Le libellule sempre più minacciate di estinzione mentre in tutto il mondo scompaiono le zone umide

Aggiornamento della Lista Rossa IUCN: più a rischio anche il desman dei Pirenei e molte piante

[10 Dicembre 2021]

Con il nuovo aggiornamento della Lista Rossa delle specie in pericolo dell’International Union for Conservation of Nature (IUCN), che ora include 142.577 specie, il numero di specie classificate a rischio di estinzione ha superato per la prima volta le 40.000, raggiungendo le 40.084 minacciate di estinzione.

A preoccupare sono soprattutto le libellule e le damigelle, che, secondo la prima valutazione globale per queste specie fatta dall’aggiornamento della Lista Rossa IUCN, sono sempre più a rischio in tutto il mondo a causa della distruzione delle zone umide in tutto il mondo. «Il loro declino è sintomatico della diffusa perdita di paludi, zone umide e fiumi a flusso libero in cui si riproducono, principalmente a causa dell’espansione dell’agricoltura e dell’urbanizzazione non sostenibili in tutto il mondo», dice l’IUCN.

Il direttore generale dell’IUCN, Bruno Oberle, ha sottolineato che «Rivelando la perdita globale di libellule, l’aggiornamento della Lista Rossa sottolinea l’urgente necessità di proteggere le zone umide del mondo e il ricco arazzo di vita che ospitano. A livello globale, questi ecosistemi stanno scomparendo tre volte più velocemente delle foreste. Paludi e altre zone umide possono sembrare improduttive e inospitali per l’uomo, ma in realtà ci forniscono servizi essenziali. Immagazzinano carbonio, ci danno acqua pulita e cibo, ci proteggono dalle inondazioni e offrono habitat per una su dieci delle specie conosciute al mondo».

La valutazione delle libellule e delle damigelle di tutto il mondo rivela che «Il 16% su 6.016 specie è a rischio di estinzione, poiché i loro territori di riproduzione d’acqua dolce si deteriorano sempre più». Nell’Asia del sud e nel Sud-est asiatico è minacciato più di un quarto di tutte le specie, soprattutto  causa del disboscamento delle zone umide e della foresta pluviale per fare spazio a colture come l’olio di palma. In Centro e Sud America, la causa principale del declino delle libellule è il disboscamento delle foreste per l’edilizia residenziale e commerciale. I pesticidi, altri inquinanti e il cambiamento climatico sono minacce crescenti per le specie in ogni regione del mondo e sono le maggiori minacce per le libellule in Nord America ed Europa.

Viola Clausnitzer, co-presidente dell’IUCN SSC Dragonfly Specialist Group evidenzia che «Le libellule sono indicatori molto sensibili dello stato degli ecosistemi di acqua dolce e questa prima valutazione globale rivela finalmente l’entità del loro declino. Fornisce inoltre una base di riferimento essenziale che possiamo utilizzare per misurare l’impatto degli sforzi di conservazione. Per tutelare questi splendidi insetti, è fondamentale che i governi, l’agricoltura e l’industria tengano in considerazione la protezione degli ecosistemi delle zone umide nei progetti di sviluppo, ad esempio proteggendo gli habitat chiave e dedicando spazio alle zone umide urbane».

Sean T. O’Brien, presidente e CEO di Nature Serve, rivela cosa c’è dietro la scomparsa di libellule e damigelle: «Le zone umide sono di ampio interesse per la società a causa dei numerosi servizi che forniscono agli esseri umani, ma tali servizi non esisterebbero se non per l’habitat che le zone umide forniscono a molte specie in via di estinzione. Il nostro benessere è indissolubilmente connesso a quello del mondo naturale e dobbiamo lavorare insieme per trovare soluzioni che pongano rimedio alla perdita di habitat subita dalle libellule e da altre specie indicatrici essenziali».

Il presidente della Species Survival Commission (SSC) IUCN, Jon Paul Rodríguez, concorda: «La maggior parte della superficie terrestre, circa il 71%, è coperta dagli oceani. Ma solo il 3,5% dell’acqua della Terra è dolce. L’uomo condivide questa preziosa risorsa con tutti gli altri organismi che vivono sulla terraferma. Il declino delle libellule riporta alla nostra attenzione la necessità di dare priorità agli investimenti negli ecosistemi di acqua dolce, un problema spesso trascurato. Ad esempio, l’SDG 14 in inglese è “Life Below Water”, mentre in spagnolo è “Vida Submarina” (Vita Sottomarina), ignorando completamente le acque continentali»,

