Le martore salveranno gli scoiattoli rossi irlandesi dai grigi americani?

Uno studio che dimostra l’importanza dei predatori autoctoni per ripristinare naturalmente l'ecosistema

[27 Febbraio 2020]

Il nuovo studio “Native and invasive squirrels show different behavioural responses to scent of a shared native predator”, pubblicato su Royal Society Open Science da un team della School of Biological Sciences della Queen’s University di Belfast composto da Joshua Twining, W. Ian Montgomery, Lily Price, Hansjoerg Kunc e David Tosh, conferma una ricerca precedente e rivela come un predatore utoctono, la martora (Martes martes), stia aiutando una sua preda, lo scoiattolo rosso (Sciurus vulgaris), l’unico nativo dell’Irlanda e del Regno unito, a resistere all’invasione e alla concorrenza alimentare dello lo scoiattolo grigio mericano (Sciurus carolinensis).

Lo scoiattolo grigio, introdotto nel XIX e XX secolo a fini “ornamentali” o per fughe e rilasci dalle case dove era tenuto come animale domestico, aveva presto sostituito il più piccolo scoiattolo rosso autoctono in gran parte della suo areale storico sia nel Regno Unito che in Irlanda. La martora, un predatore la cui popolazione e in via di ripresa nelle isole britanniche e in Irlanda, tiene sotto controllo gli scoiattoli grigi introdotti e allo stesso tempo aiuta a garantire la sopravvivenza delle popolazioni autoctone di scoiattoli rossi.

Alla Queen’s University spiegano che «Fino ad ora, si sapeva poco su come la martora, che preda sia gli scoiattoli grigi che quelli rossi. Fosse in grado di influenzare negativamente le popolazioni invasive di scoiattoli grigi, influenzando positivamente i loro cugini nativi». I ricercatori nordirlandesi sono riusciti a capirlo esponendo gli scoiattoli rossi e grigi all’odore delle martore in 20 siti di alimentazione degli scoiattoli sparsi in tutta l’Irlanda del Nord. Poi hanno utilizzato delle telecamere per filmare come le due specie di scoiattoli rispondevano al loro predatore comune: la martora.

Hanno così scoperto che «Gli scoiattoli rossi nativi hanno mostrato chiare risposte comportamentali all’odore della martora, mentre gli scoiattoli grigi no. Gli scoiattoli rossi visitavano gli alimentatori meno spesso e aumentavano la loro vigilanza quando veniva applicato l’odore di martora, mentre gli scoiattoli grigi non cambiavano il loro comportamento».  Si tratta probabilmente di una risposta che gli scoiattoli rossi, che condividono da molto tempo lo stesso territorio con le martore, hanno evoluto, mentre gli scoiattoli grigi, che sono nuovi arrivati, non reagiscono alla minaccia che rappresenta l’odore della martora rappresenta.

I biologi nordirlandesi evidenziano che «Gli scoiattoli grigi hanno mostrato una mancanza di risposta comportamentale ai segnali della martora, rendendoli altamente vulnerabili alla predazione. Ciò aiuta a spiegare la maggiore presenza di scoiattoli grigi rispetto agli scoiattoli rossi nella dieta della martora e il motivo per cui le popolazioni di scoiattoli grigi diminuiscono ogni volta che la popolazione di martore si riprende. Se le specie invasive mancano di risposte comportamentali al recupero dei predatori autoctoni con i quali non condividono la storia evolutiva; l’attuale ripresa dei predatori in Europa potrebbe avere un immenso potenziale per ripristinare e regolare l’ecosistema dei nostri ecosistemi spezzati».

Lo studio, finanziato grazie a fondi raccolti onlim ne con un appello pubblico, sottolinea l’importanza di proteggere e sostenere le popolazioni di predatori autoctoni che sono in ​​recupero un po’ in Europa.

Il principale autore dello studio, Twining, fa notare che «Su un calendario evolutivo, gli scoiattoli grigi, introdotti nel Regno Unito dal Nord America, condividono il territorio [con martore e scoiattoli rossi] solo da un semplice battito di ciglia e quindi, attualmente, sembrano ignorare la minaccia di predazione da parte di questo predatore nativo. Nel mondo moderno che è scoraggiato dalla crisi ambientale e dal collasso ecologico, è più importante che mai riconoscere il potenziale della natura, la sua capacità di recupero e la capacità di fornire soluzioni ai nostri errori. Ciò è particolarmente pertinente per quel che riguarda il Regno Unito e l’Irlanda, dove attualmente viviamo in un mondo altamente gestito e innaturalmente libero da predatori. Le attività umane storiche hanno portato alla perdita di predatori al top della catena alimentare tra cui il lupo e la lince. Il governo britannico spende attualmente 1,7 miliardi di sterline all’anno per tenere sotto controllo le specie invasive nel tentativo di bilanciare l’ecosistema. Sono necessarie ulteriori ricerche, ma i nostri risultati iniziali si vanno ad aggiungere alle prove che suggeriscono che una misura alternativa potrebbe comportare il ripristino dei nostri predatori nativi per riequilibrare naturalmente l’ecosistema».

Tosh, coautore dello studio e coordinatore della ricerca al National Museums NI, conclude: «In Gran Bretagna e Irlanda si stanno lentamente realizzando i benefici delle popolazioni di predatori autoctoni. Mentre questo studio era iniziato con un focus sull’identificazione di ciò che c’era dietro la relazione osservata tra scoiattoli e martore, ci ha poi mostrato i potenziali benefici che i predatori possono avere nel riequilibrare l’ecosistema. Riteniamo che questa scoperta dimostrerà al grande pubblico i benefici che i predatori nativi possono portare nelle nostre campagne».