Le specie di puzzole maculate sono 7 non 4 e fanno tutte la verticale prima di spruzzare
La sorprendente scoperta fatta dopo l’analisi di centinaia di esemplari di puzzole maculate in nord e centro America
[2 Settembre 2021]
Le puzzole maculate sono piccoli acrobati, grosse in media quanto uno scoiattolo, per intimorire i possibili predatori piantano saldamente le zampe anteriori a terra, alzano le zampe posteriori in verticale e lasciano che la coda si distenda come una ghirlanda su un albero di Natale, bilanciandosi in una verticale come ultimo avvertimento, prima di spruzzare il loro mefitico liquido difensivo.
E’ la versione spettacolare di un meccanismo di difesa che queste piccole moffette condividono con le loro molto più grandi cugine a strisce e che rende questi mammiferi difficili da catturare e, quindi, da studiare. E questo per i ricercatori è stato un bel problema: senza molti esemplari di puzzole da studiare, gli scienziati non erano in grado di condurre analisi genetiche per determinare quante specie esistono.
Prima si pensava che esistessero fino a 14 specie di puzzole maculate, poi solo 2, più recentemente gli scienziati si sono accordati sul fatto che ne esistessero 4 specie: moffetta macchiata del sud (Spilogale angustifrons), puzzola maculata occidentale (S. gracilis), puzzola maculata orientale (S. putorius) e puzzola macchiata pigmea (S. pygmaea), con qualche sottospecie e sub-sottospecie. Ma ora lo studio “Phylogenomic systematics of the spotted skunks (Carnivora, Mephitidae, Spilogale): Additional species diversity and Pleistocene climate change as a major driver of diversification”, pubblicato su Molecular Phylogenetics and Evolution da un team di ricercatori statunitensi guidato da Molly McDonough della Chicago State University ha fatto una nuova straordinaria scoperta: esistono 7 specie di puzzola maculata.
Il nuovo studio descrive come il team di ricercatori ha analizzato il DNA di 203 esemplari di puzzole – alcune vittime di collisioni con veicoli e altre provenienti da collezioni museali – per determinare cosa dovrebbe essere considerata una specie e cosa una sottospecie. Quello che hanno scoperto gli scienziati è stato uno shock. Come spiega Uno degli autori dello studio, l’ ecologo evoluzionista Adam Ferguson del Field Museum di Chicago, «Ci aspettavamo di convalidare l’ipotesi delle quattro specie o di invalidarla e portarle a tre, non in realtà espanderla a sette».
Prima del nuovo studio, i ricercatori tendevano a differenziare le specie di puzzola maculata osservando la loro morfologia, cose come le differenze nei modelli di macchie, e misurando crani e dentatura, ma questi fattori sono così simili tra alcune delle 7 specie che si pensava fossero lo stesso tipo di puzzola maculata.
La mancanza di dati genetici analizzati tra le specie ha indotto Ferguson a voler esaminare più da vicino la diversità delle puzzole maculate. Ma raccogliere abbastanza campioni per effettuare uno studio completo del DNA di un genere che vive in un areale che si estende in tutto il Nord e Centro America, non è stato un compito facile. Ci sono voluti anni per accumulare abbastanza esemplari. Ferguson ha iniziato a collezionare moffette maculate mentre stava ancora lavorando al suo master, che ha completato nel 2008, e alcuni esemplari gli sarebbero arrivati dopo essere stati uccisi in scontri con le auto negli Stati Uniti, ma aveva ancora bisogno di altro: senza campioni di tessuto delle puzzole maculate che vivono in America centrale o nello Yucatan, in Messico, il suo tema non poteva ricostruire la storia completa dell’evoluzione delle puzzole maculate, una cosa essenziale per comprendere le specie che esistono oggi.
Quindi, per riempire questi buchi nella conoscenza, i ricercatori statunitensi sono andati a scovere le puzzole maculate nelle collezioni museali. E questi campioni museali secolari hanno portato la principale autrice dello studio, Molly McDonough, che insegna biologia alla Chicago State University, a identificare la puzzola maculata dello Yucatan come una specie endemica prima non riconosciuta. Il team ha anche utilizzato campioni museali per determinare che la puzzola maculata delle Pianure è una specie a parte e non una sottospecie come si pensava finora.
