studio “Evolutionary History, Genomic Adaptation to Toxic Diet, and Extinction of the Carolina Parakeet”, pubblicato su Current Biology da un team internazionale di ricercatori guidato dall’Institut de Biologia Evolutiva (IBE) dell’Univesitat Pompeu Fabra (UPF) di Barcellona, del Consejo Superior de Investigaciones Científicas (CSIC) e del Globe Institute della Københavns Universitet, presenta i risultati della sequenza genetica completa dell’estinto parrocchetto della Carolina (Conuropsis carolinensis) e rivela la storia evolutiva di quello che era l’unico pappagallo che viveva negli Stati Uniti d’America e che è stato dichiarato estinto all’inizio del XX secolo

Una ricerca scientifica che ha una storia curiosa: è nato dal programma scientifico televisivo catalano “Quèquicom” di TV3, condotto dal professore della UPF Jaume Vilalta. Il principale autore dello studio, Pere Renom, che faceva un dottorato all’IBE, aveva scoperto un esemplare di parrocchetto della Carolina, una femmina raccolta dal naturalista catalano Marià Masferrer all’inizio del XX secolo negli Usa e conservata in una collezione privata a Espinelves, vicino Girona, in Catalogna. Renom contattò Carles Lalueza-Fox – Anche lui della UFP, per filmare tutto il processo ricostruzione del genoma del pappagallo per poi parlarne in uno speciale sull’estinzione nel programma de TV3.

Lalueza-Fox ricorda che «Renom mi contattò per chiedermi se ero interessato a cercare di recuperare il DNA dell’esemplare e la storia è finita due anni dopo con il primo genoma completo di questo pappagallo nordamericano prodotto dall’IBE».

La storia completa della scoperta si può vedere nell’episodio “Desextinció: reviure una espècie” trasmesso su “Quèquicom” e recentemente insignito del premio Prismas per il miglior video di divulgazione scientifica del 2019.

Tornando allo studio pubblicato su Current Biology, gli scienziati hanno esplorato il genoma del pappagallo estinto in cerca di segni presenti in specie in pericolo di estinzione, ma non li hanno trova e dicono che «La mancanza di segnali di diminuzione della popolazione nel suo genoma indica una brusca estinzione attribuibile a cause umane».

L’ultimo parrocchetto della Carolina conosciuto è morto nello zoo di Cincinnati nel 1918. Era il membro della famiglia dei pappagalli che viveva alla latitudine nord più alta del pianeta e il suo areale si estendeva dal New England fino al Golfo del Messico e ad est fino al Colorado. Aveva un piumaggio coloratissimo: corpo verde e verde, testa gialla e faccia arancione.

Volava in stormi rumorosissimi di centinaia di individui ed è stato sottoposto a un’intensa caccia durante l’ultimo decennio del XIX secolo, anche per le sue piume con le quali ornare cappelli e cappellini per signore. Ma in molti credevano che la sola caccia non fosse l’unica ragione della loro estinzione e che la sua scomparsa fosse legata all’alterazione degli habitat e/o all’esposizione sempre più irregolari ai patogeni del pollame.

Il nuovo studio, rivelando la storia evolutiva del parrocchetto della Carolina, racconta anche molto sulla possibile causa della sua estinzione. Ma per mappare il genoma del pappagallo nordamericano scomparso i ricercatori hanno dovuto sequenziare prima il genoma del suo parente più stretto ancora vivente: il conuro del sole (Aratinga solstitialis).

L’analisi genomica di entrambi i pappagalli, insieme a centinaia di genomi di altri uccelli, ha determinato che il parrocchetto della Carolina e il conuro del sole si sono separati circa 3 milioni di anni fa, in coincidenza con la chiusura dell’istmo di Panama.

Il parrocchetto della Carolina aveva una predilezione speciale per i semi di Xanthium, una pianta che contiene una potente sostanza tossica che non sembrava influenzare il pappagallo ma che lo rendeva notevolmente tossico per i suoi predatori. I ricercatori spiegano che «L’analisi genomica ha rivelato un possibile adattamento a questa dieta a base di Xanthium in due proteine molto ben conservate che sono note per interagire con questa sostanza».

Ora, gli esperti si chiedono se potrebbe essere possibile la disestinzione del Conuropsis carolinensis. Lalueza-Fox commenta: «Sebbene il parrocchetto della Carolina appaia in tutti gli elenchi di possibili disestinzioni, abbiamo trovato centinaia di cambiamenti genetici che si ritiene possano essere dannosi per il suo parente più vicino, il conuro del sole, il che dimostra le enormi difficoltà nell’intraprendere questo processo».

I ricercatori sono invece convinti che «La metodologia sviluppata per ricostruire la storia dell’estinzione di questo uccello attraverso il genoma potrebbe essere utilizzata in futuro per prevedere altre possibili estinzioni legate all’uomo e proteggere altre specie in pericolo attraverso l’applicazione nel tempo di piani di conservazione».

Lalueza-Fox conclude: «Possiamo usare la genomica per studiare le dinamiche di altri processi di estinzione e dedurre se sono totalmente causati dall’uomo, perché il declino demografico a lungo termine lascia segnali specifici nei genomi delle specie».