Le origini delle lucertole

La scoperta di un fossile in Scozia fornisce nuove informazioni sulla prima evoluzione delle lucertole, quando c’erano ancora i dinosauri

[28 Ottobre 2022]

Sull’isola scozzese di Skye è stato scoperto un minuscolo scheletro, lungo solo 6 centimetri, di Bellairsia gracilis che risale al Giurassico medio, 166 milioni di anni fa e che in realtà è un fossile eccezionale: uno scheletro quasi completo con un’articolazione simile a quella naturale. E’ l’antica lucertola fossile più completa di quell’era trovata in qualsiasi parte del mondo. Infatti, Bellairsia ha uno scheletro che comprende un mix di caratteristiche ancestrali e moderne e che rivela l’aspetto che avrebbe potuto avere l’antenato delle lucertole odierne, che fanno parte del più ampio gruppo degli squamates. Il fossile è stato trovato nel 2016 da un team guidato dall’università di Oxford e dai National Museums Scotland ed è una delle numerose nuove scoperte fossili fatte a Skye, inclusi i primi anfibi e mammiferi, che stanno rivelando l’evoluzione di importanti gruppi animali che esistono ancora oggi.

Gli squamati sono il gruppo vivente che comprende lucertole e serpenti e comprende oggi più di 10.000 specie, il che li rende uno dei gruppi di animali vertebrati viventi più ricchi di specie. Includono animali diversi come serpenti, camaleonti e gechi, che vivono in tutto il mondo. Il gruppo è caratterizzato da numerose caratteristiche specializzate del cranio e del resto dello scheletro.

I risultati della ricerca, un progetto congiunto tra ricercatori delle università di Varsavia, Oxford e University College London (UCL), sono stati resi noti nello studio “Synchrotron tomography of a stem lizard elucidates early squamate anatomy” pubblicato su Nature. Il principale autore, Mateusz Tałanda (università di Varsavia e UCL), ha sottolineato che «Questo piccolo fossile ci permette di vedere l’evoluzione in azione. In paleontologia raramente si ha l’opportunità di lavorare con fossili così completi e ben conservati provenienti da un’epoca della quale si sa così poco. Bellairsia ha alcune caratteristiche moderne da lucertola, come tratti legati alla cinesi cranica: questo è il movimento delle ossa del cranio in relazione l’una con l’altra. Questa è una caratteristica funzionale importante di molti squamati viventi».

All’UCL aggiungono: «Sebbene sappiamo che le prime origini degli squamati risalgono a 240 milioni di anni fa nel Triassico, la mancanza di fossili del Triassico e del Giurassico ha reso difficile tracciarne l’evoluzione e l’anatomia iniziali.  L’analisi del nuovo fossile insieme agli squamati fossili viventi ed estinti conferma che Bellairsia appartiene al “gambo” dell’albero genealogico degli squamati. Ciò significa che si è separato dalle altre lucertole poco prima dell’origine dei gruppi moderni. La ricerca supporta anche la scoperta che i gechi sono un lignaggio ramificato molto precoce e che anche l’enigmatico fossile Oculudentavis, precedentemente suggerito come un dinosauro, è uno stelo degli squamati».

Il fossile è stato scoperto dalla coautrice dello studio Elsa Panciroli, dell’Oxford University Museum of Natural History e del National Museums Scotland,  che ricorda: «E’ stato uno dei primi fossili che ho trovato quando ho iniziato a lavorare su Skye. Il piccolo teschio nero spuntava dal calcare pallido, ma era così piccolo che fui fortunata ad individuarlo. Guardando più da vicino ho visto i minuscoli denti e mi sono resa conto di aver trovato qualcosa di importante, ma fino a molto più tardi non avevamo idea che lì dentro ci fosse quasi tutto uno scheletro».

Per studiare il campione, il team ha utilizzato la tomografia computerizzata a raggi X (TC) che, come la TC medica, consente l’imaging 3D non invasivo. Questo ha permesso ai ricercatori di visualizzare l’intero fossile, anche se la maggior parte del campione è ancora nascosta dalla roccia circostante. Mentre gli scanner medici funzionano su scala millimetrica, lo scanner TC dell’Università di Oxford ha rivelato dettagli fino a poche decine di micrometri. Parti dello scheletro sono state riprese in modo ancora più dettagliato, inclusi il cranio, gli arti posteriori e il bacino, al sincrotrone europeo (ESRF, Grenoble, Francia). L’intensità del fascio di sincrotrone consente una risoluzione di 4 micrometri, rivelando i dettagli delle ossa più piccole dello scheletro.

Un altro autore dello studio, Roger Benson del Department of Earth Sciences dell’università di Oxford, ha evidenziatol che «I fossili come questo esemplare di Bellairsia hanno un enorme valore nel colmare le lacune nella nostra comprensione dell’evoluzione e della storia della vita sulla Terra. In passato era quasi impossibile studiare fossili così minuscoli come questo, ma questo studio mostra il potere di nuove tecniche, inclusa la scansione TC, per immaginarli in modo non distruttivo e in grande dettaglio».

La coautrice Susan Evans dell’UCL, che è stata la prima a descrivere e denominò Bellairsia partendo da alcune ossa della mascella e del cranio trovate nell’Oxfordshire 25 anni fa, conclude: «E’ meraviglioso avere un esemplare completo di questa allettante piccola lucertola e vedere dove si inserisce nell’albero evolutivo. Attraverso fossili come Bellairsia stiamo acquisendo una migliore comprensione dell’anatomia delle prime lucertole. Angus Bellairs, l’embriologo delle lucertole da cui in origine Bellairsia aveva preso il nome, ne sarebbe stato felice».