Riceviamo e pubblichiamo

Legambiente Firenze contro l’abbattimento degli alberi lungo viale Redi

«Il primo problema è l’assenza di una vera pianificazione nella gestione dell’ecosistema urbano, che richiederebbe una visione generale, complessa e sistemica»

[10 Agosto 2022]

Ancora una volta, a Firenze, ci troviamo di fronte a un progetto che prevede l’abbattimento simultaneo di un intero filare di alberi.

Gli effetti microclimatici di un abbattimento del genere sono facilmente prevedibili: una nuova isola di calore estiva di qualche centinaio di metri di lunghezza.

Siamo consapevoli del fatto che in città, la convivenza delle esigenze antropiche con quelle vegetali, può comportare alcuni abbattimenti. Ma riteniamo che si debba comunque lavorare per non privarsi in modo sbrigativo degli alberi. Essi svolgono preziosi servizi ecosistemici e la sostituzione richiede comunque molti anni per poter ottenere piante in grado di svolgere un ruolo paragonabile sulla qualità dell’aria e sulla termoregolazione. Crediamo che, ove necessarie, le sostituzioni debbano essere progressive e mirate, accettando uno sviluppo disetaneo del filare e valutando anche possibili consociazioni di specie.

Estati come questa, in cui ondate di calore sempre più numerose mostrano anche al cittadino comune l’efficacia della presenza di alberi, ci dicono che non possiamo più permetterci un approccio sbrigativo sugli abbattimenti.

Oltre al merito della vicenda di viale Redi, riteniamo importante una considerazione sul metodo.
Non è certo la prima volta che apprendiamo dalla stampa del progetto di abbattimento e sostituzione, quando la scelta dell’amministrazione pare ormai definitiva e quando la cantierizzazione è imminente.
Il primo problema è dunque l’assenza di una vera pianificazione nella gestione dell’ecosistema urbano, che richiederebbe una visione generale, complessa e sistemica.

Le soluzioni ci sarebbero: l’adozione urgente di un piano del verde pubblico e privato e una revisione del regolamento del verde, anzitutto. Ma occorre anche rafforzare con risorse economiche correnti la direzione ambiente e il settore gestione del verde pubblico, adottare protocolli di gestione diversificata e partecipativa (patti di collaborazione), riorganizzare il vivaio comunale realizzando un centro di produzione e sperimentazione collegato alle istituzioni universitarie, gestire le trasformazioni che investono il patrimonio di aree agricole della corona periurbana, adottare un programma di riorganizzazione e armonizzazione degli interventi sulle aste fluviali.

Crediamo inoltre che questo tipo di scelte dovrebbero vedere un maggiore coinvolgimento della cittadinanza, un percorso realmente partecipato in cui l’esperienza e la competenza delle associazioni ambientaliste, e le esigenze della cittadinanza, possano avere un peso reale e indirizzare così al meglio le scelte dell’amministrazione.

di Legambiente Firenze