Ma nell’aggiornamento della Lista Rossa IUCN ci sono anche altre brutte notizie: il desman dei Pirenei (Galemys pyrenaicus), un mammifero semiacquatico che vive solo nei fiumi di Andorra, Francia, Portogallo e Spagna, è passato da Vulnerabile a Minacciato. L’ICN ricorda che «Questa specie insolita è imparentata con le talpe e ha un naso lungo e sensibile e grandi piedi palmati. E’ tra gli ultimi della sua linea evolutiva; una delle uniche due specie di desman rimaste al mondo». Dal 2011, la popolazione di desman dei Pirenei è diminuita in tutto il suo areale fino al 50%, in gran parte a causa dell’impatto umano sui suoi habitat. L’interruzione del flusso fluviale e la riduzione dei livelli dell’acqua a causa della costruzione di centrali idroelettriche, dighe e bacini idrici e dell’estrazione di acqua per l’agricoltura hanno reso inospitali per il desman aree significative, hanno isolato popolazioni di questi piccoli mammiferi e hanno ridotto notevolmente le prede e i rifugi dei desman. Specie aliene invasive, pesca illegale con veleni, reti ed esplosivi, aumento della siccità dovuta ai cambiamenti climatici, scavi di alvei e argini e l’inquinamento delle acque minacciano ulteriormente il desman. L’ICN dice che per salvare il Galemys pyrenaicus  e per il reci upero di questa specie è fondamentale «Preservare e ripristinare il flusso naturale dei fiumi e della vegetazione circostante, controllare le specie aliene invasive e affrontare i cambiamenti climatici».

Per Ian Burfield, global science coordinator (species) di BirdLife International, «La difficile situazione delle libellule è indicativa di una crisi più ampia che minaccia molte specie delle zone umide. In qualità di Autorità della Lista Rossa per gli uccelli, BirdLife International ha documentato negli ultimi anni un preoccupante calo della popolazione in numerose specie di uccelli delle zone umide. L’aggiornamento di quest’anno vede il gobbo Maccoa (Oxyura maccoa) dell’Africa orientale e meridionale classificata da Vulnerabile a Minacciata, a causa dell’inquinamento, dell’impigliamento nelle reti da pesca e del drenaggio delle zone umide per l’agricoltura».

Thomas E. Lacher, Jr., professore emerito alla Texas A&M University, riassume: «Il declino delle zone umide del mondo ha un impatto non solo sui pesci e sulle piante acquatiche, ma anche sugli insetti acquatici come le libellule e le damigelle e sui mammiferi come il desman dei Pirenei evolutivamente unico. Oltre a ciò, la perdita di questi habitat critici avrà gravi ripercussioni sugli anfibi e sugli uccelli migratori a livello globale. Le zone umide contengono livelli eccezionali di biodiversità in un’area territoriale estremamente piccola e devono ricevere la massima priorità quando si designano nuove aree chiave di biodiversità. La perdita di zone umide avrà un impatto sproporzionato in tutto il mondo». 

Per quanto riguarda le piante e i fiori a rischio estinzione, Emily Beech, Tree Red List Manager al Botanic Gardens Conservation International, ha sottolineato che «Con molte altre valutazioni degli alberi provenienti da tutto il mondo aggiunte in questo aggiornamento, continuano i progressi verso la valutazione globale degli alberi. Sebbene la situazione di molti alberi sia grave, c’è speranza. E’ stata pubblicata in questo aggiornamento la riscoperta della Terminalia acuminata , un albero ritenuto estinto in Brasile. Sebbene la specie sia conosciuta con meno di 300 individui maturi ed è considerata in via di estinzione, questa rappresenta una scoperta entusiasmante e un’opportunità per salvare questa specie prima che vada persa per sempre».

E l’utilizzo dell’acqua ha impatti non solo su libellule e desman, ma anche sulle piante. Come spiega . Martin Cheek, ricercatore senior del team africano ai Royal Botanic Gardens, Kew. «Mentre l’energia idroelettrica sembra preferibile alle alternative non rinnovabili, la costruzione di dighe ha un impatto a cascata  immediato sui corsi d’acqua. Questo, a cascata, rappresenta una grave minaccia per le piante con alcune specie limitate a un solo habitat legato alle cascate. La Psychotria torrenticola in grave pericolo di estinzione è stata registrata solo a valle della diga sulle cascate Memve’ele del fiume Ntem in Camerun. Con la diga idroelettrica che dovrebbe essere pienamente operativa nel 2022, questa è una delle numerose specie che potrebbero essere rapidamente perse a causa dei cambiamenti dei livelli stagionali dell’acqua».

Nathalie Pettorelli, scienziato senior della Zoological Society of London – ZSL conclude: «Nonostante il rapporto IPBES del 2019 chiarisca chiaramente che il deterioramento della natura deve essere affrontato con urgenza, dobbiamo ancora assistere ai cambiamenti trasformativi necessari affinché i governi di tutto il mondo diventino nature positive. Affrontare la rapida erosione del nostro capitale naturale non è qualcosa che può aspettare; non è qualcosa di facoltativo; non è qualcosa che possiamo semplicemente ignorare. La fauna selvatica è il nostro alleato chiave per affrontare le numerose sfide sociali che abbiamo di fronte, inclusa la minaccia esistenziale posta dal cambiamento climatico. L’annuncio che, per la prima volta, il numero di specie in via di estinzione ha superato le 40.000 dovrebbe essere un campanello d’allarme per tutti i governi in vista della COP15 della Convention on biologiocal diversity».