Ma quello che ha sorpreso di più gli scienziati è stato quanto hanno in comune le due specie dello Yucatan e delle Pianure. Hanno infatti scoperto che, «Nonostante siano geograficamente distanti, la puzzola maculata dello Yucatan è più strettamente imparentata con le specie che vivono negli Stati Uniti orientali, come la puzzola maculata delle pianure, che con altre specie che vivono nelle sue vicinanze, come quelle di Tabasco, in Messico».
Fino ad ora, la maggior parte della ricerca si è concentrata sulle puzzole maculate degli Stati Uniti occidentali e orientali e i ricercatori evidenziano che «Comprendere le somiglianze tra queste specie appena identificate potrebbe aiutare ad aprire le porte a ulteriori ricerche sulle puzzole maculate in altre regioni».
Ferguson aggiunge: «Una delle cose che spero accadrà è che tutto questo incoraggerà le persone a guardare l’ecologia della specie nel proprio cortile. Una persona che ha raccolto una puzzola 40 anni fa non aveva idea che oggi sarebbe stata utilizzata per pubblicare uno studio».
Conoscere gli areali, gli habitat e le barriere agli spostamenti, la dieta e le capacità riproduttive di ogni singola specie di puzzole maculate preparerà gli scienziati a proteggerle se, in futuro, una delle popolazioni dovesse diminuire.
La puzzola maculata delle pianure è già in questa situazione: era considerata una sottospecie e nel corso dell’ultimo secolo ha subito un drastico calo della sua popolazione, tanto che scienziati e ambientalisti hanno chiesto che fosse incluso nell’Endangered Species Act, cosa non avvenuta. Ora Ferguson sottolinea che «La protezione di una specie è spesso considerata più importante a causa del carattere distintivo evolutivo. Viene presa un po’ più sul serio”, perché sono necessarie prove un più rigorose per documentare che si tratta di una specie e non solo di una sottospecie o di una variazione su una specie più diffusa. Ora che esiste la prova che la puzzola maculata delle pianure è una specie e non una sottospecie della puzzola maculata orientale, ha maggiori possibilità di ottenere la protezione di cui ha bisogno. Se la puzzola maculata nelle pianure fosse considerata una sottospecie, si potrebbe obiettare che, beh, non sta cavandosela molto bene nelle Grandi Pianure, ma sta cavandosela benissimo negli Appalachi. Ma sapere che è una specie a parte e che vive solo nelle Grandi Pianure rende chiaro che la sua popolazione sta lottando per non estinguersi e che ha bisogno di una protezione migliore».
Jerry Dragoo, un mefitologo dell’università del New Mexico che non ha partecipato allo studio, ha detto allo Smithsonian Magazine che «I confini dell’habitat possono e devono essere studiati ulteriormente. [Gli autori dello studio] descrivono molte caratteristiche che possono separare queste popolazioni e mantenerle isolate. Una volta capito questo, si può guardare cosa succede quando interagiscono».
Ferguson è d’accordo. In un precedente studio pubblicato nel 2017, il suo team ha descritto come il Rio Grande fosse storicamente considerato una barriera che limitava il flusso genico mantenendo separate le popolazioni di puzzola maculata. Ora, in esemplari più recenti, è stato osserva to uno scambio genetico che passa attraverso il fiume e Ferguson sospetta che «La causa sia che il fiume ha iniziato a prosciugarsi e diventare più piccolo, consentendo agli animali che storicamente non avrebbero attraversato l’acqua di passare dall’altra parte. Questo è direttamente collegato sia all’irrigazione, dal prosciugamento del fiume, sia al cambiamento climatico».
Studiando il genoma delle puzzole maculate, i ricercatori sono stati in grado di determinare che «Un’altra era di cambiamento climatico, questa volta durante l’era glaciale, è quel che le ha spinte a dividersi in specie diverse. L’espansione glaciale potrebbe aver creato diversi ambienti in cui sono sopravvissute. Una volta che quei ghiacciai si sono ritirati e l’habitat è diventato di nuovo uno, le specie sono state riportate in contatto tra loro, ma si erano già evolute separatamente».
Ridisegnare l’albero genealogico della puzzola maculata è un primo passo per comprendere meglio le specie, ma aiuterà a prendere migliori decisioni gestionali per la loro conservazione.
Dragoo. Conclude: «Questo documento ci dà un’idea migliore di come si stanno evolvendo questi animali, E, per cercare di proteggerli, dobbiamo capire l’ecologia e la storia passata di questi animali».